Un grido contro la crisi: i sindacati di base e lo sciopero

(Fonte: Inviatospeciale.com/)

Venerdi scorso a Roma, in concomitanza con lo sciopero generale di 24 ore proclamato da Usb, Slai Cobas, Cib Unicobas e Snater, circa 50mila manifestanti hanno sfilato per le vie di Roma.

Il lungo corteo e’ partito da piazza della Repubblica, ha percorso le strade del centro, terminando in piazza Navona, dove si sono tenuti gli interventi dal palco.

Presenti alla manifestazione, i lavoratori dell’Atac, dell’Ama, dell’Acea, i lavoratori e i precari dei nidi, delle scuole dell’infanzia, del Teatro dell’Opera, delle cooperative sociali, del trasporto aereo, i vigili del fuoco, i cassaintegrati, i disoccupati, insieme ai movimenti per il diritto alla casa e per la difesa dei beni comuni, ai migranti, agli studenti. Hanno intonato cori, slogan contro il governo e contro il modello- Marchionne.

Proprio venerdi a Bruxelles si riuniva l’Eurogruppo per varare delle manovre sul deficit: il governo italiano ha gia’ fatto sapere che intende adeguarsi alle misure, aumentando cosi i provvedimenti di questi ultimi anni. Saranno ancora una volta i lavoratori a pagare il prezzo piu’ alto di questa crisi che si sta allargando come una macchia sul presente e sul futuro.

Lo sciopero e’ stato definito generale e generalizzato proprio perche’ in rappresentanza delle istanze dei lavoratori, dei precari, dei migranti e dei senza casa.

Occupazione, Salario, Dignita’, le parole d’ordine. Ed e’ stata proprio la dignita’ l’anello che ha legato a doppio filo le migliaia di persone radunate oggi nelle strade del centro di Roma. Dai primi dati forniti dai sindacati di base oltre 1 milione e 200 mila lavoratori avrebbero incrociato le braccia: “Una straordinaria adesione che testimonia la rabbia del mondo del lavoro e del non lavoro – ha dichiarato Pierpaolo Leonardi dell’Esecutivo Usb – sono stati decine di migliaia i lavoratori, le donne, i precari, i migranti, i senza reddito, i cassintegrati, i senza casa che hanno bloccato completamente il centro della capitale arrivando, nonostante i divieti, fin sotto le finestre del Senato”.

“Uniamo le lotte, mettiamoli in crisi”: cosi lo striscione che apriva il corteo. ‘La richiesta della piazza – ha proseguito Leonardi – e’ di un profondo cambiamento di politica economica. Siamo stati il ‘convitato di pietra’ e da oggi le mobilitazioni avranno anche come obiettivo proprio le politiche antipopolari dell’Unione europea; questa bella giornata di mobilitazioni ci conferma quanto abbiamo scritto nei manifesti dello sciopero: ‘bentornata, lotta di classe'”, ha concluso.

Susi Ciolella

(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)

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