Heineken e la Fabbrica di Birra di Pedavena

Il 22 settembre 2004, con un preavviso di poco più di 100 giorni, la multinazionale Heineken dichiarava di volere chiudere uno stabilimento di successo, in utile e di grande immagine all”interno del Gruppo: la fabbrica birra di Pedavena -Belluno-, pluripremiata a livello internazionale, sia per la qualità della birra ivi prodotta, che per la professionalità dei suoi dipendenti.


La decisione, oltre a comportare gravi danni nel tessuto economico locale, rappresenta una perdita per il patrimonio nazionale. Lo stabilimento di Pedavena, oltre ad essere uno dei più importanti e storici stabilimenti di produzione della birra in Europa, e il più significativo in Italia  (vanta 107 anni di storia) ha negli anni ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali sulla qualità della birra prodotta; lo stabilimento, inoltre, è l”unico in Italia a produrre, su autorizzazione del Ministero della Sanità , birra per celiaci (ossia per persone allergiche al glutine).

La decisione di Heineken Italia prevedeva inizialmente la chiusura al 31 dicembre 2004; la chiusura della produzione è stata quindi posticipata al 31 luglio 2005 a seguito del forte movimento che si è creato a sostegno dello stabilimento; sono state infatti raccolte 40.000 firme (17.000 cartacee e 23.000 via Internet).

E' stato creato un sito che illustra la vicenda e la storia dello stabilimento http://www.birreriapedavena.info  nel quale è possibile firmare la petizione a sostegno dell'iniziativa.


I comportamenti adottati da Heineken nelle procedure di chiusura dello stabilimento di Pedavena non possano considerasi né etici, né socialmente responsabili. Un conto è chiudere uno stabilimento in perdita, altro conto è chiudere una fabbrica efficiente, profittevole, vocata a produzioni di alta qualità , incuranti della storia, del futuro e del rispetto dell”intera comunità locale e, ultimo, ma non ultimo, della grande passione e dell”impegno dei propri collaboratori nel tempo (desideriamo segnalare che dopo la dichiarazione di chiusura del 22 settembre 2004, non solo non sono state effettuate manifestazioni di piazza in danno della proprietà , ma nell”ultimo trimestre 2004 sono stati migliorati ulteriormente i già elevati parametri di efficienza interna e di qualità dello stabilimento di Pedavena).

Heineken non sta semplicemente chiudendo una fabbrica, ma con il suo modo di agire sta distruggendo un sito di grande valenza storica nell”ambito dell”imprenditoria italiana e di grande richiamo turistico (l”annesso locale ristorante-birreria serve oltre 600.000 avventori/anno!), quindi con grandi ripercussioni economiche nell”intero bellunese, tale da andare ben oltre i circa 100 posti di lavoro persi con la chiusura dello stabilimento di birra.

In pratica, come sta agendo Heineken? Come ha dimostrato con la vendita della centrale idroelettrica   che rendeva la birreria Pedavena uno stabilimento unico nel suo genere (infatti, il suo funzionamento era tutto legato a fonti energetiche rinnovabili, dall”acqua delle vicine Dolomiti Bellunesi, alla produzione di energia idroelettrica per il funzionamento della produzione), Heineken sta impostando, diversamente dalle sue dichiarazioni d”intento, una vendita frazionata del sito di Pedavena, incurante delle conseguenze che questo comportamento causerà permanentemente nel territorio, dimostrando, quindi,  scarso rispetto verso la comunità locale e verso la responsabilità sociale d”impresa, principi, peraltro, su cui Heineken  dichiara di aderire, ma evidentemente solo a parole  (si dichiarano  rispettosi dell”etica ambientale) vendono  la centrale idroelettrica, che sin dal 1929 rendeva autosufficiente la fabbrica di Pedavena, optando per l”acquisto dell”energia dall”Enel, che, come noto, nell”80% delle sue centrali utilizza fonti energetiche non rinnovabili (petrolio, gas, carbone).

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si è più volte interessata a Heineken indagando ed emettendo delibere inerenti il rischio di posizione dominante.

Anche la Commissione Europea si è interessata a Heineken per accordi collusivi con altri produttori di birra comminando anche delle ammende.

In entrambi i casi Heineken ha dimostrato scarsa considerazione verso i consumatori, che possono subire danni economici per le conseguenze di una limitata concorrenza tra imprese e vedono altresì ridursi le possibilità di scelta economica tra più marche di birra di diversa provenienza.

Gli Enti locali (Comune, Provincia, Regione), condividendo la forte preoccupazione per la perdita di un simbolo dell”economia locale, si stanno adoperando nella ricerca di controparti interessate ad un subentro, che garantiscano la continuità della produzione birraria dello stabilimento.

Ad oggi si constata la netta riluttanza da parte di Heineken Italia Spa a intraprendere le dovute procedure di due diligence atte a iniziare il processo di dismissione dell”impianto a favore di terze parti interessate.

Questo comportamento implica per l”azienda oneri certi per il mantenimento dell”immobilizzazione a fronte di entrate nulle.
Tutto questo appare una scelta tale da non tutelare gli interessi di nessuno, né degli azionisti, i quali vedono penalizzata la redditività del proprio investimento, né del sistema socio-economico-politico, che gravita attorno al territorio interessato e tanto meno dell”immagine aziendale della multinazionale.

I lavoratori della Fabbrica di Birra di Pedavena

Contatti:
mail: Info@birreriapedavena.info

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