Carceri, e’ sempre emergenza

(Fonte: Inviatospeciale.com/)

Dall’inizio dell’anno 83 morti in cella

Il suicidio tre giorni fa di Alessandro Lamagna, 34 anni, nel carcere di Salerno ha portato a 83 il numero di persone morte in cella dall’inizio dell’anno. Ventitre’ si sono impiccati, 54 sono morti per malattia o cause da accertare, sei hanno inalato il gas della bombola da campo che hanno in uso. Sale cosi a 1.680 il numero di detenuti morti nei penitenziari italiani dal 2000 a oggi: di questi, in 583 si sono tolti la vita.

La situazione delle carceri italiane, dunque, peggiora di giorno in giorno. ‘Nelle carceri si muore cosi spesso perche’ negli ultimi 20 anni sono diventate il ricettacolo di tutti i disagi umani e sociali”, denuncia l’Osservatorio permanente sulle morti in carcere.

E a riprova di cio’ ci sono i numeri allarmanti sul sovraffollamento. Al 7 settembre 2009, infatti, i detenuti presenti nelle carceri erano 64.179, a fronte di una capienza regolamentare di 43.327 e di una capienza tollerabile di 64.111 persone. Da notare come per capienza tollerabile si intenda la ‘situazione limite oltre la quale il trattamento di recupero alla societa’ dei detenuti e’ seriamente compromesso’, mentre per capienza regolamentare il ‘numero di posti stimati affinche’ un carcere possa funzionare correttamente secondo i dettami della Costituzione’.

Allarmanti anche i numeri del personale di polizia penitenziaria. Gli agenti presenti, infatti, sono circa 35.300, 6.000 circa in meno di quanti ne sarebbero previsti.

In una situazione del genere, dunque, non deve sorprendere piu’ di tanto il numero di decessi. Da considerare, inoltre, che due terzi dei reclusi hanno meno di 40 anni e che, in una condizione di liberta’, molto raramente questi  morirebbero per ‘cause naturali’ vista la loro giovane eta’.

‘Se la stessa frequenza dei decessi in carcere si verificasse nell’intera popolazione italiana – sostengono ancora all’Osservatorio permanente sulle morti in carcere – assisteremmo ogni anno alla scomparsa di tanti under 40 quanti ne abitano in una citta’ delle dimensioni di Firenze”.

I dati sulle morti per “cause naturali” sono, quindi, da prendere estremamente con le molle. Basti immaginare che la frequenza di suicidi all’interno delle carceri e’ almeno 20 volte superiore a quella del resto della societa’. Non solo: ogni anno si verificano in media un atto di autolesionismo ogni 10 detenuti, uno sciopero della fame ogni 11 e un rifiuto delle terapie mediche ogni 20. Si tratta di dati che emergono da ‘In carcere: del suicidio ed altre fughe’, ricerca edita dalla rivista ‘Altri Orizzonti’, redatta dal carcere Due Palazzi di Padova. Le motivazioni addotte dai detenuti sono le limitazioni di occasioni di socialita’ e di tutti i contatti con l’esterno: condizioni che rendono ancora piu’ invivibili le carceri italiane.

Ma non e’ tutto: una recente ricerca del Simpse (Societa’ italiana di medicina e sanita’ penitenziaria) ha riscontrato che solo il 20 per cento dei detenuti e’ in buone condizioni di salute. Mentre, negli ultimi tre anni, le risorse destinate al lavoro intramurario (comprendenti le retribuzioni per i detenuti) sono diminuite del 32 per cento, passando o da 71 milioni di euro a 48. Risultato: minore pulizia delle celle, manutenzione delle strutture sempre piu’ carente, maggiore poverta’ tra i detenuti.

Gioverebbe ricordare che il sistema carcerario italiano ha finalita’ rieducative. In verita’, pero’, sempre di piu’ i detenuti vengono privati di molti diritti elementari.

Davide Falcioni

(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)

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