Facoltà divine

C”è qualcuno tra i lettori che sa che cosa è l'università privata della congregazione cattolica dei Legionari di Cristo, destinata ad aprire i battenti a Roma nel prossimo ottobre? E qualcun altro che sa perché la scuola Jean Monnet ha ricevuto due milioni di euro e altrettanto ne riceverà nei prossimi due anni per trasformarsi in una nuova Facoltà ? Potrei sbagliarmi ma temo di ricevere risposte negative.


La verità è che, leggendo un documento a tratti noioso ma sempre ricco di interessanti novità quale è la Legge Finanziaria dello Stato per il 2005 (che consta di 593 commi senza alcun ordine), confesso di essermi fermato più di una volta incerto tra l'ilarità e la disperazione.

Due sentimenti contrastanti e non di rado difficili da conciliare.
Ma poiché, a differenza dell'attuale presidente del Consiglio che dice di rivolgersi sempre anzitutto agli studenti dell'ultimo banco (intendendo quelli che non studiano), continuo ad aver fiducia negli italiani come nei miei lettori, confido di riuscire a comunicare a questi ultimi sensazioni simili a quelle che ho provato io.

Non l'indignazione, per carità , perché altrimenti c'é qualcuno anche nel centro-sinistra che la indica come un atteggiamento disdicevole e magari pericoloso.
Parlo di un'istituzione come quella universitaria che dovrebbe, secondo quel che dicono gli economisti più avanzati di mezzo mondo, rappresentare, insieme con la scuola e con la ricerca scientifica, uno dei settori cui dedicare il maggior investimento ai fini dello sviluppo economico del paese e che é invece in una situazione drammatica, come hanno dimostrato all'inizio dell'anno scorso le annunciate dimissioni in massa dei rettori italiani e in autunno la forte mobilitazione di tutte le componenti universitarie di fronte ai provvedimenti del governo in arrivo sul fronte dello stato giuridico e della nuova ristrutturazione didattica, oltre che per la crescente mancanza di risorse.

Sull'università e sulla ricerca scientifica sono le cifre macro-economiche a parlare chiaro.
Grandi e pìccoli atenei, da alcuni anni a questa parte, distribuiscono fondi ridicoli per la ricerca ai docenti e ai ricercatori e la percentuale della ricerca pubblica é ferma allo 0,9 per cento di fronte a percentuali sempre maggiori degli altri stati europei, per non parlare dei primi della classe come gli Stati Uniti e il Giappone che hanno superato il tre per cento annuo rispetto al PIL.

Siamo gli ultimi della classe e colpisce l'abisso che c'é tra le dichiarazioni del ministro Moratti e la situazione reale, il CNR é punito da questo governo in maniera crescente come se l'obbiettivo fosse semplicemente quello di chiuderlo a tempo indeterminato.
Ma tutto questo non basta.

In un anno che si caratterizza per la penuria di risorse in questo settore e che segna per alcune grandi università (é il caso di Roma Tre, per far soltanto un esempio) una consistente diminuzione di fondi rispetto agli scorsi anni, il governo ha deciso di attribuire mezzi rilevanti (ho fatto il caso dei Legionari di Cristo, noti per essere un ateneo che ha in altri paesi un indirizzo fortemente integralista ma altri se ne potrebbero fare) a scuole gradite sul piano politico all'esecutivo e a volte sprovviste per comune riconoscimento, di quel grado di eccellenza sul piano didattico e scientifico che solo potrebbe giustificare un simile trattamento.

Così é singolare il caso della scuola Jean Monnet che negli anni scorsi ha distribuito borse di studio e cattedre di insegnamento per studi europei, secondo criteri più o meno misteriosi, e che di colpo diventa una nuova facoltà dotata di grandi risorse in omaggio non si sa bene a quali obbiettivi.

Un senatore che ha lunga esperienza di cose universitarie, avendo presieduto a lungo la Conferenza nazionale dei rettori, come Luciano Modica, nel suo intervento in Senato per motivare il voto contrario dei Democratici di sinistra alla legge finanziaria, ha usato parole precise a proposito del caso appena citato che vale la pena riprodurre.

Facendo alcun esempi dei criteri usati per l'assegnazione dei fondi alle università , il senatore Modica ha detto: Il centro San Raffaele del Monte Tabor, sicuramente di grande interesse scientifico nel campo medico, riceve 15 milioni di euro. Voi direte: a seguito di un'accurata valutazione internazionale. No, niente. Sappiamo che una scuola di ateneo a me ignota, la Jean Monnet (di quale università non lo sappiamo) si trasforma per legge in facoltà , saltando a pié pari tutte le regole di programmazione dello sviluppo universitario. Questa scuola riceve due milioni annui, da ora in poi. Quindi avremo un piccolo fondo nel bilancio dello Stato ad esso destinato. Sarà importantissima non dico di no, ma é un pezzetto di un'anonima università .

A un simile intervento, pronunciato in un'aula in cui erano presenti soltanto quattro senatori della maggioranza di centro-destra, con l'abituale rispetto che si riserva agli interventi dell'opposizione prima dell'abituale voto di fiducia, non é stato dato dal governo nessuna risposta. Per arroganza o per mancanza di argomenti da opporre.
Lascio a chi mi legge la risposta all'interrogativo.

Vorrei ricordare soltanto un precedente interessante di cui ormai molti si sono dimenticati. Il governo Berlusconi non é nuovo a simili incursioni in campo universitario. Nel 2002 il protagonista fu l'allora ministro dell'Economia e attuale vicepresidente di Forza Italia, proprio quello che scrisse anni fa per l'editore Laterza un libro intitolato Lo stato criminogeno.

Due anni fa Tremonti decise di trasformare di colpo in bianco in una facoltà universitaria la Scuola Superiore di Studi tributari, riservata fino a quel momento ai funzionari del suo ministero, e stabilì che per legge gli insegnanti di quella scuola, di solito dirigenti del ministero, fossero nominati moto suo professori universitari di prima fascia, cioé professori ordinari.

Un bell'esempio non c'é che dire di rispetto delle regole di programmazione universitaria e della legge per la nomina dei professori universitari.
Ora le eccezioni si moltiplicano e le lobbies, vicine o gradite al governo, diventano assegnazioni privilegiate e arbitrarie della legge finanziaria. A quando la nomina per chiara fama dei sodali del nostro monocrate?
Non c'é che aspettare i prossimi capitoli di questa storia italiana.

Be the first to comment on "Facoltà divine"

Leave a comment