La generazione diffusa dell’energia elettrica è già tra noi

La sfida per il futuro nella produzione di energia elettrica sarà quella della generazione distribuita. Non più grandi centrali e poi la rete di distribuzione per portare energia elettrica nelle case e a sostegno delle attività, ma ad ognuno la propria centralina e la quota di energia in surplus rispetto al fabbisogno sarà gestita con rete elettriche intelligenti (Lucia Venturi, Greenreport).


Sembra ancora un quadro da favola, data anche la mole di investimenti che ancora vengono destinati ai grandi impianti di produzione energetica, per non parlare poi del ritorno alle centrali nucleari che si vogliono reimpiantare in Italia, ma in realtà la produzione diffusa di energia sta trovando sempre più strumenti per potersi affermare.

In Germania, paladina del sistema di scambio sul posto e delle norme per incentivare le energie rinnovabili, la Volkswagen sta mettendo a punto mini centrali funzionanti con i motori della Golf, che alimentati a metano attivano un generatore in grado di garantire l’approvvigionamento di energia elettrica in ogni casa dotata di un piccolo spazio per poterle installare. L’efficienza di produzione garantita sarà del 94% e grazie all’accordo che la casa automobilistica ha fatto con una società che già produce e fornisce energia nel nord ovest della Germania, la Lichtblik, la quota di produzione residua, potrà essere immessa in rete e rivenduta ad altri utenti.

Si tratta pur sempre di centraline a metano, si potrà obiettare, ma intanto si va nella direzione della microgenerazione diffusa che è la riposta futura all’attuale modello di produzione energetica che stenta ad essere dismesso e che si basa appunto ancora su grandi impianti di produzione e su un modello di distribuzione unica che va dalla fonte alla periferia.

Il problema sta poi nella distribuzione dell’energia prodotta in maniera diffusa che necessita di nuovi sistemi di gestione in grado di accogliere e di redistribuire quanto viene prodotto in surplus.

Su questo la Germania assieme ad altri cinque paesi, tra cui l’Italia, ha aderito ad un progetto per avviare la sperimentazione di reti elettriche intelligenti, le cosiddette smart grid, nell’area alpina.

Alpenergy, questo il nome del progetto, che ha coinvolge anche la Svizzera, la Francia l’Austria e la Slovenia, ha l’obiettivo di sviluppare un modello di rete intelligente da applicare a livello locale, in grado di accogliere e redistribuire i flussi di energia che provengono dalle centraline di produzione distribuite e alimentate con fonti energetiche rinnovabili.

Il sistema cercherà di integrare reti elettriche e reti di comunicazione per gestire il carico e la produzione di energia elettrica nelle diverse aree cui il progetto si riferisce. Ovvero in grado di conoscere la richiesta in termini di consumi energetici e la quantità di energia prodotta e da armonizzarne la distribuzione, sincronizzando la produzione e regolando l’erogazione sulla base della domanda .

Un sistema in grado di gestire le punte di carico attraverso un software di gestione che interviene sul bilanciamento della produzione e fornisce indicazione per la regolamentazione dei consumi, agendo quindi anche come promoter di un uso razionale dell’energia e aiutando a prevenire gli sprechi.

In Italia questo nuovo sistema entrerà nella fase di sperimentazione, prevista per il prossimo anno, prima a Mantova e poi a Belluno e in Val d’Aosta e al progetto stanno lavorando i dipartimenti di ingegneria gestionale e energia del Politecnico di Milano che attraverso la sua Fondazione è partner di Alpenergy. Il futuro è già qui, basta andare a cercarlo.

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