Calcio e politica

Il calcio non è solamente lo sport nazionale per gli italiani, ma è soprattutto lo strumento attraverso il quale sfogare tutte le tensioni e le frustrazioni accumulate durante la settimana. Dal momento che le tensioni e le frustrazioni nascono da difficoltà , problemi e anche da lacerazioni e conflitti sociali, il calcio determina fenomeni di violenza generalmente classificabili come teppismo. Tuttavia, se vero è che il calcio funge da valvola di sfogo, lo stesso assorbe ed esprime anche la conflittualità politica. Non a caso i recenti episodi di violenza sono successivi all'ultimo passaggio elettorale!


Ma c'è di più se non si ha paura di guardare interamente la realtà in esame: l'attuale struttura organizzativa del movimento calcistico, sebbene su un piano ristretto, ripropone il vecchio conflitto di classe. Ci sono società di calcio ricche che cercano di difendere il sistema contro quelle povere che domandano una divisione più equa dei diritti televisivi.
 
La democrazia italiana determina una fortissima lacerazione politica: male storico che, dopo il fenomeno delle tangenti e il riassetto dei partiti, si è ulteriormente aggravato. Questo aggravamento è dovuto dall'inatteso ingresso in politica di Silvio Berlusconi, il quale ha avuto il grande merito non di impedire il disegno della sinistra nel 1994, ma di garantire un equilibrato esercizio democratico nel 1994 fornendo una reale possibilità di scelta al popolo.

Oggi la funzione di Silvio Berlusconi può considerarsi conclusa in quanto il bipolarismo è un dato acquisito. Da oggi in poi, sul piano politico, occorre avere il coraggio di aprire la grande stagione della pacificazione nazionale o, se si desidera usare una definizione più neutrale, della normalizzazione democratica. Ciò significa che sia Silvio Berlusconi che Romano Prodi devono uscire di scena in favore di uomini come Pierferdinando Casini e Francesco Rutelli.
 
Per concludere, tornando alla violenza negli stadi, se avverrà un accettarsi reciproco sul piano politico, si toglierà la motivazione ideologica al teppismo creando così la condizione per una doverosa e urgentissima moralizzazione del calcio.
 
Andrea Ferrari
andrea.ferrari@diversidagliuguali.it

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