Forse accumulano meno difetti socioecologici delle bibitazze multinazionali, ma sono lo stesso pesantucce per l’ambiente le varie altre bevande a base di frutta, succhi concentrati, succhi diluiti ecc., in tetrapak come in bottiglia o lattina di banda stagnata. Anche quelle producono rifiuti e, a meno che non siano di produzione locale, girano il mondo fra materia prima e confezionamento e distribuzione. Inoltre i succhi e le spremute, pastorizzati perché si conservino, hanno perso buona parte delle vitamine.
Magari più nutrienti in proteine e sali minerali sono i vari tipi di latte, animali o vegetali. Ma attenzione a usarli con larga manica, al posto dell’acqua: a meno che non siano distribuiti alla spina generano quotidiani rifiuti in tetrapak o plastica (e abbiamo detto tante volte che non far rifiuti è molto meglio che riciclarli).
Le alternative davvero light sono tante.
1) Succhi di casa. Fare in casa le spremute fresche di arance italiane (magari comprate con un Gas-Gruppo di acquisto e magari rosse, più buone eppure meno desiderate) è facile, non richiede macchinari (viva lo spremiagrumi manuale) ed è possibile per molti mesi all’anno. Non è poi difficile fare i succhi – di pesca o albicocca, di mela o pera – in casa (vedere su internet o consultare il manuale Le ecoconserve di Geltrude di Stampa alternativa). Una manna per la vista è il succo di mirtillo: acquistare le bottigliette concentrate da diluire sembra costoso ma il prodotto finale diluito ha in litri lo stesso prezzo di una bibita chimica in lattina.
2) La nostra gassosa-nature. Ecco la gassosa naturale autoprodotta e senza brevetto: emulsionare in un bicchiera metà miele e metà limone, poi versare in una bottiglia dal tappo a scatto, riempirla d´acqua e aggiungervi i frizzanti preparati per acqua da tavola; agitare per un po´ ed è fatta.
3) Liquirizia delizia. Squisitezza energetica estiva la «bibita di liquirizia» a freddo: schiacciarne con le pinze da elettricista due bastoncini (di cui fare una scorta grazie a un viaggio in Abruzzo o Calabria o a ordini attraverso gruppi d’acquisto), e immergerli nell’acqua di una caraffa; in frigo per una notte, poi mescolare e servire. I due bastoncini bastano per più di una preparazione.
4) The per tutti i gusti. Il tè freddo, verde o nero, aromatizzato con zenzero a fettine sottili sottili o limone, perché comprarlo già fatto e conservato in bottiglie o bicchierini? Lo facciamo in poco tempo a casa, lo raffreddiamo e ce lo portiamo ovunque in thermos o borraccia!
5) Certo esistono bibite scure e chiare non multinazionali. Alcune – come chinotto, spuma, cedrata, gassosa – sono italianamente storiche e indubbiamente gustose, ma hanno analoghi problemi di involucro e zero nutrimento. Meglio allora il guaranito, la prima soda del commercio equo, prodotta con estratto secco di guaranà dell’Amazzonia brasiliana, zucchero integrale di canna e nient´altro. Testimone di biodiversità, sostegno all’economia degli indios, energetico. Si preparano moltissimi bicchieri con una bottiglia di sciroppo, da preferire indubbiamente alla lattina o alla bottigliona già pronta.
PS. Su birra e vino: ci asteniamo. Ma che siano biologici. Sono un piccolo lusso, non graviamo sull’ambiente concedendocelo.
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