Italia, il colpo finale: Abbiamo perso 10 anni

(Fonte: Inviatospeciale.com/)

Emma Marcegaglia sintetizza la settimana di fuoco che ha polverizzato il Paese. Nel silenzio della stampa.

La raffica di segnali inquietanti sembra non avere piu’ limite. Prima il declassamento ad opera di Standard & Poor’s, poi i dati Istat sulla poverta’ dai quali emerge un 25 per cento di popolazione in miseria o a rischio miseria, quindi la manovra finanziaria 40 miliardi annunciata dalla Corte dei Conti, ancora la situazione delle pensioni che per la meta’ di chi le riceve non superano i 500 euro.

Una via crucis che poteva bastare, se non fosse che ieri la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ha calato un altro pesantissimo asso sul tavolo: “L’Italia ha gia’ vissuto il suo decennio perduto. Dobbiamo muoverci in fretta. Il tempo e’ un fattore discriminante. Temporeggiare o muoverci a piccoli passi e’ un lusso che non ci possiamo piu’ permettere”.

Insomma, siamo alla canna del gas, secondo la rappresentante degli imprenditori e dobbiamo far presto. Ma come? Perche’ continuando nel suo discorso la leader degli industriali ha anche chiuso quasi tutte le porte possibili della ripresa: “Ora che le difficolta’ della maggioranza sono evidenti nel giudizio popolare, non per questo possiamo tacere che l’opposizione tra spinte antagoniste e frammentazioni, e’ ancora incapace di esprimere un disegno riformista”.

Per Marcegaglia “il decennio perduto alle nostre spalle, in termini di minore competitivita’ e mancata crescita, viene da divisioni e lacerazioni interne a ciascuno dei due poli della politica, alle prese con fratture e problemi di leadership personali anteposti al benessere della politica”.

“Non possiamo – ha continuato – piu’ credere di avere davanti a noi tempi lunghissimi con cui in passato abbiamo affrontato cio’ che impediva lo sviluppo, come avvenne negli anni Settanta e Ottanta sulla scala mobile e negli anni Ottanta e Novanta con le pensioni. Occorre un segnale forte con cui ottenere importanti risultati e far svoltare le aspettative, ora dominate da un rassegnato “tanto non cambiera’ nulla””.

Insomma, se il centro destra e’ all’ultimo stadio, il centro sinistra non e’ in condizioni migliori. E chi, allora, dovrebbe salvare il Paese dalla crisi?

Se per altro i cittadini non sono affatto consapevoli della situazione. Giornali e televisione continuano ad offrire un’immagine edulcorata della realta’, omettendo, mistificando o arrivando a nascondere i dati di un disastro di dimensioni impressionanti.

L’intero apparato dello Stato e’ in decomposizione, perche’ se il governo centrale e’ incapace, gli enti locali a tutti i livelli sono guidati in modo altrettanto approssimativo (salvo rarissime eccezioni).

La rifondazione italiana avrebbe bisogno della partecipazione di un popolo cosciente e responsabile. Ma e’ stata la stessa Mercegaglia a rilevare che i cittadini propendono per un passivo “tanto non cambiera’ nulla”. Il futuro si annuncia cupo.

(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)

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