Darfur settentrionale: troppo pericoloso per l’ONU

Lo Stato del Darfur settentrionale, che insieme a quello occidentale e meridionale è parte dell'omonima regione al confine col Ciad, è stato dichiarato off-limit per il personale umanitario delle agenzie dell'Onu: lo ha detto Radhia Ashouri, portavoce dell'inviato dell'Onu in Sudan, precisando che la decisione è stata presa dopo che due operatori (un britannico e un sudanese) di una organizzazione non governativa sono morti a causa di una mina anticarro.


Ashouri ha sottolineato che la situazione in Darfur è peggiorata molto: sono aumentate le violazioni al cessate-il-fuoco sottoscritto nei mesi scorsi dalle parti (governo centrale di Khartoum e due movimenti ribelli) mentre rapimenti e violenze proseguono anche all'interno dei campi per sfollati. La remota regione occidentale sudanese al confine col Ciad è teatro dal febbraio del 2003 di uno scontro tra due gruppi armati e il governo centrale. I due movimenti ribelli (Sla/m e Jem), nati come milizie di autodifesa popolare, si sono sollevati contro l'esecutivo sudanese, accusandolo di trascurare la regione perchàƒÂ© popolata prevalentemente da popolazioni nere 'afro' e di appoggiare i Janjaweed, i predoni arabi ritenuti a livello internazionale i principali responsabili della grave crisi umanitaria del Darfur. Dal febbraio del 2003 a oggi, secondo le stime dell'Onu, tra profughi e sfollati sarebbero oltre 1 milione e mezzo le persone costrette ad abbandonare le proprie case in Darfur, alcune migliaia sarebbero invece le vittime.

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