Del denaro e le sue alternative (parte seconda)

Col denaro si può comprare tutto, anzi di più. Mediante sofisticati strumenti finanziari si può acquistare pure ciò che ancora non é. Ogni giorno si muovono capitali il cui valore supera il PIL della più prospera realtà economica e il volume abnorme di valore movimentato è anche causa di impensabili crolli nelle economie di tanti paesi (tigri asiatiche, Messico e Argentina gli ultimi esempi) che, oramai a turno, ricorrono al credito di Banca Mondiale e Fondo Monetario esclusivamente per mantenere intatta la propria credibilità di debitori capaci di pagare.


Nonostante l'immane potere esercitato, tuttavia, è un fatto che il denaro non può creare alcunché ma può mettere in movimento solo ciò che già esiste o che è suscettibile a venire. Ma questo fenomeno potrebbe attivarsi anche senza il denaro -e su questa considerazione si fondano le premesse di tutti quei sistemi di scambio che da esso appunto prescindono.

Molto si parla di “credibilità ” idolatrando a tal punto il danaro che, quantomeno una società al 95% cristiana come la nostra, avrebbe dovuto risentire da tempo e ribellarsi concretamente, allo svuotamento di valori indotto a qualsiasi “latitudine vitale”. L'impoverimento e la vacuità che incalzano la dimensione personale di ogni nostro tipo di rapporto vanno di pari passo col crescere della credibilità /fiducia che riponiamo, più o meno consapevolmente, nel denaro.

Quale espressione di valore esso funge da simbolo di una convenzione i cui contenuti si stanno delineando in tutta la loro atroce e perversa disumanità . Come in un accordo occorre che le parti ripongano fiducia l'una nell'altra per impegnarsi vicendevolmente così è anche per il denaro. Se non credessimo nella sua capacità di far muovere energie e ricchezze esso non sarebbe che “aria fritta”, non avrebbe alcun senso considerarlo un bene in sé e per sé.

La credibilità di cui esso attualmente gode -assieme anche agli sforzi politici ed economici più sopraffini che si fanno per rafforzarla- se da un lato contribuisce alla ricchezza di pochi allo stesso tempo segna la sorte miserabile di molti. Carestie e mancanza dei mezzi di prima necessità attanagliano i popoli del sud del mondo mentre al nord Stati Uniti e Unione Europea stanziano per i propri coltivatori cifre da capogiro per tenere incolti terreni o per l'abbandono degli allevamenti quando quelle stesse somme basterebbero, da sole, a nutrire la fame assurda dell'Africa Sub-Sahariana o a ridare tenore alla vita dei campesinos e dei sem terra sudamericani.

Se questo “motore”, il cui carburante è il denaro, avesse dato prova di migliorare almeno gli aspetti basilari e primari della vita umana, globalmente intesa, non ci troveremmo oggi ad assistere, quali spettatori inermi, agli scempi che la speculazione finanziaria sta provocando in una sorta di anonimità e finta aureola di ingenua ignoranza… ma i crack degli ultimi tempi a danno dei soliti risparmiatori/consumatori fiduciosi e creduloni stanno lì, impietosi, a denunciare la mancanza di scrupoli che, accompagnando le supersoniche movimentazioni di denaro, provocano immancabilmente disastri umanitari, sociali e ambientali difficilmente rimediabili.

(Fine seconda parte)

Matteo Toniato

Be the first to comment on "Del denaro e le sue alternative (parte seconda)"

Leave a comment