Il Comma 29, l’ammazza-blog


Infilata subdolamente nel ddl sulle intercettazioni, ecco rispuntare la norma ammazza-blog: il comma 29. Cosa prevede? In base all’obsoleta legge sulla stampa del 1948, impone a chiunque abbia un sito d’informazione l’obbligo di rettifica entro 48 ore, senza commento, pena una sanzione che puo’ arrivare a 12.500 euro. E cosa c’e’ di liberticida in questo?, chiederete voi. C’e’ che, escluse le testate giornalistiche e le vetrine di personaggi con staff apposito, ad un comune blogger puo’ accadere quel che ricorda il bravo Claudio Messora sul suo Byoblu: “puo’ capitare di essere assente per qualche giorno da casa, di avere il computer rotto, di avere la connessione alla rete disattivata, di essere in vacanza, e poiche’ non ha una redazione, una qualsiasi richiesta di rettifica pervenuta nel momento sbagliato significa una condanna a vendere la macchina o a ipotecare la casa”. Chi, se non ha i mezzi, potra’ permettersi il lusso di esternare cio’ che pensa col rischio di dover pagare una multa salata seduta stante?Per punire diffamatori, calunniatori e falsificatori esistono gia’ un codice, delle leggi e lo strumento della querela. In casi estremi la magistratura gia’ oggi puo’ arrivare al sequestro di un blog per impedire che il reato di lesione della reputazione altrui possa ripetersi. Insomma, con il mezzuccio di equiparare ogni piattaforma su Internet ai giornali, che hanno strutture e risorse finanziarie, si ottiene una cosa sola: tagliare le gambe alla libera circolazione delle idee e delle notizie. Un altro colpo di piccone al residuo, presunto liberalismo di questa nostra democrazia, o sedicente tale. (Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it)

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