Comitato etico reloaded

Sono partite le operazioni per il rinnovo Come tutti sanno, i giochi preparatori durano 4 mesi (circa) ma poi l’assemblea e’ sovrana. Nel senso che, come ogni sovrano, ratifica velocemente gli orientamenti proposti delle persone che istruiscono il problema. I meccanismi sono articolati e veramente tutti i soci possono contribuire ad istruire il dossier. In che modo ? Innanzitutto evitando la distrazione, che e’ la piu’ efficace nemica della funzionalita’ dei meccanismi democratici. Poi sviluppando ragionamenti su quello che serve; supportando i candidati preferiti; e, prima ancora, invitando a candidarsi le persone di cui si ha fiducia. Quindi adesso e’ meglio preoccuparsi, prevedere, proporre.

Cosa deve fare il comitato etico ? La formula contenuta nello statuto recita ‘Al Comitato spetta, quale organismo di garanzia e di rappresentanza etica, una funzione consultiva e propositiva, affinche’ la Banca si sviluppi nell’ambito dei criteri di eticita’, cosi come individuati nel presente Statuto’. E’ una formula opportunamente assai larga. E’ una formula che induce il nuovo comitato etico, nelle sue prime riunioni, a riflettere e (magari) a decidere davvero cosa fare (e cosa non fare). Se vogliamo dunque preoccuparci e invitare qualcuno a candidarsi (o a ricandidarsi) occorre che pensiamo a come il nostro desiderato candidato auspicabilmente finira’ per interpretare ed applicare lo Statuto.

L’idea forse di rilievo e’ che ogni discussione sui profili etici puo’ essere interpretata in due modi: 1) accetto/rifiuto una proposta perche’ la trovo inaccettabile rispetto ad una situazione ‘ideale’ che giudico opportuna; 2) accetto/rifiuto una proposta perche’ la trovo peggiore rispetto ad una situazione alternativa che concretamente si puo’ realizzare.

E’ un dilemma molto noto, che si ripresenta molto spesso. Ovviamente di rilievo. In qualche caso trovo necessario il primo approccio ma per la maggior parte dei problemi e delle decisioni etiche preferisco il secondo approccio. Quasi sempre. Quindi mi risulta naturale sostenere e votare candidati che a mio modo di vedere siano abbastanza in sintonia con questo approccio. L’approccio numero 1 lo trovo pericoloso e potenzialmente controproducente. Soprattutto se applicato sistematicamente e con assoluta prevalenza. Anche nell’ambito della diretta esperienza di qualche tempo fa in Comitato etico, ho avuto modo di preferire in tanti casi l’incisivita’ dei componenti dell’orientamento numero 2.

La seconda idea che mi sembra di rilievo e’ quella dell’identita’. Una organizzazione si sviluppa se coltiva una identita’ propria. Se verso essa si rafforza un affetto. Se l’organizzazione risulta invece essere la somma dei desideri e degli obiettivi di chi ha a che fare con essa, e non di piu’, il destino e’ segnato. L’identita’ occorre curarla giorno per giorno. L’identita’ che esiste nel momento della nascita e negli anni passati ha una validita’ corto periodo, come quella degli yogurt. Occorre riprodurla di continuo. Chi puo’ validamente contribuire a lavorare in questa direzione mi pare un bel candidato, e viceversa.

(Tratto da: http://www.finansol.it)

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