Vaporetti a idrogeno a Venezia

Nasce a Porto Marghera il polo mondiale dell”energia pulita: centrali elettriche, impianti condominiali, batterie per auto.

[Corriere della Sera, 24 febbraio 2004]


Benvenuti a Hydrogen Park, Porto Marghera, Venezia: il più grande polo mondiale per la produzione, lo sfruttamento e lo studio dell”idrogeno. Il cartello non è ancora pronto, ma il consorzio fra industrie, aziende e enti, sì. Questa settimana, con l”ingresso ufficiale dell”Enel nella nuova impresa, decolla anche in Italia l”economia dell”idrogeno, cioè tutta quelle serie di applicazioni energetiche caratterizzate da emissioni zero e elevati rendimenti. Non solo centrali che producono elettricità e calore senza inquinare l”atmosfera e alterare il clima, ma autobus, automobili e persino vaporetti spinti dal gas più leggero dell”universo.

SALTO DI QUALITA” – «L”obiettivo è sfruttare le potenzialità di un”area industriale ed energetica come quella di Marghera per fare compiere un salto di qualità all”impiego dell”idrogeno, lanciando una serie di applicazioni dimostrative che serviranno a fare penetrare gradualmente questo vettore energetico pulito nei diversi settori della società », spiega l”ingegnere Gennaro De Michele, responsabile della ricerca Enel. Un”opportunità unica di sviluppo sostenibile per un Polo industriale troppo spesso sotto accusa a causa del suo pesante impatto ambientale.

INDUSTRIALI – L”idea di realizzare un «Distretto idrogeno» di dimensioni internazionali è dell”Unione industriali di Venezia. Hanno già aderito numerose aziende come Aprilia, Dawpolimeri, European Vynils, Montefibre, Sae impianti, Sapio e Venezia Tecnologie. Ora arrivano anche i colossi dell”industria e della ricerca. Enel e Cnr aderiranno giovedì. E in dirittura d”arrivo ci sono Eni e Enea.

SOTTOPRODOTTO – A Porto Marghera l”idrogeno è già di casa. Come sottoprodotto di svariati processi per la fabbricazione di composti chimici ne vengono fuori circa cinquemila tonnellate all”anno. Il primo passo è recuperarlo e renderlo disponibile per la generazione di energia pulita. «Un”altra partita di cinquemila tonnellate annue di idrogeno la produrremo noi dell”Enel in un impianto che sorgerà a fianco di una delle due nostre centrali a carbone della zona: quella di Porto Marghera o quella di Fusina», aggiunge De Michele. Questa partita aggiuntiva verrà prodotta con la tecnica della gassificazione del carbone con ossigeno. Sia il recupero dell”idrogeno già prodotto dagli impianti chimici, sia l”idrogeno di nuova produzione da parte dell”Enel saranno una realtà operativa entro due anni.

APPLICAZIONI – Le circa diecimila tonnellate di idrogeno disponibili ogni anno a Marghera avranno uno spettro di applicazioni molto ampio. Innanzitutto serviranno a cogenerare energia elettrica e calore per abitazioni. Il pezzo forte sarà una centrale a turbogas da 20 megawatt alimentata dall”idrogeno invece che dal classico metano e quindi senza emissioni inquinanti: «Solo azoto e acqua pura, con un rendimento che sfiorerà il 98%», specifica il responsabile ricerca dell”Enel. Ma saranno realizzati anche numerosi impianti di piccola taglia per fornire elettricità , riscaldamento e refrigerazione a condomini, centri commerciali e ospedali, che potranno funzionare sia con bruciatori a idrogeno-metano (hythane), sia con le celle a combustibile (le batterie chimiche anche queste a idrogeno).

AUTOTRAZIONE – Non mancheranno le classiche applicazioni dell”idrogeno all”autotrazione, già ampiamente diffuse in Paesi come Stati Uniti, Giappone e Germania. Ma l”Hydrogen Park veneto potrà vantare una sua esclusività : entro due anni la Laguna sarà solcata dai primi vaporetti che al posto del motore a scoppio avranno celle a combustibile. La quantità di idrogeno prodotta a Marghera sarà tale da poter gradualmente convertire tutta la flotta degli autobus pubblici urbani e extraurbani e 17 mila automobili (percorrenza media di 10 mila chilometri all”anno). L”intero progetto si basa su una rete di idrogenodotti lunga qualche chilometro per trasferire il gas dal Polo chimico-energetico fino ai punti di distribuzione nei quartieri urbani; e su costi dell”idrogeno competitivi, equivalenti a quelli del metano.

SEGREGAZIONE – Nella fase di avvio, alcuni dei processi chimici legati alla produzione e all”uso dell”idrogeno, pur essendo privi degli inquinanti classici che soffocano i centri urbani, libereranno nell”atmosfera anidride carbonica, il noto gas che provoca l”effetto serra. «Ma in prospettiva, diciamo una decina d”anni, sperimenteremo anche la segregazione di questo gas in fondo al mare o in giacimenti geologici, per rendere il ciclo completamente esente da emissioni nocive. E in un futuro più lontano speriamo di estrarlo ricorrendo alle energie rinnovabili», conclude De Michele.

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