Come passare ad una societa’ del ben-essere

Dopotutto, per quale altro motivo una scelta sociale dovrebbe essere considerata preferibile rispetto ad un’altra se non per produrre migliori effetti sul benessere?

Gli studi sulla felicita’ hanno documentato una tendenza di lungo periodo molto deludente del benessere nei paesi occidentali. Generalmente esso non e’ aumentato nel 2° dopoguerra nonostante l’enorme crescita economica. In casi rilevanti, come negli USA, e’ diminuito.

Le ricerche mostrano che la crescita economica ha un debole impatto sul benessere e che altri fattori, in particolare la qualita’ della esperienza relazionale degli individui, hanno maggiore importanza. In particolare hanno grande importanza le relazioni intime, le relazioni inter-generazionali, quelle sociali e di lavoro.

Gli studi chiariscono inoltre che una serie di caratteristiche dell’ambiente economico e sociale hanno influenza sulla qualita’ della esperienza relazionale. Ad es. il modo in cui organizziamo le nostre citta’, le scuole, il lavoro, i media, la sanita’. In tutti questi campi dovremmo implementare specifiche politiche, dette ‘relazionali’, mirate all’aumento del benessere. Lo spazio di questo articolo consente solo pochi cenni sull’argomento, sviluppato estesamente in un mio libro di futura pubblicazione, (Manifesto per la felicita’, come passare dalla societa’ delben-avere a quella del ben-essere)

Nelle politiche urbane la questione cruciale per le relazioni e’ l’organizzazione dello spazio e dei trasporti. Le relazioni richiedono spazi pubblici pedonali di qualita’ e trasporti non invasivi per i pedoni e le biciclette. Un priorita’ elevata dovrebbe essere accordata a sviluppare le possibilita’ relazionali dei bambini.

Per quanto riguarda la scuola, essa e’ interamente focalizzata su di una accezione restrittiva dello sviluppo delle capacita’ cognitive e dovrebbe essere radicalmente ripensata al fine di fornire una formazione emotiva e relazionale, che attualmente scoraggia. Questo non implica alcuna rinuncia alla formazione di individui produttivi. La scuola attuale e’ inadeguata per la formazione di capacita’ creative e relazionali che sono fondamentali in una economia sempre piu’ post-industriale.

Le ricerche mostrano che la soddisfazione per il nostro lavoro e’ una componente fondamentale della soddisfazione che proviamo per la nostra vita. La soddisfazione per il lavoro dipende fortemente dalla qualita’ delle relazioni che sperimentiamo in tale ambito e questa a sua volta e’ fortemente influenzata dalla organizzazione del lavoro. La tendenza di quest’ultima negli ultimi 25 anni ha completamente trascurato questi aspetti dato che e’ stata: piu’ stress, piu’ incentivi, piu’ competizione, piu’ pressione. Questa tendenzanon produce ne’ relazioni migliori, ne’ lavoratori felici, ne’ piu’ produttivi. Infatti molti studi documentano una forte correlazione tra produttivita’ e benessere dei lavoratori. Gente piu’ soddisfatta lavora meglio, compie meno errori ed e’ piu’ efficace come risolutrice di problemi. È dunque possibile coniugare benessere e produttivita’ lasciando spazio a modello organizzativi che facciano piu’ ampia leva sulle motivazioni non monetarie e su un serie di innovazioni che facilitino la compatibilita’ tra lavoro e vita familiare.

Per quanto riguarda la pubblicita’ essa influenza in modo profondamente negativo il nostro benessere, il nostro modo di pensare, le nostre relazioni. Questa influenza e’ molto amplificata nei bambini rispetto agli adulti. La mole di pubblicita’ a cui siamo sottoposti dovrebbe essere drasticamente ridotta, specialmente quella diretta ai bambini. Una elevatatassazione della pubblicita’ ed un bando della pubblicita’ televisiva diretta ai bambini dovrebbero essere seriamente considerati.

Infine un cenno sulla sanita’. Gli studi mostrano una correlazione molto forte tra la salute ed il benessere e persino tra benessere e longevita’. Dunque la vera prevenzione delle malattie e’ l’aumento del benessere. Questo dovrebbe risultare in una minor pressione sanitaria. Inoltre la qualita’ della relazioni tra il paziente ed il personale terapeutico e’ fondamentale per l’efficacia della terapia. Ma l’importanza degli aspetti relazionale e’ del tutto trascurata nella attuale formazione dei medici e nella organizzazione della sanita’.

In conclusione gli studi sul benessere sono un terreno molto fertile per l’innovazione delle agende politiche. Il benessere e’ un criterio di organizzazione sociale che non viene normalmente considerato nelle scelte sociali. Una buona parte della spiegazione del perche’ l’attuale sistema economico e sociale non produce individui piu’ felici e’ che non e’ fatto per questo. I criteri che prevalgono sono altri.

L’importanza della qualita’ della esperienza relazionale nel determinare il benessere degli individui pone in nuova luce la contrapposizione tra stato e mercato che ha attraversato gli ultimi due secoli. Tale contrapposizione appare fuorviante perche’ la parte fondamentale del benessere non viene fornita ne’ dallo stato ne’ dal mercato, ma dalle reti di relazioni sociali. Esse sono importanti per il benessere sia perche’ hanno un impatto diretto su di esso sia perche’ facilitano la cooperazione per scopi economici tra gli individui. Il punto importante e’ che, sia lo stato che il mercato, possono fornire importanti contributi alla formazione e sostenibilita’ delle reti di relazioni oppure possono ostacolarla. Il loro impatto sulle relazioni dipende da come stato e mercato sono usati e dal mix prescelto. Gli studi sulla felicita’ possono fornire una guida efficace in questo tipo di scelte.

(Tratto da: http://www.benecomune.net)

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