Fosforo bianco anche nelle zone dei militari italiani. L’Italia sapeva.

Sin dalla prima volta avanzammo il sospetto. Da oggi, con le ammissioni del giornalista embedded Adam Mynott della BBc, è una certezza: è stato sparato fosforo bianco anche nelle zone in cui hanno operato e continuano ad operare i nostri militari.  Siamo certi peràƒÂ² che questa volta il solito “copione” non possa più reggere (…non sapevamo…chiederemo subito spiegazioni agli americani…).

Sebbene il più assiduo difensore dell’ex Ministro Mattarella (vedi uranio nei Balcani) si è dimostrato essere l’attuale Ministro della Difesa On Martino, è chiaramente improponibile la solita scusa del non vedo, non sento, non parlo. Il fosforo bianco è mortale immediatamente dopo l’esplosione ed è pericolosissimo nel tempo.

Invisibile e  altamente tossico. Difficile da smaltire se inalato, anche in piccole dosi, causa ustioni interne che possono degenerare in emorragie fatali. Fin dal 1901 (una legge del 28 maggio) gli USA vietarono addirittura la produzione di fiammiferi contenenti il fosforo. Giàƒ all’epoca dunque scoprirono quanto fosse pericoloso quell’agente chimico!

Troppe ombre si stanno addensando anche sull’impiego in Iraq dei nostri militari, la netta sensazione è che non vi è una reale coscienza degli impegni cui siamo chiamati ed il dubbio che la politica faccia il gioco dei militari è forte ed inquietante. Ad oggi, i nostri militari, operano nell’assoluta assenza di informazioni e di direttive intese alla protezione in ambienti contaminati.

Per i civili sul posto ed i militari che vi operano non c’è certezza nel futuro e non si hanno esperienze che possano farci immaginare quello che potràƒ succedere nei prossimi anni. Speriamo che un rigurgito di dignitàƒ imponga ai nostri politici di chiedere con forza tutte le informazioni del caso all’Esercito americano al fine di poter adottare tutte le misure previste per evitare l’ennesima ecatombe di soldati morti senza un perchàƒÂ©.

Comunicato stampa de L’OSSERVATORIO Comparto Difesa
Roma 21 novembre ’05

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FOSFORO NASSIRIYA: L’ITALIA SAPEVA
IRAQ:  ITALIA SAPEVA USO FOSFORO BIANCO

(AGI) – Roma, 22 nov. “Quando i militari italiani arrivano a Nassiriya il 10 giugno 2003, i segni dei bombardamenti USA al fosforo bianco nel mese di  aprile sul centro della citta’ e tra i ricoverati negli ospedali non  possono non essere evidenti, ricordando poi che Barbara Contini diventa  anche governatrice della provincia, nominata da Paul Bremer. Quindi l’Italia sapeva dell’uso di armi letali sulla  popolazione civile” dichiara  Gigi Malabarba, capogruppo PRC al Senato, primo firmatario di  un’interpellanza dei senatori dell’opposizione al Ministro della difesa  Antonio Martino. “Ci auguriamo che questa volta venga in Parlamento il  Ministro e si assuma tutte le responsabilita’, evitando di dire che non sappiamo nulla, come per Falluja, perche’ Nassiriya e’ a centinaia di  chilometri di distanza! Qui il fatto e’ ancor piu’ grave, perche’ siamo  proprio a Nassiriya e – secondo la testimonianza del giornalista embedded della BBC Adam Maynot- non ci poteva essere un uso del fosforo come cortina  fumogena contro le truppe di Saddam, semplicemente perche’ in citta’ non c’erano truppe” aggiunge Malabarba. “Nell’interpellanza chiediamo al  Ministro Martino se l’Italia era a conoscenza dell’uso del fosforo a  Nassiriya da parte angloamericana, sia prima che eventualmente anche dopo  l’arrivo dei militari italiani; quali misure intenda intraprendere per accertare questi fatti e se non ritenga indispensabile una commissione  d’inchiesta delle Nazioni Unite sull’utilizzo in Iraq di armi chimiche o di  armi il cui impiego e’ vietato ove vi sia il rischio di un coinvolgimento  della popolazione civile” conclude Malabarba. (AGI)
Red/Els
22 NOV 05

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