Il paese dove i rifiuti sono d’oro

In Romagna il pattume diventa oro: “porta milioni e energia, datecene altro”.

SOGLIANO AL RUBICONE (Cesena) – Eccolo, finalmente, il paese dei sogni, dove quasi non si pagano tasse e in compenso si ricevono servizi e soldi come piovessero dal cielo: 2.000 euro se ti nasce un figlio (non importa se primo, secondo o settimo), dove l'asilo nido è gratis, la scuola materna anche. Se vai all'universitàƒ , il Comune ti rimborsa le tasse.

[JENNER MELETTI – La Repubblica]


Se compri casa, il sindaco ti paga il 60 per cento degli interessi passivi. Se sei anziano e a casa ti annoi, c'è la navetta (gratuita) che ti porta al mercato. Qui ci sono, davvero, anche le tre I (inglese, internet, impresa) promesse tutti sanno da chi. Non sono state annunciate con la fanfara, ma realizzate: corsi di inglese per grandi e piccini, scuole di informatica, e anche un aiuto per chi voglia imparare vecchi mestieri: si pagano i nonni perchàƒÂ© i giovanotti imparino l'arte di lavorare i vimini e dare vita a piccole imprese.

Sogliano al Rubicone, 350 metri sul mare, 2970 abitanti (negli anni Cinquanta erano 12.000), panorama stupendo, aria fresca anche d'estate. L'azienda più importante si chiama G.1, ed è la sigla di Ginepreto 1, discarica per rifiuti non tossici, fra le più grandi d'Italia, che serve mezza Romagna ma nei momenti di emergenza ha ospitato anche il pattume di Milano e di Napoli. La G.1 è anche il segreto del benessere di Sogliano. “I numeri – dice Simona Sambi, 33 anni, ragioniera comunale – spiegano tutto.

Il bilancio comunale è di 13 milioni di euro: 11 di questi arrivano dalla discarica, metàƒ per i rifiuti conferiti, metàƒ per l'energia elettrica prodotta con il biogas e comprata dall'Enel. Senza la G.1, avremmo un bilancio di 2 milioni, e non sapremmo dove sbattere la testa”.

Bisogna andarla a cercare, la discarica. Strade con tornanti, prati in fiore, poi a otto chilometri dal paese, in una valle disabitata, i grandi camion che scaricano rifiuti. L'amministratore delegato, Giovanni Giannini, parla della discarica come fosse un campo da seminare. Dice che “bisogna coltivarla”, spiega che il segreto di un buon impianto sta tutto nella “depressione”. “Noi preleviamo il gas sottoterra, cosàƒÂ¬ l'odore non esce e non disturba nessuno. Alla sera, copriamo con grandi teli anche la piccola parte di discarica attiva, dove sono stati messi i rifiuti della giornata”. In questi giorni fra le 1000 e le 1300 tonnellate al giorno, perchàƒÂ© altre discariche sono in manutenzione. “Ma in un anno non prendiamo più di 178.000 tonnellate. Una discarica ben coltivata dura quindici anni. G.1, aperta nel novembre 1990, è ormai alla fine. Stiamo allestendo G.2, saràƒ pronta fra pochi mesi. CosàƒÂ¬ avremo altri 15 anni di benessere”. Sono contenti anche i gabbiani, grassi come tacchini. “Chissàƒ come fanno: arrivano con il primo camion del mattino e se ne tornano verso il mare seguendo l'ultimo Tir della sera”.

Le cronache di questi giorni, con le rivolte al Sud e le proteste al Nord, sembrano quelle di Sogliano vent'anni fa. “La discarica – dice il sindaco di oggi, Enzo Baldazzi, 42 anni, repubblicano con giunta di centro sinistra – è costata il posto a due sindaci. Il primo fu Giovanni Fesani, mio zio, anche lui repubblicano, in giunta con la Dc. Ebbe lui l'idea della discarica. In Comune, nel 1985, non c'erano nemmeno i soldi per comprare le seggiole per il Consiglio comunale. “Facciamo la discarica – disse mio zio – altrimenti chiudiamo il municipio. I mutui ci stanno strangolando”. Nasce il comitato anti discarica, si organizzano cortei di trattori che arrivano fino a Rimini. I lavori, peràƒÂ², vanno avanti. “Nel '90 si vota e la giunta Fesani viene mandata a casa. Vince Agostino Piscaglia, Pci, alleato con il Psi, che contro la discarica aveva fatto tutta la sua campagna elettorale. Ma l'impianto era pronto, e dopo pochi mesi ha dovuto inaugurarlo”. Le proteste continuano, ma si calmano quando il Comune annuncia che a Sogliano (in estate l'acqua arrivava con le autobotti) veniva costruito l'acquedotto. Subito dopo arriva il metano, anche nelle frazioni.

Nel 1995 Piscaglia rivince, ma purtroppo muore nel 1997. “E proprio allora, durante la nuova campagna elettorale, arrivàƒÂ² la proposta di accogliere qui le ceneri dei bruciatori del nord. TornàƒÂ² la protesta. Il sindaco appena eletto, Arturo Bolognesi (Ds, Pri e Rifondazione) fu giudicato troppo “tiepido”. Ci fu una contestazione clamorosa, sotto il Comune. Centinaia di persone gridavano “fuori, fuori” e lanciavano monetine”.  Il sindaco di oggi ha vinto (con parte dei Ds e i repubblicani) dopo avere firmato in piazza un “contratto con i cittadini”, con il quale si impegnava a non accettare le ceneri. Ora che le proteste sembrano cronache del passato, il paese si gode i soldi portati dalla discarica. “Per l'Ici c'è una detrazione di 250 euro, e questo vuol dire che se non hai una villa non la paghi. La materna costa 35 euro al mese, per i più abbienti, e non 200 come in altri Comuni. Servizio di scuolabus gratis, casa per casa. Per le scuole superiori paghiamo l'abbonamento al pullman ed anche i libri. Per l'universitàƒ , rimborsiamo 1500 euro di tasse”. Il Comune paga il 90 per cento del servizio di telesoccorso nelle case degli anziani. “Insomma, facciamo di tutto per stare bene noi, e fare tornare qualcuno di coloro che se ne sono andati, nell'emigrazione degli anni '50 e '60”.

A Sogliano non ci si annoia. C'è un piccolo teatro, stiamo riaprendo la biblioteca… I gabbiani che al tramonto tornano verso il mare ricordano dove il paese felice ha trovato la sua miniera. 

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