I documenti "confidenziali" dell’ FMI

Le persone, con i capelli tinti di verde, che protestavano nelle strade di Seattle furono ridicolizzate per il loro ritenere che la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e i ministri delle finanze del mondo avessero fatto accordi segreti per impoverire le nazioni in via di sviluppo.
Nei fatti ecco qui uno di questi accordi: la à¢â‚¬Å“relazione sulla strategia dà¢â‚¬â„¢assistenza al progressoà¢â‚¬? dellà¢â‚¬â„¢Argentina, del giugno 2001.


Questo documento, redatto dalla Banca Mondiale, rappresenta le direttive della suddetta banca e del Fondo Monetario, cosàƒÂ¬ come, indirettamente, i voleri del più importante patrono di entrambe le istituzioni: il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Contrassegnate come à¢â‚¬Å“Confidenzialià¢â‚¬?, queste relazioni sono raramente rese note alle popolazioni, pur riguardandole. Lo stesso per gli ulteriori 100 accordi che coinvolgono paesi debitori nei confronti del FMI e della Banca Mondiale, come Argentina, Tanzania, Ecuador, Sierra Leone. E in tali luoghi questi accordi servono come legislazioni de facto, meticolosi nei dettagli e ideologici nelle motivazioni addotte. Anche se espresse come condizioni di prestito, o come consigli di aiuto alla sviluppo, queste relazioni appaiono molto di più come le regole precise dettate da un colpo di Stato finanziarioà¢â‚¬Â¦


Per ridurre il proprio debito, seguendo quanto decretato dal FMI, là¢â‚¬â„¢Argentina ha dovuto tagliare 3 miliardi di dollari di spese. Un taglio necessario, per gli autori della relazione, per à¢â‚¬Å“adeguarsi agli aumenti di interessià¢â‚¬?. Gli interessi, la relazione non ha bisogno di scriverlo, sono nella maggior parte dovuti a creditori stranieri che includono gli stessi FMI e Banca Mondiale. Dal 1994, infatti, i disavanzi nel bilancio dell'Argentina sono stati interamente dovuti al pagamento degli interessi su prestiti stranieri. Eccettuati tali pagamenti, la spesa era rimasta costante, al 19% del PIL. Malgrado il danno evidente causato dai tagli alle spese, il nuovo piano ordinava di più. Esso prometteva che à¢â‚¬Å“sarebbe notevolmente migliorato là¢â‚¬â„¢andamento per i restanti mesi del 2001 e per il 2002, con una crescita tale da recuperare le perdite dei primi mesi del 2001à¢â‚¬?. La Banca era assolutamente fuori segno. Entro dicembre 2001, la classe media di Buenos Aires si trovava in giro per le strade a caccia di immondizia da mangiare, unendosi alla massa dei poveri.


Comà¢â‚¬â„¢era arrivata là¢â‚¬â„¢Argentina a una tale impasse? Negli anni à¢â‚¬â„¢90 la nazione era il poster della globalizzazione, avendo seguito da brava, senza far domande, il programma della Banca Mondiale e dellà¢â‚¬â„¢FMI. Il piano delle à¢â‚¬Å“riformeà¢â‚¬? per là¢â‚¬â„¢Argentina, cosàƒÂ¬ come per ogni altra nazione, ha quattro punti. Il primo, liberalizzazione del mercato dei capitali, è stato reallizzato dal à¢â‚¬Å“piano di convertibilitàƒ à¢â‚¬? del 1991, che legava il Peso argentino a una relazione di uno a uno con il dollaro USA. Questo legame doveva ottenere un abbassamento dellà¢â‚¬â„¢inflazione e un rallentamento della spesa pubblica, nella speranza di attrarre e rendere il paese piacevole agli investimenti stranieri. In pratica i mercati liberalizzati del capitale: capitale che doveva poter andare dentro e fuori dal paese attraverso i confini. Ma una volta che là¢â‚¬â„¢ecomonia Argentina ha cominciato a vacillare, il capitale è semplicemente andato solo fuori.


Il secondo punto nelle prescrizioni del regime FMI/Banca Mondiale, è la privatizzazione. Incitando coloro che hanno prestato a comprare, per uscire dalla necessitàƒ finanziaria, là¢â‚¬â„¢Argentina negli anni à¢â‚¬â„¢90 ha venduto allà¢â‚¬â„¢esterno quello che gli argentini, ora dolentemente, definiscono à¢â‚¬Å“las joyas de mi abuelaà¢â‚¬?, i gioielli della nonna: il petrolio statale, il gas, là¢â‚¬â„¢acqua, le compagnie elettriche e le banche di stato. Eà¢â‚¬â„¢ stata praticamente una svendita. La Vivendi, francese, si è appropriata del sistema idrico: la Enron, texana, degli oleodotti di Buenos Aires; la Fleet, di Boston, si è presa le banche…
Nel 1994, dietro un sollecito della Banca Mondiale, là¢â‚¬â„¢Argentina ha parzialmente privatizzato anche il suo sistema di previdenza sociale, deviandolo in buona parte verso privati. Il Centro di Ricerca sullà¢â‚¬â„¢Economia e la Politica, con sede negli USA, ha calcolato che i danni derivati da questa sola decisione hanno uguagliato il disavanzo di bilancio della nazione durante lo stesso periodo.


La terza forca prevista dal Colpo di Stato del à¢â‚¬Å“laissez faireà¢â‚¬? è la valutazione basata sul mercato. In Argentina, là¢â‚¬â„¢obiettivo principale di questa iniziativa era il sindacato, ritenuto troppo inflessibile rispetto alle necessitàƒ dei prodotti. à¢â‚¬Å“Un importante passo avanti è stato fatto con là¢â‚¬â„¢eliminazione dei contratti di lavoro antiquatià¢â‚¬?, dichiara questo rapporto, notando che cosàƒÂ¬ à¢â‚¬Å“i costi della manodopera (cioè gli stipendi) sono crollati a causa della flessibilitàƒ del mercato del lavoro indotta dalla liberalizzazione de facto del mercato attraverso unà¢â‚¬â„¢accresciuta informalitàƒ à¢â‚¬?.
Traducendo: i lavoratori che hanno perso il lavoro sono stati obbligati a firmare un accordo ad hoc, con molta meno protezione. Qui il rapporto chiede al governo di decentralizzare la contrattazione collettiva dei sindacati, una mossa per ridurre il potere sindacale?


 Lontano dal realizzare il prefissato obiettivo di à¢â‚¬Å“percentuale di disoccupazione inferiore alla doppia cifraà¢â‚¬?, la Banca Mondiale e là¢â‚¬â„¢FMI hanno visto la figura del disoccupato a Buenos Aires aumentare dal 17 al 22%, nel solo anno seguente allà¢â‚¬â„¢uscita del rapporto. La violenza e i saccheggi che hanno caratterizzato la cittàƒ nel dicembre 2001 rappresentano una fase nel processo di à¢â‚¬Å“austerityà¢â‚¬? che Stiglitz definisce come à¢â‚¬Å“FMI riotà¢â‚¬?(cioè, lett.”FMI disordine”). à¢â‚¬Å“Quando una nazione, asserisce lui, è povera e emarginata, là¢â‚¬â„¢FMI se ne avvantaggia spremendola sino allà¢â‚¬â„¢ultima goccia di sangue. Sfruttando fino a che, alla fine, là¢â‚¬â„¢intero calderone viene fatto esplodereà¢â‚¬?à¢â‚¬Â¦


Il quarto punto del programma di FMI/Banca Mondiale è il libero scambio. Le due istituzioni hanno vincolato i prestiti allà¢â‚¬â„¢accettazione da parte dellà¢â‚¬â„¢Argentina di à¢â‚¬Å“una politica commerciale apertaà¢â‚¬?. Mentre arrivava la recessione, i prodotti degli esportatori argentini erano effettivamente troppo cari, a causa del legame con il dollaro USA che obbligava a una spettacolare competizione sbilanciata contro le merci brasiliane, valutate nella moneta brasiliana fortemente svalutata.

In Argentina cresce uno speciale tipo di riso dai lunghi chicchi, molto amato dai brasiliani, ma quando il Brasile si è trovato a rischio fame tonnellate di riso sono andate invenduteà¢â‚¬Â¦

Prima del 1980, quando la Banca Mondiale e il FMI hanno deciso di riorganizzare le economie delle nazioni in via di sviluppo, quasi tutte queste economie aderivano a modelli keynesiani o al socialismo. Allora, a seguito del à¢â‚¬Å“modello di sostituzione nellà¢â‚¬â„¢importà¢â‚¬?, esse avevano costruito le loro industrie locali con investimenti governativi, proteggendole con dazi e controlli del capitale. In questi supposti periodi neri dellà¢â‚¬â„¢economia, che datavano approssimativamente dal 1960 al 1980, il reddito procapite crebbe del 73% in America Latina e del 34% in Africa. Per confronto, dal 1980, là¢â‚¬â„¢America Latina ha cominciato a crescere più lentamente fino a fermarsi e perdere il 6% negli ultimi 20 anni, mentre gli stati africani subivano un calo del 23%. Il FMI stesso, in una dichiarazione che accompagnava la sua à¢â‚¬Å“Prospettiva Economica Mondialeà¢â‚¬?, dellà¢â‚¬â„¢aprile del 2000, notava che à¢â‚¬Å“nelle ultime decadi troppi paesi, per là¢â‚¬â„¢equivalente di circa un quinto della popolazione mondiale, erano regrediti. Questo è deducibilmente uno dei maggiori fallimenti economici del ventesimo secoloà¢â‚¬?. Almeno su questà¢â‚¬â„¢ultima analisi, il FMI ha avuto ragione.

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