Le risse da pollaio del PD e un revisionismo che non arriva

altSembrerebbe che fra gli elettori del PD ci sia una schiera di persone scontente della linea presa dal partito. Alcuni cominciano ad aprire gli occhi rendendosi conto che l’euro e i trattati europei, cavalli di battaglia degli europeisti democratici, sono di fatto le principali cause dei problemi economici che stiamo vivendo oggi. Il problema è che questa schiera di scontenti non ne parla apertamente o lo fa in maniera molto timida. Ma ci rendiamo conto di quali siano le conseguenze che produce questo modo flebile di esprimere il proprio dissenso rispetto a questo grande attacco del fascismo finanziario? Le conseguenze psicologiche e sociali che questa debolezza di spirito sta producendo sono state prese in considerazione dagli intelletuali di area PD o si è troppo concentrati sui piccoli problemi del pollaio politico per potersi astrarre e guardare ai problemi da un punto di vista più ampio?

Non viene capito che questo silenzio o questa timidezza contribuiscono a portare la gente alla disperazione facendole compiere gesti estremi come il suicidio? Per quanto tempo ancora le coscienze potranno dimenticare di essere complici di quegli aguzzini che stanno privando di diritti e dignità la popolazione europea? Quanto tempo occorrerà aspettare ancora prima che dall’interno del PD si vedranno coraggiosi uscire dal coro?
Il perbenismo fine a sé stesso porta poco lontano e sulle regole dell’educazione si può sorvolare quando ci troviamo di fronte alla tirannia che, senza farsi troppi scrupoli, ricorre alla violenza e alla manipolazione.
Dei segnali che arrivano da altri stati europei come Cipro o la Grecia la tragicità è evidente, ma la sinistra italiana ne continua a parlare scrollandosi le spalle o facendo finta che i problemi abbiano origini diverse. Per i dissidenti non sarebbe neanche troppo difficile fornire dati per sostenere una tesi diversa rispetto a quella fornita dai vertici. Perché non riuscite ad ammettere che questa Europa e la moneta euro sono state un’errore? Si potrebbe ancora essere in tempo per limitare i danni.

Il Partito Democratico, teoricamente, dovrebbe rappresentare le idee della sinistra italiana, ma è da lungo tempo che gli ideali di sinistra non trovano più una vera rappresentanza che riesca davvero a stare al passo coi tempi moderni. Le aree più estreme sono ingessate sull’idea di marxismo a tutti i costi e si esprimono in maniera demodè e, quindi, di fatto sono incapaci di farsi capire e arrivare al grande pubblico degli elettori.
Le aree alternative, invece, hanno l’approccio radical chic da intellettuale borghese capace di esprimersi con modalità moderne e in grado di vedere la realtà, ma che evita di andare a fondo, in quanto si è omologato sull’idea per cui il packaging è più importante della sostanza del discorso. Quando trasgredisce l’eleganza delle forme lo fa per parlare di questioni futili per la vita del paese.
Il PD è il caso più grave perché ha totalmente storpiato il concetto di sinistra. Cercando di adeguarsi ai tempi ha messo da parte tutti quelli che sarebbero dovuti essere i valori di sinistra, perdendo totalmente il contatto con gli ideali di sinistra.
Il PD è diventato la faccia presentabile della filosofia neoliberista che affonda le proprie radici nelle idee della destra conservatrice.
E’ questo che pensavano di trovare i giovani che si sono tesserati? E’ questo ciò che vogliono coloro che ancora si sentono legati a determinati valori? Non ci si rende conto che i progetti sociali su cui si sta lavorando servono a tenere gli elettori distratti dalla grande crisi umanitaria che è sotto agli occhi di tutti?
Il neoliberismo è una filosofia che fonda i propri valori nel neoclassicismo. I valori riproposti dalla cultura neoclassica, come l’imponenza e il pragmatismo dello sguardo, sono poi stati riproposti dall’economia neoclassica. Per connotarne il valore la filosofia neoclassica contemporanea (esattamente come fece il fascismo) rimanda alla bellicosa tradizione greco-romana.
In tutte le epoche storiche coloro che facendo uso della forza hanno deciso le sorti politiche del proprio tempo erano i colossi economici. Con l’introduzione del concetto di Stato democratico, teoricamente, queste forze economiche (bellicose e conservatrici dei vecchi ordini gerarchici) sarebbero state ridimensionate per non poter più nuocere ai popoli. Si suol dire che “Il Diavolo dove non può mettere il capo vi mette la coda”, e oggi, i colossi economici di sempre hanno adottato la nuova dimensione chiamata mercato, che di fatto è la dimensione su cui si regolano le decisioni politiche.
Il PD, di fatto, ha svenduto il concetto di Stato Democratico alle logiche di mercato, ha accettato di cedere la sovranità democratica ai privati.
Come si è potuto accettare il ricatto dei mercati svendendo il proprio popolo alla morsa del debito? Come si è potuti essere così vili o leggeri?
La cosa sconcertante è che sotto ai riflettori mediatici, coloro, che di fronte alla democrazia popolare si comportano da mezze calzette, fanno la voce grossa con Berlusconi. E’ comprensibile che in molti provino un certo rigurgito di fronte a determinati personaggi, ma non può essere una scusante per non rendersi conto che l’epoca in cui viviamo è dominata da una forma di fascismo molto più pericoloso di quello di un Berlusconi. E’ stata una mancanza di lungimiranza? E’ stata una complicità consapevole? Sono entrambi i fattori che concorrono a seconda delle persone che hanno contribuito a mettere il paese sotto la dittatura dei mercati?
La “sinistra” italiana dovrebbe lasciar perdere le risse da pollaio e interrogarsi su queste questioni.
Articolo tratto dal blog you-ng scritto da Shirin Chehayed

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