Il successo dei prodotti etici e del commercio equo inglesi

Qualche tempo fa ho scritto un breve articolo su questo stesso sito che presentava, tra l’altro, qualche spunto critico relativo ad alcuni aspetti della gestione operativa del settore del commercio equo e solidale. Ho dovuto subito registrare in proposito diverse osservazioni critiche al mio scritto che provenivano, in particolare, da alcuni esponenti autorevoli di quello stesso mondo.

Non ho cambiato idea sulle cose che avevo scritto ”per la verita’ nella mia nota riportavo soprattutto dei fatti – ma tutto sommato, avendo io in generale un’opinione positiva degli sforzi portati avanti dal settore dell’equo e solidale a favore dei contadini dei paesi poveri, mi sono sforzato in queste settimane di ricercare sulla stampa internazionale delle analisi e valutazioni positive sul settore ed ho trovato diversi spunti che andavano in tal senso.

In particolare Rebecca Smithers scrive sul quotidiano britannico The Guardian e riporta i dati salienti di una ricerca pubblicata sempre in dicembre, come ogni anno, dalla Banca Cooperativa di quel paese. Tale ricerca fa riferimento all’andamento della spesa dei consumatori inglesi per il settore dei prodotti etici in generale e per quello dei prodotti equi e solidali in particolare. Tale spesa, annuncia il giornale riportando i dati salienti della ricerca, e’ sostanzialmente triplicata nell’ultimo decennio, mentre quella generale dei consumi del paese e’ aumentata nel periodo del 58%. La spesa per i prodotti etici si collocava in totale ad un livello di 13,5 miliardi di sterline nel 1999 ed era cresciuta sino a 36 miliardi dieci anni dopo. La spesa media per ogni famiglia era cosi aumentata nel periodo da 241 a 735 sterline ed oggi, secondo la ricerca, un adulto su due del paese afferma di aver fatto almeno un acquisto di prodotti etici nel 2008. La ricerca sottolinea peraltro come la quota dei consumi etici su quelli totali del paese ” pari nel 2008 a 891 miliardi di sterline – rappresenti ancora una percentuale molto ridotta, anche se in rilevante crescita nel tempo.

In tale quadro, spicca per la sua dinamicita’ il settore del commercio equo e solidale. Secondo i dati riportati sempre nella ricerca citata, la spesa per tale comparto era stata pari a 22 milioni di sterline nel 1999 ed era cresciuta sino a 635 milioni dieci anni dopo – quindi con una dinamica di incremento molto superiore a quella generale dei prodotti etici – mentre le previsioni per il 2010 parlano di una cifra che dovrebbe collocarsi intorno ad 1 miliardo di sterline e mentre le prospettive di medio termine appaiono ancora piu’ favorevoli. Con queste cifre la Gran Bretagna si tende indubbiamente a collocare tra i paesi di punta per lo sviluppo del fenomeno.

Da segnalare che la Banca Cooperativa, che e’ un’istituzione particolare, era stata la prima organizzazione del paese a sostenere il concetto di commercio equo e solidale 15 anni fa in Gran Bretagna, cominciando gia’ allora ad inserire i prodotti del settore nella sua rete di supermercati. Nell’ambito dei prodotti etici hanno avuto nel periodo una forte crescita nel paese in particolare anche le vendite dei prodotti verdi per la casa.

(Tratto da: http://www.finansol.it)

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