Restaurazione: ritorna l’immunita’ parlamentare

(Fonte: Inviatospeciale.com/)

Il regime di Berlusconi e’ all’arrembaggio. La battaglia finale per salvare il premier dai processi e’ collegata alla ridefinizione del Regno di Berlusconia. E rispuntano le leggi vergogna. L’opposizione, come sempre, abbaia ma non va oltre.

Dopo gli scandali di Tangentopoli i salvacondotti per i parlamentari erano stati aboliti. Ora, dopo aver riabilitato i ladri di allora e condannato i giudici che li avevano incriminati, il Pdl vuole ripristinare l’immunita’ parlamentare, modificando l’articolo 68 della Costituzione.

Invece di mobilitare in tempo reale i propri militanti e chiamare i cittadini ad una immediata battaglia contro questa ipotesi scellerata il Pd ha prima ‘osservato’ con attenzione la situazione e poi il segretario Bersani ha tuonato, annunciando un secco ‘no’. “Noi siamo per ribaltare l’agenda – ha spiegato – e per dire che e’ ora di mettere all’ordine del giorno, non l’immunita’ parlamentare, ma regole, onesta’, sobrieta’”. Con lui il capogruppo  alla Camera, Dario Franceschini, che ha aggiunto: “La posizione del Pd e’ contraria senza alcuna ambiguita’”.

 

Ma come al solito il principale partito di opposizione ha dovuto mostrare agli italiani di essere un piccolo circo Barnum. Silvio Sircana, ex ombra di Romano Prodi, nei giorni scorsi si era mostrato per nulla contrario al ripristino della misura che impedisce di processare i parlamentari corrotti al fine di “evitare altre forzature in materia di giustizia”. Il parlamentare, che non si e’ accorto della corruzione dilagante, adesso con un certo rammarico ha dovuto cambiare idea, ma lo ha fatto con parole allarmanti: “Se il partito decide diversamente non ne faccio una malattia, io sono un parlamentare disciplinato”. Insomma, buon viso a cattivo gioco in nome della fedelta’ alla bandiera, ma non certo perche’ convinto che la questione morale sia il problema dei problemi in Italia.

Non e’, pero’, cosi rispettosa della linea la senatrice Franca Chiaromonte, che gia’ nel 2009 insieme al suo collega del Pdl ha presentato un progetto di legge per la riammissione dell’immunita’. “Non ritirero’ il disegno di legge – ha dichiarato – che chiede il ripristino dell’immunita’ parlamentare” aggiungendo che “si tratta di un’iniziativa personale e trasversale. Poi se e quando dovesse andare in aula vedremo”.

Il collega di loggia P2 del premier, il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ha commentato: “L’immunita’ era nella Costituzione e serviva a bilanciare il rapporto complesso tra le garanzie di una magistratura indipendente e le garanzie dei parlamentari. Si tratta di ripristinarla. La sinistra ufficiale si dice contraria, anche rispetto alla posizione di esponenti come la senatrice Chiaromonte e Sircana. Si apre dunque una contraddizione tra chi e’ forzatamente giustizialista e chi invece e’ garantista”.

Ovviamente le cose stanno diversamente da come affermano i sostenitori dell’immunita’. I Costituenti la vollero perche’ dopo la caduta del fascismo gran parte dell’apparato giudiziario era stato nominato dal regime e si voleva evitare che i nuovi rappresentanti del popolo, ovviamente antifascisti, finissero sotto processo senza sufficienti garanzie. Nessuno, allora, pensava di voler salvare dalla galera chi si specializzava nei furti a danni dello Stato o peggio pensava di trarre vantaggi illegali grazie al proprio ruolo di parlamentare.

Inoltre, la distinzione tra giustizialisti e garantisti appare sempre piu’ singolare. Se la legge, come dovrebbe essere, e’ eguale per tutti non ci sono distinzioni sulla sua applicazione: semplicemente chi compie reati deve pagare. Sembra invece che secondo i ‘garantisti’ le colpe di alcuni siano meno gravi di quelle di altri. Per cui se un ragioniere si appropria di una bistecca in un supermercato e’ considerato un fuorilegge, mentre se un politico prende una mazzetta deve godere del presupposto di innocenza e di qualunque garanzia possibile.

Se l’opposizione sembra sempre piu’ un pugile suonato e la maggioranza prepara la sua definitiva spallata allo Stato democratico, la societa’ civile cerca di reagire. Sulla rivista ‘Micromega’  Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli e Antonio Tabucchi hanno lanciato l’appello “Legittima difesa repubblicana contro l’eversione costituzionale”

Si legge nel documento: “Il governo Berlusconi, e la sua maggioranza parlamentare obbediente ‘perinde ac cadaver’, e’ entrato in un crescendo di eversione che mira apertamente a distruggere i fondamenti della Costituzione repubblicana e perfino un principio onorato da tre secoli: la divisione dei poteri. Di fronte a questo conclamato progetto di dispotismo proprietario chiediamo alle opposizione (all’Idv che si riunisce domani, al Pd che dell’opposizione e’ il partito maggiore, ma anche all’Udc e a Fli, che ormai riconoscono l’emergenza democratica che il permanere di Berlusconi al governo configura) di reagire secondo una irrinunciabile e improcrastinabile legittima difesa repubblicana, proclamando solennemente e subito il blocco sistematico e permanente del Parlamento su qualsiasi provvedimento e con tutti i mezzi che la legge e i regolamenti mettono a disposizione, fino alle dimissioni di Berlusconi e conseguenti elezioni anticipate. Se non ora, quando?”.

I generosi proponenti e chi vorra’ seguirli difficilmente, pero’, riceveranno una risposta affermativa. In quel del Palazzo la ragione sembra ormai smarrita.

(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)

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