Bday: il giorno dell’idiozia

(Fonte: Inviatospeciale.com/)

Il governo ottiene la fiducia con tre voti di vantaggio alla Camera e non risolve nulla. Fuori dal Palazzo, il centro della Capitale e’ stato messo a ferro e fuoco.

Sembra che in Italia non ci sia limite al peggio. Dopo giorni di manovre incomprensibili si sono votate ieri le due mozioni di sfiducia presentate contro il governo Berlusconi.

Il risultato ha dato la ‘vittoria’ al Cavaliere anche alla Camera, dove l’esito era incerto solo per gli ingenui, con 314 voti a favore dell’esecutivo e 311 contro. Quando il 7 maggio del 2008 si formo’ la maggioranza di centro destra, a Montecitorio i deputati che la sostenevano erano 343, per cui strada facendo ben 29 deputati hanno ‘cambiato idea’.

Ma ieri c’e’ stato anche chi ha deciso all’ultimo momento di votare per il premier e si tratta anche di deputati del centro sinistra.

Antonio Gaglione, eletto dal Pd, ha saltato il fosso e dopo essere diventato un un esponente della Lega Sud Ausonia ha sostenuto l’alleanza Pdl-Lega. Con lui Massimo Calearo, capolista voluto da Veltroni per il Partito Democratico nella circoscrizione ‘Veneto 1’, Bruno Cesario, altro Pd candidato nella circoscrizione Campania 1 e Domenico Scilipoti, candidato dall’Italia dei Valori nella Circoscrizione Sicilia 2. Per l’occasione Calearo, Scilipoti e Cesario hanno anche fondato il ‘Movimento di responsabilita’ nazionale’ e definito “rivoluzionaria” la loro scelta.

Poi ci sono Maria Grazia Siliquini e Catia Polidori, finiane per un attimo e Silvano Moffa, che del Fli era addirittura il portavoce dei gruppi parlamentari. Le prime due hanno votato per il governo, il terzo si e’ astenuto, ma sembra abbia festeggiato a confetti la fiducia conquistata dal governo.

E mentre il Parlamento scrutinava i voti per Roma almeno 100mila manifestanti protestavano contro Berlusconi. C’era di tutto: terremotati dell’Abruzzo, studenti, ricercatori universitari, metalmeccanici della Fiom, centri sociali, l’Unione Inquilini, esponenti di Rifondazione comunista e del Partito comunista dei lavoratori, gruppetti vari ed eventuali.

I cortei hanno sfilato per Roma in modo pacifico e gioioso, fino a quando qualche centinaia di individui hanno deciso di ‘forzare’ la ‘zona rossa’, ovvero un perimetro che contiene la casa del premier, il Senato e la Camera. Secondo alcune testimonianze, alcuni picchiatori sono stati lasciati agire indisturbati e alcune foto diffuse ieri in Rete mostrerebbero la presenza di persone non identificate e delle quali non e’ chiara la collocazione politica, secondo la peggiore tradizione di piazza del Paese.

Si e’ scatenato comunque un finimondo, con assalti a sportelli bancari, cariche delle forze dell’ordine, lacrimogeni, petardi e manganellate.

Poi si e’ avviato il teatrino delle consuete condanne, prese di posizione, accuse reciproche, invocazioni all’ordine. Il piu’ attivo sul fronte delle assurdita’ e’ stato il ministro Sacconi, che ha detto: “Siamo in presenza di una violenza vergognosa che non ha la minima dignita’ politica, e’ una violenza comune che merita solo una parola: repressione”. Frase ad effetto, ma che a pensarci bene non significa nulla, come ha spiegato il leader del Pd, Pier Luigi Bersani: “E’ intollerabile e incredibile che dentro manifestazioni abbiano trovato spazio e siano riusciti a inserirsi teppisti, violenti e Black Bloc ben riconoscibili, e che sia stato possibile produrre devastazioni in pieno centro a Roma. Esprimo a nome del Partito democratico la solidarieta’ agli agenti di sicurezza aggrediti e feriti e vicinanza a tutti coloro che hanno manifestato in modo pacifico. Chiederemo chiarimenti al ministro degli Interni sui fatti avvenuti e come non sia stato possibile prevenire episodi e scontri cosi gravi”.

La sintesi della giornata e’ deprimente. L’Italia ha ancora un governo, ma che vivra’ nei prossimi mesi le stesse tribolazioni di quello guidato nella scorsa legislatura da Romano Prodi, perche’ con tre voti di maggioranza la paralisi e’ assicurata.

Per evitare l’empasse Berlusconi dovra’ cercare di allargare la sua maggioranza e pensa forse all’Udc di Casini (che per ora non pare disponibile). Fini dopo aver incassato una sconfitta cosi dura forse assistera’ ad una piccola emorragia di suoi parlamentari, perche’ tutti tengono famiglia e bisogna proteggersi per il futuro. Pd e Idv continueranno nello sport dello ‘stop and go’ dei loro rapporti, mentre Vendola e compagni proseguiranno con il ritornello delle primarie senza pero’ elaborare alcuna strategia efficace per contrastare il berlusconismo e la crisi.

Cosi il ‘mercato delle vacche’ continuera’ ad asfissiare la vita democratica e le ripercussioni della crisi non troveranno quell’argine indispensabile per bloccare un declino che sta portando l’Italia a cadere in un baratro senza fondo.

In tutto questo il solo a sorridere e’ Bossi. Adesso il celtico padano e’ il vero body guard del Cavaliere e senza il suo partito il Pdl non ha alcuna speranza di resistere. Ma nessuno sembra voler affrontare il problema Carroccio ed imboccare la complicata strada che deve portare al suo isolamento. Perche’ una formazione razzista e xenofoba e’ pericolosa per l’intera nazione.

“Mala tempora currunt, sed peiora parantur” dicevano gli antichi romani: “Stanno passando brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori”.

Roberto Ba’rbera

(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)

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