Emergency Afghanistan: uno sporco affare

(Fonte: Inviatospeciale.com/)

Secondo ‘The Times’ ci sarebbero confessioni. Ma la vicenda e’ improbabile e potrebbe nascondere una terribile macchinazione.

Un alto funzionario del governatorato della provincia di Helmand, Daoud Ahmadi, ha detto alla edizione on line di ‘The Times’: “Tutti e 9 gli arrestati hanno confessato” ed ha aggiunto: “Erano accusati di avere legami con Al Qaeda e i terroristi. Hanno riconosciuto il proprio crimine. Hanno detto che c’era un piano per compiere attentati suicidi negli affollati bazar, il compound del governatore Gulab Mangal, che volevano uccidere”.

Secondo il giornale britannico, Ahmadi avrebbe specificato che “nel corso delle perquisizioni abbiamo trovato esplosivi, comprese delle granate, cinture esplosive ed armi nascoste nelle scatole delle medicine”, ed inoltre che “i fermati avevano legami con la Shura Quetta talebana, il consiglio ribelle in esilio in Pakistan e sono stati pagati 500 mila dollari per compiere l’attacco”.

Quindi il funzionario ha reso noto che “l’intelligence ha controllato l’ospedale per oltre un mese”.

Pero’, secondo il ministero dell’Interno del governo di Kabul, “le indagini continuano e per il momento non si puo’ fare alcuna ipotesi sugli sviluppi”.

Mentre il ‘colpevolista’ Ahmadi dopo poche ore ha smentito se stesso e ‘The Times’, spiegando di non aver mai detto quello che il quotidiano ha pubblicato, ma solo che Garatti “stava collaborando e rispondendo alle domande”, che il supposto attentato “e’ responsabilita’ di alcuni individui”  e che “questo non significa che l’intero ospedale di Emergency doveva portare a termine la missione. Spero che gli italiani collaborino con noi per fare pulizia di certa gente con intenti criminali”.

I tre operatori umanitari italiani erano stati arrestati sabato a Lashkar Gah da uomini dei servizi segreti afgani e da militari inglesi dei corpi speciali.

Le ricostruzioni ufficiali di fonte afgana avevano  subito sostenuto che il chirurgo bresciano Marco Garatti, il coordinatore medico dell’ospedale, l’infermiere Matteo Dell’Aira e Matteo Pagani, il logistico della struttura, in accordo con sei cittadini afgani anch’essi catturati, erano coinvolti nel tentativo organizzato da un gruppo talebano che opera dal Pakistan di compiere un attentato contro il governatore della provincia, Gulab Mangal.

In un filmato girato dalle forze britanniche durante la perquisizione compiuta nell’ospedale si vedono alcune armi sequestrate.

Nel 2007, durante il rapimento del giornalista de ‘La Repubblica’, Daniele Mastrogiacomo, avvenuto sempre nell’area di Lashkar Gah, furono assassinati Sayed Agha e Ajmal Naqshbandi, che viaggiavano col reporter italiano. Secondo voci mai verificate, il primo dei due lavorava come informatore per le forze armate inglesi.

Dopo la liberazione di Mastrogiacomo fu arrestato il ‘mediatore’ della trattativa, ovvero il capo del personale dell’ospedale di Emergency, Rahmatullah Hanefi, sospettato dai servizi afgani di essere un complice dei talebani. Salvo poi essere scarcerato dopo tre mesi e prosciolto da ogni accusa.

Ieri la Cnn ha riaperto anche questo caso, sostenendo che i tre arrestati  dalla sicurezza afgana sarebbero ritenuti anche responsabili della morte di Naqshbandi. Ma senza citare fonti dirette ed ignorando che i tre all’epoca erano altrove.

Intanto, la reazione dell’associazione umanitaria e’ stata molto dura. Ha detto il suo fondatore, Gino Strada, durante una conferenza stampa tenutasi ieri a Milano: “I nostri medici sono stati rapiti dalla polizia del governo Karzai, quel governo difeso dalla coalizione internazionale della quale fa parte anche l’Italia. La coalizione internazionale e’ li a difendere quel governo”. Poi ha aggiunto: “In Afghanistan e’ scattata una vera e propria guerra ad un ospedale. La cosa non mi sorprende per certi aspetti perche’ e’ la logica di una guerra preventiva dove si vuole togliere di mezzo un testimone scomodo come siamo noi”.

Secondo Strada, “quello che preoccupa e’ che azioni come quelle di ieri vengono effettuate da forze della coalizione della quale il nostro Paese fa parte e preoccupa che forze afghane possano rapire, non arrestare ma rapire, persone nella peggiore tradizione terroristica” ed ha continuato: “E’ iniziata una guerra preventiva per togliere di mezzo un testimone scomodo prima di dare il via ad un’offensiva militare in quelle regioni”.

Infine, il fondatore di Emergency ha accusato: “Abbiamo a che fare in Italia con qualcuno che protegge un governo che arresta i nostri medici perche’ siamo testimoni scomodi” e ricordato che “l’Italia, con piu’ di tremila soldati, fa parte delle forze della coalizione ed ogni giorno paghiamo 2 milioni di euro per proteggere il governo afghano che ha arrestato, o meglio rapito, personale medico. Se fossi un politico ci farei sopra una bella riflessione”.

Sul fronte diplomatico il sottosegretario agli Esteri della Farnesina, Alfredo Mantica, ha dichiarato: “Il governo italiano deve accertare la verita’, mi auguro che la verita’ dia ragione a Gino Strada, ma ho delle perplessita’”.

L’esponente del centro destra ha quindi stranamente precisato: “E’ la seconda volta che Emergency finisce nel mirino delle autorita’ afghane. La prima volta fu durante il rapimento del giornalista di ‘Repubblica’, Daniele Mastrogiacomo, quando ci furono molti commenti sull’operazione di mediazione di Gino Strada, sul suo modo di aggredire le istituzioni italiane che stavano lavorando per la liberazione del reporter e la sua conseguente decisione di abbandonare l’Afghanistan. E’ un secondo incidente che deve far riflettere Gino Strada e la sua organizzazione, forse da umanitario fa un po’ troppa politica”.

Quindi Mantica ha detto la cosa piu’ preoccupante: “Forse il modo di muoversi di Emergency in Afghanistan non e’ del tutto coerente con quella che e’ l’azione del governo locale e delle truppe Isaf. E infatti nell’ospedale non sono entrati solo i servizi segreti afghani, ma anche l’Isaf”.

Per il nostro sottosegretario le organizzazioni non governative dovrebbero essere ‘coerenti’ coi governi o con i militari di una delle forze in campo, rinunciando alla neutralita’ che e’ alla base della loro stessa funzione. Una posizione che in nessun altro Paese democratico nessun rappresentante politico sosterrebbe mai.

D’altra parte Strada ha dato buon aiuto a Mantica, esternando valutazioni sull’operato del governo Karzai o sull’attivita’ della coalizione, che in linea di principio non dovrebbero rientrare nella ‘ordinaria amministrazione’ di un dirigente umanitario e nella posizione super partes richieste alle Ong.

In questo triste gioco delle parti, le parole Strada e quelle di Mantica hanno riproposto lo schema tipico italiano, quello dello scontro tra aree di ‘pensiero’ (se cosi possono essere definite) che prescinde da alcune considerazioni concrete e che alimenta una cultura del ‘tifo’ assolutamente intollerabile.

Nelle zone di guerra e’ frequente che ‘strani’ intrecci coinvolgano servizi segreti, militari, autorita’ politiche, societa’ che forniscono mercenari, gruppi industriali ed anche personale umanitario.

Perche’ i conflitti sono prima di tutto dei colossali ‘affari’ e uccisioni, rapimenti, arresti o azioni di intimidazione sono strumenti per lanciare avvertimenti, per ‘far capire’ quello che a parole o con le armi non e’ possibile comunicare o ottenere.

Nell’affaire in corso si riscontrano alcuni controsensi. Se i servizi segreti di qualcuno (afgani, inglesi, Isaf – Nato, americani? ancora non e’ chiaro) tenevano da un mese sotto controllo l’ospedale della associazione italiana, come e’ possibile che i nostri 007, le nostre forze militari o la Farnesina non ne fossero al corrente o non se ne siano accorti?

Dopo l’arresto come mai non si e’ ottenuto di fornire ‘assistenza’ immediata ai nostri concittadini da parte delle autorita’ militari italiane, che hanno indubbiamente il ‘potere’ per ‘collaborare’ con le fragilissime e male organizzate ‘autorita’ afgane’?

Come mai l’operazione e’ stata filmata quasi si trattasse di una perquisizione a ‘colpo sicuro’ dai militari inglesi? Che ruolo ha Londra in questa vicenda?

In passato, nei casi nei quali personale civile italiano e’ stato vittima di sequestri, non solo in Afganistan, ma anche in Iraq, non si e’ mai capito se siano stati pagati riscatti, se per la liberazione siano stati fatti accordi segreti, quali siano state le contropartite offerte dai governi sia di centro sinistra che di centro destra e dai servizi segreti ai rapitori, o meglio ai loro mandanti.

Questo ha oggettivamente indebolito la sicurezza dei nostri connazionali, perche’ chi e’ disponibile a ‘trattare’ incoraggia inevitabilmente chi intende mettere in atto azioni spregiudicate. In quel Paese, inoltre, la corruzione non e’ un fenomeno sconosciuto e raggiunge anche livelli molto elevati nelle amministrazioni pubbliche.

L’episodio che ha coinvolto Emergency a Lashkar Gah e’ per ora oscuro ed induce a pensare che ‘qualcuno’ abbia ben organizzato un tranello ai danni della associazione umanitaria. C’e’ da chiedersi, in questa eventualita’, chi sia il mandante e come mai il pur prestigioso ‘Timesonline’ (inglese) abbia con tanta rapidita’ rilanciato la notizia di una ‘confessione’ poi parzialmente smentita. Perche’, poi, i militari britannici erano al seguito degli agenti afgani?

Indifferibile, inoltre, appare la necessita’ di una perentoria richiesta da parte del nostro ministero degli Esteri di vedere i tre arrestati, poiche’ le ‘confessioni’ dovrebbero indurre ad una qualche attivita’ per prevenire abusi. In Afghanistan non sono noti i diritti civili, ne’ ai talebani ne’ alle forze governative sostenute dalla coalizione.

Invece, un esponente della maggioranza, il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha detto: “Sul caso Emergency-Afghanistan il governo italiano deve intervenire, ma per le ragioni opposte a quelle citate da certi personaggi. Gia’ in occasione di altre vicende emersero opinabili posizioni e contatti di questa organizzazione. Ora, che ci fossero armi in luoghi gestiti da questa gente si e’ visto chiaramente su tutte le televisioni. Il nostro governo deve tutelare la reputazione dell’Italia che impegna le proprie Forze armate in Afghanistan e in altre parti del mondo a tutela della pace e della liberta’ minacciate dal terrorismo. Chi dovesse vigilare poco, e siamo generosi a limitarci a questo, crea un gravissimo danno. Ci riferiamo ad Emergency. L’Italia non puo’ essere danneggiata da queste situazioni. La nostra linea e’ chiara. Quella di altri no”.

Parole gravi, perche’ i governi seri e democratici, a prescindere dall’accertamento dei fatti, prima di tutto tutelano l’incolumita’ fisica ed i diritti dei propri cittadini all’estero. Ma anche lo ‘sporco’ affare afgano spinge il governo alla propaganda e il fatto non deve rallegrare nessuno. Chiunque potrebbe trovarsi in difficolta’ al di fuori del nostro Paese e se anche le tutele sono legate alle appartenenze partitiche siamo tutti in pericolo.

Il berlusconismo si distingue come sempre.

(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)

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