Vivere nel 1400

di Gaspare Armato La storia non è solo una serie di sterili date, di noti eventi, di famosi nomi, è fatta anche di quotidianità, di accadimenti popolari, di piccole vicende. Per meglio comprendere un determinato periodo bisogna analizzare altresì la vita di tutti i giorni, la vita del popolo, dei contadini, degli artigiani, di coloro senza i quali i fatti non avrebbero senso. Facciamo i curiosi e apriamo, osserviamo, studiamo una casa tipica dell’Italia centrale del ‘400. Differenziamo innanzitutto fra una costruzione di una persona agiata e una meno agiata, per esempio un contadino o un artigiano. In una dimora del ceto medio non dovevano mancare le botti piene di vino, di aceto, un torchio da uva, un bigoncio, una piccola caldaia. La camera matrimoniale aveva un buon letto con baldacchino, materasso, cuscino, federa, un paio di lenzuola, un piumino per coprirsi nelle fredde giornate invernali, un banco e qualche sacco di grano nascosto come riserva alimentare. Inoltre, orci per l’olio, tovaglie, asciugamani, camiciotti, cappucce, calze. Se quella casa aveva una seconda camera, ecco allora un altro letto con relativo materasso, coperta, federa e piumino, vestiti. La cucina era un elemento importante, dove ci si riuniva, si cucinava, si preparava il pane. Qui c’era un pentolino, una pentola e un pentolone, un paio di molle da fuoco, un attizzatoio, lucerne, mestolo di ferro, grattugia e perfino un paio di padelle. Certamente era presente una buona e grande tavola con rispettiva tovaglia, oltre a un paio di panche, qualche paniere, scodelle e piatti. Tutto qua. Come? Mi domandate: e il bagno? Beh! La selvaggia natura aiutava a nascondersi dagli altrui occhi indiscreti; all’aperto, insomma! Frughiamo adesso la casa di una persona meno agiata, verrebbe meglio scrivere mediamente povera. Un letto fatto di assi, poca biancheria e pochissime stoviglie, un tavolo, qualche sedia, un paio di panche. Quasi sempre c’era un grosso sacco pieno di paglia, un materasso, un copriletto e, nel migliore dei casi, lenzuola e federa; presente un asciugamano anche se logoro dall’uso. La tavola era fatta da alcune lamine di legno sostenute da due cavalletti, poi qualche sgabello, un paio di botticelle, bacinella e pentolino di rame, piatti di legno, un calderone, un imbuto, un piccolo tino. In una famiglia cattolica non mancava il crocifisso, in legno, posto dentro un tabernacolo. Normalmente si dormiva insieme in un’unica camera e nello stesso luogo si cucinava. Non si conosceva il bagno. Cosa si mangiava? Come sempre le cose di buona qualità andavano a chi poteva pagarle, ragion per cui la classe agiata comprava frutta, verdure, carni sottosale, cacciagione. Al povero contadino gli restava il solito pollo, il maiale ingrassato a stento o l’agnello scappato dall’ovile del vicino, nonché cereali, qualche volta grano, più comune segale e orzo. Ortaggi e legumi erano disponibili nella giusta epoca di raccolta: lattughe, rape, cipolle, zucche, cavoli. Patate e pomodori arriveranno dopo la scoperta dell’America nel 1492. Tutto ciò sempre e quando l’annata era buona. Il consumo di formaggi, latticini e uova ebbe un incremento dopo il ’300. A proposito, si mangiava con le dita, ricchi e poveri. Un solo coltello serviva a tagliare la propria porzione di carne, che veniva portata alla bocca con le mani. Non era ancora diffuso l’uso della forchetta. Il brodo e la zuppa erano bevuti direttamente dal piatto o dal recipiente. Come ci si vestiva? Il popolo: le donne avevano lunghi e semplici vestiti ricoperti da un grembiule, il capo coperto da una cuffia. Gli uomini portavano un cappello, tuniche corte e la solita calzamaglia colorata. Le scarpe erano aderenti, a punta. Il ceto medio usava un largo copricapo, tuniche bordate di pelliccia, calzamaglia e scarponcini aderenti. Le nobildonne, lunghi e ampi abiti che strisciavano per terra, alcune volte di seta abbelliti di pelliccia o di merletti. Un fazzoletto dalla testa scendeva fin sulle spalle. Ricordiamo che il secolo precedente era stato un triste periodo non solo per l’Italia, ma anche per l’Europa in generale, in quanto una terribile peste aveva decimato buona parte della popolazione. Si passò da 73 milioni di persone nel 1.300, a poco più di 45 milioni nel 1.400. La carente alimentazione e le pessime condizioni igieniche erano la principale causa di una cattiva salute del popolo.


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