La Commissione europea freni le lobbies di pressione delle multinazionali

Lettera aperta della società civile europea al presidente della commissione Barroso: i gruppi firmatari,  appartenenti alla società civile di vari paesi europei, vi chiedono di agire immediatamente per porre un freno all”eccessiva influenza dei gruppi di pressione delle grandi aziende nei confronti delle politiche dell”Unione Europea. Oltre 15 mila lobbisti lavorano a tempo pieno a Bruxelles, in gran maggioranza rappresentano interessi privati imprenditoriali. Questi gruppi di pressione ottengono continuamente successi nel rinviare o bloccare ogni progresso verso la protezione sociale e ambientale nell”ambito dell”U.E.


La Commissione Europea deve agire immediatamente per evitare che l”Europa scivoli verso i livelli di controllo delle multinazionali, sulle politiche pubbliche, esistenti negli Stati Uniti.

Accogliamo con favore la decisione di introdurre un Codice di Condotta per i Commissari (comprendente un dichiarazione sugli interessi finanziari) e l”impegno del commissario Neelie Kroes di non accettare posizioni dirigenziali nel business privato al termine del suo mandato di Commissario alla Concorrenza. Consideriamo questi come passi nella giusta direzione ma ancora insufficienti. Tutti i Commissari Europei e i membri ufficiali della Commissione dovrebbero essere obbligati ad accettare un sostanziale e ben definito periodo di astensione dal ricoprire posizioni dirigenziali in aziende private. 

Queste misure sono necessarie per prevenire casi di conflitto di interessi come quello del commissario al commercio Brittan che meno di  un anno dopo aver lasciato la Commissione Europea divenne non solo consulente sui temi WTO per lo studio legale Herbert Smith, ma anche vice presidente della banca per gli investimenti USB Warlburg e consigliere d”amministrazione della Unilever. Subito dopo accettò la presidenza del Comitato per i Servizi Finanziari Londinesi LOTIS (IFSL), una lobby rappresentante degli interessi finanziari inglesi. Questi casi non aiutano a migliorare l”immagine della Commissione Europea.

Migliaia di lobbisti, supportati da un esercito di consulenti, giocano un potente e sempre maggior ruolo antidemocratico nei processi politici dell”Unione Europea. Come primo passo per risolvere questi problemi l”Europa necessita di regolamenti etici più stringenti e trasparenti. Da tempo le risposte della Commissione sono profondamente inadeguate; limitate ai codici di condotta, estremamente laschi e completamente volontari, sviluppati dalla Società Europea per gli addetti agli Affari Pubblici (SEAP).

Uno tra gli esempi che meglio testimoniano la necessità di migliorare e rinforzare le regole di etica e trasparenza è il caso del Broming Science and Environmental Forum (BSEF), una lobby che si oppone alla regolamentazione dei rischi alla salute e all”ambiente dovuti alle conseguenze tossiche dei composti a base di bromo. Sono stati necessari considerevoli sforzi di ricerca per scoprire che il BSEF  – soggetto molto attivo nei processi decisionali dell” Unione Europea riguardanti le sostanze anti-incendio basate sul bromo –  non è altro che un gruppo di pressione industriale che ha sede negli uffici di Bruxelles di una multinazionale, e che opera per conto dell”industria chimica.

Senza una radicale revisione degli obblighi di registrazione e trasparenza per i lobbisti che influenzano le istituzioni europee, sarà vano ogni tentativo di limitare l”influenza delle multinazionali sulle politiche dell”Unione Europea. L”Unione Europea dovrebbe imparare dalle legislazioni USA e canadesi in materia di obblighi per le lobby e imporre alle organizzazioni e aziende, che interagiscono con le istituzioni del U.E. (con un budget consistente), la redazione di rapporti periodici che dettaglino i propri obbiettivi di lobbing, per quali clienti e con quali fondi. Questi rapporti dovrebbero essere pubblici ed accessibili a tutti tramite un data-base consultabile via internet.

Chiediamo inoltre che la nuova Commissione Europea operi una chiara rottura con le pratiche antidemocratiche dei suoi predecessori, ad esempio l”incestuosa relazione con il TABD (Dialogo d”Affari Trans-Atlantico), co-fondato dal Commissario Leon Brittan. Il TABD rappresenta un primo esempio di un”inappropriata influenza sulle politiche di regolamentazione e commercio dell”UE che la precedente Commissione Europea aveva garantito alle grandi aziende multinazionali.

Vi ricordiamo che la Commissione Prodi nel 2003 prese la profondamente anti-democratica decisione di accelerare la richiesta del TABD di introdurre una Struttura di distribuzione e istituire un Gruppo di Collegamento Orizzontale di Commissari di alto livello al servizio del TABD. Domande su questo argomento sono state poste al nuovo commissario al commercio, Peter Mandelson durante la sua audizione del 4 ottobre al Parlamento Europeo, ma il Commissario designato ha evitato di rispondere.

Il Forum Europeo dei Servizi (ESF) è un altro esempio di un gruppo d”aziende private che da tempo gode di privilegi straordinari da parte della Commissione Europea. Le politiche dell”Unione Europea dovrebbero essere al servizio del pubblico interesse e non strettamente legate alle agende commerciali delle grandi aziende, vi esortiamo a  privare questi gruppi di affari dei loro inappropriati privilegi. Rimaniamo in attesa di una vostra risposta a queste proposte, che crediamo essere di grande importanza per migliorare la credibilità democratica della Commissione Europea.

In fede,

i firmatari:

Corporate Europe Observatory (CEO)
Transnational Institute (TNI)
Spinwatch
Afrika Europa Netwerk, The Netherlands
Agir Ici, France
Agrarbà¼ndnis, Austria
Alliance for Sustainable Development, Latvia
A SEED Europe
Association of Farmers (ATB), Malta
ATTAC Espaà±a, Spain
Attac Finland
ATTAC Flanders, Belgium
ATTAC France
ATTAC Sweden
Baby Milk Action, United Kingdom
Berne Declaration, Switzerland
Both ENDS, The Netherlands
BUND / Friends of the Earth Germany
Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Italy
Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Italy
Coalition Against Bayer Dangers, Germany
CornerHouse, United Kingdom
Crocevia, Italy
Defend Council Housing, United Kingdom
Ecologistas en Accià³n, Spain
Estonian Green Movement
EU-AG ATTAC Germany
European Farmers Coordination (CPE)
For Mother Earth, Belgium
Friends of the Earth Czech Republic
Friends of the Earth England, Wales and Northern Ireland (FoE EWNI)
Friends of the Earth Finland
Friends of the Earth France
Friends of the Earth Slovakia
Greenpeace (European Unit)
Ibfan Italia
Informationsgruppe Lateinamerika, Austria
Institute for Economic Relocalisation, France
Kairos Europa
“Less beneficence, more rights” campaign – Italian coalition of NGOs
Milieudefensie / Friends of the Earth Netherlands
NordBruk, Sweden
Observatori del Deute en la Globalitzacià³, Catalonia
à–sterreichische Bergbauern- und Bergbà¤uerinnenvereinigung, Austria
Oxfam Solidarity, Belgium
Protect the Future, Hungary
Quaker Council for European Affairs
Rete di Lilliput, Italy
Roba dell'Altro Mondo Fair Trade, Italy
Smà¥brukare i Sjuhà¤rad, Sweden
Women in Development Europe (WIDE)
World Development Movement, United Kingdom
Umanotera, Foundation for Sustainable Development, Slovenia
URFIG, France
VAK / Friends of the Earth Latvia
War on Want, United Kingdom
World Economy, Ecology & Development (WEED), Germany
XminusY Solidarity Fund, Netherlands

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