La truffa del G8: debito cancellato o racket delle estorsioni?

Un'aura di santitàƒ sta scendendo sugli uomini più potenti della terra. I ministri delle finanze di sette nazioni appartenenti al G8 (la Russia non è stata invitata) hanno promesso di cancellare i debiti che i paesi più poveri hanno contratto con la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Chi potrebbe negare che la cancellazione del debito è una cosa buona? Poco importa se molto di questo debito – soldi prestati dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale per corrompere dittatori – non avrebbe mai dovuto essere stato contratto sin dall'inizio. Poco importa se, in termini di risorse saccheggiate, lavoro rubato e ora di danno causato dal cambiamento climatico, il ricco deve al povero molto più di ciàƒÂ² che il povero deve al ricco. Alcune delle nazioni più povere hanno speso più per ripagare il debito che per il loro sistema sanitario o educativo. Qualunque sia l'origine del problema, tutto ciàƒÂ² è osceno (George Monbiot,  The Guardian del 14/06/2005).


Porre condizioni di questo genere agli aiuti è giàƒ abbastanza grave. àƒË† come dire: “Vi daremo un pochino di soldi se ci darete i vostri gioielli della corona”. Ma legare questa logica alla cancellazione del debito equivale a dire: “Smetteremo di prendervi a pugni in faccia se ci darete i gioielli della corona”. Il piano del G8 per salvare l'Africa è poco più di un racket delle estorsioni.

Voi vi aspettate che io adesso scriva qualche “ma”: non vi deluderàƒÂ². Il “ma” arriva quando si legge il paragrafo 2 della dichiarazione dei ministri delle finanze. Per candidarsi alla cancellazione del debito, le nazioni in via di sviluppo devono “contrastare la corruzione, spingere lo sviluppo del settore privato” ed eliminare “gli impedimenti agli investimenti privati, sia nazionali che esteri”.

Queste sono chiamate “conditionalities”. Le conditionalities sono le regole che i governi devono seguire per poter ricevere aiuti, prestiti e cancellazione del debito. A prima vista sembrano una buona idea. La corruzione fa zoppicare le nazioni povere, specialmente in Africa. Il denaro, che avrebbe potuto permettere a chiunque un livello di vita dignitoso, ha invece reso incredibilmente ricchi un manciata di uomini. Le nazioni potenti sono giustificate nel cercare di scoraggiare tutto ciàƒÂ².

Questa è la teoria. In veritàƒ la corruzione raramente è stata vista come una barriera ad aiuti esteri e a prestiti: diamo un'occhiata ai soldi che abbiamo elargito, direttamente e attraverso Banca Mondiale e FMI, a Mobutu, Suharto, Marcos, Moi e a tutti gli altri truffatori di serie A. Robert Mugabe, il re demonio dell'occidente, è stato meritatamente tagliato fuori e dimenticato dalle nazioni ricche. Ma ha causato meno sofferenze ed è stato meno corrotto del rwandese Paul Kagame o dell'ugandese Yoweri Museveni, entrambi citati ripetutamente dalle nazioni dei G8 come praticanti del “buon governo”. I loro eserciti, come dimostrato dall'Onu, sono in gran parte responsabili del disfacimento della parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), pagato con 4 milioni di vite umane, ed hanno rubato impunemente miliardi di dollari in risorse naturali. Tuttavia la Gran Bretagna, che ospiteràƒ il summit dei G8, rimane il loro maggior finanziatore grazie agli accordi bilaterali, e si è rifiutata di chiedere il loro ritiro dalla Rdc come condizione per ricevere aiuti esteri.

La differenza, naturalmente, è che Mugabe non ha limitato i suoi attacchi alla popolazione nera; egli ha anche sottratto case, terreni e proprietàƒ ai fattori bianchi e ha confiscato i loro beni all'estero. Kagame, invece, ci ha entusiasticamente rifornito di materie prime necessarie ai nostri telefoni cellulari e computer: materie prime che le sue truppe hanno rubato alla Rdc.

D'altra parte, la corruzione pura è tollerata e anche incoraggiata. Venticinque paesi hanno finora ratificato la convenzione Onu contro la corruzione ma nessuno di questi è membro G8. PerchàƒÂ©? A causa delle nostre multinazionali che se la cavano molto bene. Nel Regno Unito le grandi aziende possono, del tutto legalmente, corrompere i governanti africani se operano attraverso il nostro (profondamente corrotto) paradiso fiscale dell'isola di Jersey. Lord Falconer, il ministro chiamato a risolvere una volta per tutte il problema, si rifiuta di agire. Se si dàƒ un'occhiata alla lista dei clienti dell'isola, molti dei quali sono nell'indice delle 100 grandi aziende inglesi quotate in borsa, si comincia a capire perchàƒÂ©.

L'idea, perorata dalla maggior parte dei nostri commentatori, che le condizioni che il nostro governo impone possano aiutare a prevenire la corruzione, è quanto mai ridicola. Per candidarsi a ricevere i fondi della Banca Mondiale, il nostro cliente modello (l'Uganda) è stato forzato a privatizzare la maggior parte delle sue aziende statali prima di poter decidere le regole per la la loro vendita.

E' stata una svendita: il ministro delle Finanze ugandese aveva previsto di raccogliere 500 milioni di dollari e invece ha raccolto solo 2 milioni di dollari. Il rimanente (498 milioni di dollari) ̬ finito nelle tasche dei funzionari di governo. Senza alcuna vergogna, la Banca Mondiale ha preteso che Рper candidarsi ora alla cancellazione del debito Рil governo ugandese privatizzi il suo sistema idrico, i servizi all'agricoltura e le banche commerciali, di nuovo senza un minimo di regolamentazione.

E qui incontriamo il problema fondamentale delle condizioni poste dal G8. Non si fermano alla richiesta di bloccare la corruzione, ma si immischiano in tutti gli aspetti del governo sovranazionale. Quando i ministri delle finanze parlano di “buon governo” e di “eliminare ciàƒÂ² che impedisce gli investimenti privati”, quello che intendono è commercializzazione, privatizzazione e la liberalizzazione del mercato e dei flussi di capitali. E tutto ciàƒÂ² significa nuove opportunitàƒ per il denaro occidentale.

Ma soffermiamoci ancora un attimo sull'Uganda. Verso la fine degli anni '80 il Fmi e la Banca Mondiale costrinsero il governo a imporre delle “tasse sull'utente” nel campo della salute e dell'educazione primaria. Il risultato è stato quello di creare nuovi mercati per il capitale privato. La presenza scolastica, soprattutto per le ragazze, ha avuto un tracollo. Lo stesso vale per i servizi sanitari, specialmente per i poveri delle campagne. Al fine di evitare una possibile rivoluzione, Museveni reintegràƒÂ² l'educazione primaria gratuita nel 1997 e la sanitàƒ di base gratuita nel 2001. Le iscrizioni alle scuole elementari balzarono da 2.5 milioni a 6 milioni e il numero di pazienti esterni quasi raddoppiàƒÂ². La Banca Mondiale e il Fmi – che le nazioni G8 controllano – si infuriarono. All'incontro dei donatori nell'aprile del 2001, il responsabile della delegazione delle banche disse chiaramente che, visto il cambiamento di politica, riteneva ormai il ministro della Sanitàƒ ugandese come un “cattivo investimento”.

C'è chiaramente un conflitto di interessi in questa relazione. I governi del G8 dicono di voler aiutare i paesi poveri a svilupparsi e a competere con successo. Ma detengono potenti interessi commerciali a determinarne il loro fallimento, perchàƒÂ© vogliono dare alle nostre aziende la possibilitàƒ di impadronirsi dei loro servizi pubblici e di ottenere prodotti a prezzi stracciati. Le condizioni che imponiamo alle nazioni povere tengono queste nazioni al guinzaglio, un guinzaglio molto corto.

Questo non è l'unico conflitto. La dichiarazione dei ministri delle Finanze del G8 insiste su un punto: che siano la Banca Mondiale e il Fmi a monitorare i progressi delle nazioni indebitate e a decidere se alleviarle del loro debito o meno. La Banca Mondiale e il Fmi, naturalmente, sono le agenzie che hanno più da perdere in questa possibile redenzione. E' nel loro interesse che la cancellazione del debito avvenga il più lentamente possibile.

Porre condizioni di questo genere agli aiuti è giàƒ abbastanza grave. E' come dire: “Vi daremo un pochino di soldi se ci darete i vostri gioielli della corona”. Ma legare questa logica alla cancellazione del debito equivale a dire: “Smetteremo di prendervi a pugni in faccia se ci darete i gioielli della corona”. Il piano del G8 per salvare l'Africa è poco più di un racket delle estorsioni.

Credete ancora che i nostri leader, novelli santi, si siano guadagnati le loro aureole? Se pensate di sàƒÂ¬, vi siete bevuti una vagonata di sciocchezze. SàƒÂ¬, dovrebbero cancellare il debito. Ma dovrebbero cancellarlo incondizionatamente.

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