Appello di Paola Musu: sovranita’ monetaria o sara’ guerra civile

Tutte queste persone, oramai, sanno perfettamente che qualunque promessa in termini di sviluppo dell’occupazione e di crescita e’ impossibile e vuota alle condizioni attuali, senza il recupero della propria moneta. La ratio piu’ profonda dell’economia sta nel suo essere funzionale alla vita ed al benessere di una nazione. Le scelte che attengono la vita di uno Stato attengono per definizione la politica e la politica e’ affare di Stato, attiene la res publica, non la res privata. In questo contesto la creazione di moneta, dato il ruolo fondamentale che la stessa riveste nell’economia, non puo’ ne’ essere priva di controllo alcuno, ne’, tantomeno, puo’ essere consegnata in mano di privati, come e’ attualmente, per di piu’ con l’ulteriore aggravante di poter diventare la nuova arma di aggressione tra Stati, proprio all’interno di un’area nata, nella sua proclamazione ideale, proprio per ostracizzare ogni forma di aggressione. Il recupero di una moneta nazionale  e’ un  dovere, che assume anche una connotazione di obbligo morale laddove si assiste allo sconcertante fallimento di questo esperimento, a dir poco disastroso, dell’euro. L’esperienza della Grecia, e delle condizioni di vita in cui continua ad essere sprofondata la popolazione, cosi come il caso della Spagna e del Portogallo, di Cipro ed oramai anche dell’Italia, e’ inaccettabile per delle nazioni che pretendono di definirsi civili. L’euro e’ un tragico miraggio, una sgangherata utopia. Essa reca in se’ tutte le tragedie della fede neoliberista, elevata al livello di dottrina di portata universale, imposta al mondo intero, e considerata, all’alba del XIX secolo, il pilastro per una nuova epoca d’oro, in cui l’intervento dello Stato nell’economia diventa il demone da neutralizzare ed i mercati, totalmente liberi e fuori da ogni controllo, con l’eliminazione di qualsiasi ostacolo ai liberi movimenti di merci, servizi e capitali, il totem da divinizzare. Questo folle progetto e’ stato spinto oltre misura, passando sopra anche alle piu’ elementari considerazioni date dall’evidente impossibilita’ di poter gestire, senza provocare danni, l’imposizione di un’unica unita’ di conto (moneta), forzando un’unificazione tra dei paesi che sono e rimarranno sempre distinti. Ed a sancire questo e’ la storia, e’ il principio di autodeterminazione dei popoli, universalmente riconosciuto, sono gli inevitabili controbilanciamenti che si creano in un’area vasta, come quella creata in Europa, che la stessa storia, anche economica, ci insegna, per cui il vantaggio di alcune parti della stessa deriva e non puo’ sussistere se non in forza dello svantaggio di altre. Per cui se la Grecia si trova nella ben nota situazione di disagio, non e’, in realta’, a causa della mala gestio dei suoi governanti, ma dei crescenti ed inevitabili disavanzi delle partite correnti (eccesso di importazioni sulle esportazioni) che hanno interessato, oltre la Grecia, anche gli altri paesi periferici, come l’Italia. La creazione di moneta deve essere di competenza dello Stato e dello Stato soltanto. Lasciando il dettaglio ad altra sede, con questo sistema non sarebbe creata altra moneta eccettuata quella della Banca Centrale ed il reddito da signoraggio, proveniente dalla creazione di moneta da parte della Banca Centrale, sarebbe restituito allo Stato ed esso stesso permetterebbe nelle condizioni attuali di abolire la quasi totalita’ delle imposte progressive sul reddito (M.Allais, Premio Nobel all’Economia). Questa, unitamente alla riforma del sistema bancario, con la netta distinzione tra banche commerciali e banche di investimento, la rinazionalizzazione della Banca d’Italia ed il suo stretto collegamento con il Tesoro, e’ la chiave di volta ed il nuovo punto di partenza per il risanamento e la ricostruzione del nostro paese. Occorre riprendere il controllo delle funzioni essenziali dello Stato, ridefinendo, nel contempo, i rapporti economici con gli altri paesi europei, salvaguardando quegli aspetti positivi dell’esperienza europea legati al mercato unico (libera circolazione di merci, persone, capitali). Solo allora si potranno reimpostare serie politiche di crescita e benessere dei cittadini, incluso il rinnovato sviluppo della ricerca, dell’arte e della cultura. Tutto cio’, ricordando, semplicemente, che la defezione anche di un solo paese, in Europa, costringerebbe tutti gli altri alla ridefinizione dei reciproci rapporti. E la certezza di cio’, non puo’ essere inferiore all’arroganza di chi ha provocato lo scempio cui stiamo assistendo, anche in termini umani. L’alternativa sarebbe una rapida ed imminente spirale del debito sempre piu’ vorticosa, che rischierebbe, a breve, di gettare il Paese in una guerra civile.

C’e’ un intero popolo che grida aiuto! Non puo’ piu’ essere ignorato. La politica abbia il coraggio di riscattare se stessa davanti ai cittadini e davanti alla storia. Lo chiede l’Italia, lo chiede la sua storia, lo chiedono i suoi martiri.

Paola Musu

Tratto da:http://terrarealtime.blogspot.it

(Tratto da: http://www.stampalibera.com)

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