Bocciata l’acqua che la San Benedetto vuole imbottigliare

Un'interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro della Salute di “negare il rilascio del riconoscimento dell'acqua minerale naturale” prelevata dalla San Benedetto dai pozzi di Padernello. E' quella presentata nelle scorse settimane dalla deputata dei Verdi Luana Zanella, prendendo spunto dai contenuti della relazione tecnica stesa dall'Arpav in merito al nuovo insediamento [Il gazzettino, 9 gennaio 2005 ].


Analizzata l'acqua prelevata dalla frazione di Paese, l'ente ha espresso infatti un parere sfavorevole al suo utilizzo alimentare: “Dal punto di vista idrogeochimico – si legge nella relazione prodotta all'epoca della domanda di rilascio del permesso di ricerca dell'acqua da parte della multinazionale di Scorzé – si ritiene sconsigliabile imbottigliare acque sotterranee con le caratteristiche chimico-fisiche come quelle accertate per il fatto che alcuni parametri sono superiori ai limiti imposti dalla normativa vigente in materia di inquinamento delle acque e delle acque per il consumo umano”.

La novità è emersa a Treviso nel corso della presentazione del dossier redatto da Legambiente Veneto dal titolo inequivocabile: “Minerali in bottiglia. L'acqua senza trasparenza”.

Ripercorrendo le tappe della battaglia portata avanti contro il nuovo stabilimento San Benedetto, Maria Cristina Vescovo, componente del Comitato Veneto per l'Acqua, ha fatto sapere che l'autorizzazione all'imbottigliamento dell'acqua denominata “Fonte della rondine” è attualmente all'esame del Ministero della Salute, che dovrà esprimersi sulla sua potabilità .

Per la San Benedetto, quindi, un ulteriore passaggio da compiere dopo l'ottenimento della concessione regionale al prelievo di acqua dalle falde della frazione di Paese, ridotto, anche in seguito alle vibranti proteste popolari, da 40 a 20 litri al secondo. A minare la potabilità dell'acqua di falda, seppure a notevoli profondità , contribuirebbero secondo l'Arpav diversi fattori.

L'acqua risulta innanzitutto contenere quantità fuori norma di ferro, manganese e arsenico, oltre che un inquinante proveniente dalla discarica poco lontana.

Quella in cui si andrà a prelevare l'acqua, oltretutto, è una zona che la stessa carta idrogeologica della Provincia di Treviso giudica “a vulnerabilità elevata”, essendo “un'area di ricarica degli acquiferi.  Anche sul piano idrogeologico, quindi, occorrerà la massima cautela, dal momento che “qualsiasi fattore esterno potrebbe stravolgere i delicatissimi equilibri esistenti”.

Be the first to comment on "Bocciata l’acqua che la San Benedetto vuole imbottigliare"

Leave a comment