Andreotti: un pentito al contrario

dal blog di Antonio Di Pietro

10 settembre 2010

 

Oggi sui giornali campeggiano lunghi articoli colmi di indignazione sulle dichiarazioni del senatore a vita Giulio Andreotti.
Giulio Andreotti e’ un pentito al contrario. Mentre quelli veri tradiscono la Mafia per collaborare con lo Stato, lui ha tradito lo Stato per collaborare con la Mafia. Lo dicono i fatti e le sentenze.
La sua ultima uscita sul compianto Giorgio Ambrosoli («se l’andava cercando») chiarisce, ancora una volta, la netta spaccatura che contraddistingue il Paese: l’Italia buona da quella marcia.
Le sue parole non mi hanno stupito per niente. Andreotti e’ stato solo coerente con se stesso e con la sua storia. Ambrosoli, giova ricordarlo, venne assassinato nel 1979 da un sicario ingaggiato dal banchiere Michele Sindona. Fra Sindona e Andreotti c’era un rapporto che andava ben al di la’ dell’amicizia e che intrecciava affari e interessi complessi da descrivere in questa sede, ma che fanno parte della storia di questo Paese.
Il senatore a vita, nominato tale da Cossiga, non ha fatto altro che essere se stesso: un colpevole di “partecipazione a Cosa Nostra”.
La prescrizione (Andreotti e’ un prescritto) e’ solo un cavillo giuridico che impedisce alla legge di portare a termine il suo corso. Dunque, ci troviamo di fronte ad un soggetto dal curriculum giudiziario molto variegato. Che offenda, post mortem, Giorgio Ambrosoli e’ nella normalita’ degli accadimenti. Le carceri sono piene, ad esempio, di gente che offende la memoria di Borsellino, di Falcone, di Impastato e cosi via.
La vera ipocrisia, in tutta questa faccenda, e’ solo quella del sistema politico attuale che si tiene in casa un senatore a vita come Andreotti. Un uomo del quale si conosce tutto da almeno vent’anni e che continua a sedere fra i banchi del Parlamento. I veri ipocriti sono quei politici che arraffano il suo voto da senatore a vita finche’ gli fa comodo, e poi inveiscono contro di lui quando esprime cio’ che e’: un prescritto per reati di mafia.

(Tratto da: http://www.stampalibera.com)

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