A Siena chiusa la 2 giorni dedicata ai “Dialoghi tra ecologia ed economia”

terra-mani Cristiano Bottone – Città in transizione; Daniel Tarozzi – Decrescita felice; Domenico Finiguerra – Rete Comuni Virtuosi; Alberto Zoratti – Cooperativa Fair; Giorgio Mallarino – Bio Architetto; Luigi Doria – Università Bocconi di Milano; Pierluigi Paoletti – Arcipelago SCEC. I contributi donati nel corso della due giorni sono stati il segno di quanto fosse oggi maturo questo incontro: maturi i tempi per superare la principale malattia italica: l’autoreferenzialismo, il continuo riferimento alla propria sigla, gruppo, appartenenza.
Conclusione di un percorso intrapreso “dentro” la città di Siena, a partire dal mondo universitario; inizio di un successivo e ancor più impegnativo tratto di cammino condiviso con le molteplici realtà della vita civile di una città caratterizzata da una vita di Rioni – le Contrade – ancora viva ed in pieno fermento.
Questo in sintesi il senso di “UnicaMente, dialoghi tra ecologia ed economia”, in particolare dal punto di vista di “Risorse Comuni”, l’Associazione espressione di ArcipelagoScec nel senese.
L’altro, e non meno importante, è il punto di vista di ArcipelagoScec inteso nella sua eccezione complessiva, nazionale.
Momento di apertura ed accoglienza di quanti in Italia stanno operando per il bene comune, pur partendo da presupposti e progettualità diverse e specifiche.
Apertura ed accoglienza: i presupposti per compiere l’ulteriore salto di qualità indispensabile per permettere una conoscenza effettiva e chiara dell’universo espresso da Arcipelago, presso gli “altri”; per evolvere, all’interno, verso quel ruolo di “tessitore”, di impulsatore, di sollecitatore delle tante energie presenti sui territori: oggi frammentate, divise, spesso legate ad obiettivi parziali, incapaci di incidere profondamente nella vita complessiva delle comunità.
I contributi donati nel corso della due giorni sono stati il segno di quanto fosse oggi maturo questo incontro: maturi i tempi per superare la principale malattia italica: l’autoreferenzialismo, il continuo riferimento alla propria sigla, gruppo, appartenenza.
Da ognuno dei partecipanti è stato più volte ribadito che la conditio sine qua non per ottenere risultati veri, sia la condivisione di progetti ad ampio respiro, il superare anche visioni parziali, l’ideologismo, in primis, vero ostacolo ad ogni possibilità di un confronto basato sui comportamenti, sul chi siamo veramente nel nostro darci quotidiano.
Le esperienze raccontate da ognuno dei relatori riflettono questa urgenza, anche nella consapevolezza dell’insufficienza attuale: dall’idea di un “abitare” che rifletta una ricerca pratica di armonia interna ed esterna con il contesto in cui viviamo, descritto da Giorgio Mallarino attraverso il racconto di realizzazioni architettoniche attuali e vive. Il cercare sempre la persona dietro sigle ed appartenenze, anche in ambito lavorativo: non vedere, cioè, mai nemici da combattere, ma persone a cui mostrare modi diversi e concreti di convivere, lavorare, partecipare, essenza delle esperienze trasmesseci da Cristiano Bottone delle Città di Transizione; osservare l’evoluzione dei movimenti che dettero vita al commercio Equo, ampliandosi poi ai G.A.S. e da qui ai Distretti di Economia Solidale che divengono Reti, nazionali prima, internazionali poi, come evoluzione di un pensiero che vuole sempre più includere, sempre meno escludere: l’intervento di Alberto Zoratti della Cooperativa FAIR. Il richiamo al semplice buon senso nella ricerca dell’equilibrio tra l’esistere ed il produrre per meglio esistere; il rifiuto, quindi, di uno sviluppo che non sia quello di una socialità sempre più vogliosa di condividere il presente e non fantasticare un futuro a scapito del presente e dello stesso futuro, trasmessaci da Daniel Tarozzi del Movimento per la Decrescita Felice; coerente con l’esperienza dell’unico Amministratore Pubblico chiamato a contribuire all’incontro, Domenico Finiguerra, Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, in cui al centro permane il miglior uso dell’esistente e non lo sfruttamento continuato di risorse da cannibalizzare. Il tutto visto ed analizzato attraverso lo strumento oggi non semplicemente condizionante ma determinante il destino dei singoli come delle comunità: il denaro che può, deve divenire strumento di donazione continua delle nostre migliori vocazioni, qualità, potenzialità. La “Moneta di dono” è stata al centro dell’intervento di Luigi Doria della Bocconi di Milano, dove insieme a Massimo Amato e Luca Fantacci osano tutti i giorni parlare, insegnare, trasmettere l’idea primaria di un denaro senza interessi.
Questo l’ambiente in cui Pierluigi Paoletti, il nostro Presidente, ha potuto trasmettere quanto ha sviluppato, concettualmente e concretamente, ArcipelagoScec attraverso il progetto in assoluto più emblematico, sia socialmente che economicamente: gli Empori Territoriali.
L’intera mattinata di sabato è stata infatti dedicata alla descrizione del progetto ed ai contributi degli ospiti sullo stesso: questo era il vero obiettivo dell’incontro, far convergere esperienze, competenze, volontà su obiettivi specifici, fattivi in modo condiviso. Iniziare percorsi che passino dal parallelo alle convergenze, dal raccontarsi a distanza al complementarsi su obiettivi comuni.
Questa l’agenda dei prossimi mesi di Arcipelago su tutti i territori dove siamo presenti: conoscere, farsi conoscere, individuare obiettivi locali su cui iniziare percorsi di avvicinamento tenendo ben fermo il timone sul bene comune e, quindi, non su soluzioni tattiche, a breve respiro, ma su quanto sia sempre in grado di incidere profondamente nella cultura del fare, prima ancora che nel fare stesso.
Articolo tratto da: http://www.arcipelagoscec.net/perché-non-sia-unicamente-siena

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