La Commissione ha approvato lo scorso 8 settembre la commercializzazione delle prime sementi geneticamente modificate, di cui sarà ƒ permessa la coltivazione e la vendita in tutti i 25 paesi dell'Unione. Si tratta di 17 varietà ƒ di semi di mais sviluppate dalla Monsanto che sono entate a far parte del catalogo comune europeo delle sementi.
E' la prima volta che sementi GM entrano in questo catalogo anche perchà ƒÂ© persiste un serio confronto sul problema della contaminazione che avviene in campo aperto. Sinora solo la Daniamrca ha stabilito delle regole di “coesistenza” tese a evitare che coltivazioni “convenzionali” siano contaminate da coltivazioni di OGM.
Molti studi hanno evidenziato la pratica impossibilità ƒ di garantire la non contaminazione, avanzando seri dubbi, in caso di massiccio aumento di coltivazioni GM, della possibilità ƒ di garantire un futuro al biologico. Secondo David Byrne, commissario alla salute e alla difesa dei consumatori, si è trattato un di un “passo logico” poichà ƒÂ© negli anni recenti non sono emersi problemi di alcun tipo negli studi e nelle sperimentazioni attuate sulle varietà ƒ approvate (già ƒ coltivate in Spagna).
La notizia buona e' costituita dal fatto che ieri l'agenda prevedeva anche l'approvazione di nuove regole per l'etichettatura delle sementi ma il Presiedente della Commissione europea, Romano Prodi ha rimandato ogni decisione al suo successore, il portoghese Durà ƒÂ£o Barroso, considerando il tema troppo controverso per essere risolto dalla commissione uscente.
Il suo portavoce, Reijo Kemppinen, ha dichiarato che sono ancora insufficienti le informazioni disponibili sull'impatto economico dell'etichettatura dei prodotti GM, pertanto non è ancora il momento di prendere una decisione al riguardo.
Qualche voce maligna ha subito insinuato che Prodi abbia voluto passare la patata bollente al suo successore per non volersi assumere la responsabilità ƒ di una scelta impopolare vista la diffidenza dei consumatori europei per i prodotti geneticamente modificati, in realtà ƒ all'interno della stessa commissione le voci non erano unicvoche sui termini della legislazione da adottare. La commissaria all'ambiente Margot Wallstrà ƒÂ¶m sosteneva che le sementi avrebbero dovute essere etichettate se contenenti piu' del 0.3% di OGM mentre altri colleghi sostenevano una soglia di tolleranza maggiore, sino allo 0,7% del collega David Byrne, commissario responsabile della salute e della protezione dei consumatori.
Roberto Meregalli
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