A Padova nasce il motore pulito

Si “nasconde” nell’hinterland padovano l’azienda italiana più avanzata nella progettazione e applicazione di tecnolgie biologiche a sistemi di elettrogenerazione e propulsione.  Si è anche “nascosta tra le righe” delle notizie provenienti da Cernobbio dove nello scorso weekend durante il Forum Coldiretti è stato presentato il primo motoscafo a propulsione “pulita” con motore alimentato a olio di semi di girasole [Il Gazzettino]. 

Un’ingegnerizzazione interamente Made in Veneto che si coniuga con il progetto della Coldiretti Veneto di un’agricoltura intesa come «motore del sistema economico regionale». A realizzare il propulsore è la Tessari Energia spa, azienda da 11 milioni di fatturato con uno sviluppato spirito pionieristico che l’ha portata a collaborare con i big dell’industria automobilistica e dell’energia.

Lavorare nel campo minato delle fonti energetiche alternative richiede però un basso profilo perchè ci si scontra con le potenti lobby del petrolio e non solo. «Il problema è che in Italia al di là delle capacità tecniche e delle volontà manca un sostegno concreto» afferma diplomaticamente Nicola Tessari, amministratore delegato della spa padovana.

Un deficit che si paga caro e a pagarlo sono soprattutto i consumatori (ogni 10 dollari di aumento del barile il prezzo al litro dei carburanti tradizionali è tra i 5 e 7 cent): in Germania e più in generale nel Nord Europa ricerca e ricadute sul mercato vanno avanti perchè il biodiesel e l’olio vegetale sono sostenuti. In particolare, il biodiesel è commercializzato regolarmente al dettaglio accanto alle tradizionali pompe di benzina o gasolio.

La Tessari Energia nonostante le ridotte dimensioni può contare su un pool di ricerca di una decina di persone «Abbiamo un progetto specifico -spiega il manager- indirizzato alle fonti alternative ai derivati del petrolio. Il test di Cernobbio è solo una tappa in un percorso iniziato ormai una ventina di anni fa e concretizzatosi anche con la fornitura di motori modificati per il trasporto pubblico».

A Padova, Udine, Ravenna e in altri capoluoghi e città italiane i bus che marciano a gas metano sono stati trasformati dalla Tessari. Ora il passo più difficile, l’adozione generalizzata di carburante vegetale.  La partnership con Coldiretti diventa dunque strategica perchè in questo modo «Sarà possibile programmare, gestire e verificare una sperimentazione su larga scala» precisa Tessari. Ma dopo Cernobbio e il motoscafo “figlio dei fiori” bisognerà fare i conti anche con il ministero dell’Economia: impensabile la perdita del gettito garantito da accise e Iva sui carburanti petroliferi (60% del prezzo al dettaglio) per un consumo annuo superiore ai 40 milioni di tonnellate/anno. I tecnici di Tremonti saprebbero come tassare i semi di girasole. Risponde però la Coldiretti: «Ci sarà anche il Veneto in prima fila -dice il leader CdVeneto, Giorgio Piazza- a sostenere una proposta di legge nazionale di iniziativa popolare per la defiscalizzazione dei carburanti ottenuti da coltivazione agricola». L’Università di Leeds (Uk) sta sviluppando un propulsore a idrogeno sfruttando anche l’olio di girasole (suscitando l’interesse dei farmer Usa, argentini e russi), in Italia le spalle larghe di Coldiretti potrebbero sostenere la filiera “meccanica” per i carburanti alternativi e contribuire allo sviluppo di nuove e più pulite fonti energetiche.

Il Gazzettino, 27 ottobre 2005

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