Cafetaleros "assediano" l’Unctad XI armati di… muli

Dalle lussuose auto agli elicotteri: sono questi i mezzi che stanno scarrozzando tra le strade di San Paolo i delegati alla Conferenza delle Nazioni Unite su Commercio e Sviluppo. Ma una delegazione di cafetaleros, in rappresentanza dei 25 milioni di coltivatori di caffàƒÂ© ditutto il mondo, staziona da ieri con i propri muli carichi di sacchi dicaffàƒÂ© proprio davanti al moderno centro congressi di Parque InhembàƒÂ­.


E chiedono che l'Unctad XI trovi delle soluzioni alla crisi del mercato del caffàƒÂ© che ha provocato una caduta libera del suo prezzo e la crisi di tutto il settore. Ora coltivatori e muli aspettano dai delegati dei Governi una risposta convincente. I lavori dell'XI conferenza delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo, promossa dall'Unctad, servono per discutere le prospettive dello sviluppo e i problemi che i Paesi più poveri debbono affrontare in un modo che si sta rapidamente  globalizzando. Mentre il nuovo Parlamento europeo non è ancora insediato, l'Europa dei movimenti si mobilita per appoggiare la richiesta che sale dal Sud del mondo: aprire un nuovo spazio politico per ripensare lo sviluppo e il commercio a partire
dai bisogni dei più deboli.

Rete Lilliput, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Mani Tese, ROBA dell'Altro Mondo appoggiano e rilanciano in Italia le azioni e i documenti delle reti internazionali presenti a San Paolo. E, all'indomani dell'appuntamento elettorale, ricordano ai candidati europei gli impegni presi sottoscrivendo l'appello del cartello Seattle to Brussels per promuovere un commercio più giusto: il comportamento dell'Unione Europea e il mandato del negoziatore europeo al Commercio Pascal Lamy sono sotto esame anche oggi.

L'Unctad, agenzia delle Nazioni Unite, è il primo organismo internazionale che si è confrontato negli scorsi anni con la globalizzazione e ha ragionato sull'assetto del commercio globale. Purtroppo il suo ruolo è stato marginalizzato, nel corso degli anni, dall'astro nascente del Wto, che ha ricondotto a se' tutti i negoziati, anche quelli relativi a servizi essenziali o beni comuni come l'acqua, la salute, l'agricoltura, che più propriamente avrebbero dovuto essere affrontati nell'ambito delle Nazioni Unite. I Paesi più poveri, tuttavia, considerano ancora l'Unctad come uno spazio “proprio”, visto che la sua nascita nel 1964 si deve a una loro richiesta avanzata alle Nazioni Unite, per  la creazione di un organismo che si dedicasse al commercio e allo sviluppo a partire dai propri bisogni e prospettive.

Dei 199 paragrafi che compongono la bozza dell'accordo in discussione al vertice di San Paolo, ben 18 sono ancora tra parentesi, perchàƒÂ© al centro di un conflitto tra Paesi del Nord e del Sud del mondo proprio sulla direzione e sulle strategie che le politiche commerciali e di sviluppo internazionali dovranno assumere per tentare di risolvere la crisi globale. Le superpotenze globali temono che in occasione dell'XI conferenza mondiale dell'Unctad il G20, protagonista del collasso dei negoziati del Wto a Cancun, rilanci, in accordo con i G77, i Paesi meno sviluppati, un nuovo accordo di commercio e solidarietàƒ Sud-Sud. Ma il terreno di scontro più aspro tra Nord e Sud sul testo finale riguarda il bisogno di aprire un nuovo spazio politico, che consenta ai Paesi più poveri di proteggere, con nuove legislazioni nazionali i loro fragili mercati, spazio politico, questo, negato dalle leggi del Wto. Le organizzazioni che hanno animato la Campagna Questo Mondo Non E' In Vendita, che fanno parte della rete europea di iniziativa sul Wto Seattle to Brussels e delle reti di commercio equo e solidale internazionali come Ifat, sono presenti a San Paolo, proprio come a Cancun, per appoggiare le rivendicazioni dei Paesi del Sud del Mondo.

Rete Lilliput, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Mani Tese, ROBA dell'Altro Mondo appoggiano le azioni e i documenti delle reti internazionali e rilanciano sul sito blog
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