Per un uso critico dei media

I media hanno ormai un enorme influsso sul modellarsi delle linee guida culturali e politiche di un paese. Sebbene tocchi a voi informare l'opinione pubblica delle vostre campagne, e cioe' non dipendere dai media per questo, e' importante pretendere che le notizie date da giornali e tv siano accurate e rispondano alla realta' dei fatti. Quando avete sotto gli occhi la notizia, anche se a darla e' il vostro quotidiano preferito, imparate a farvi le seguenti domande…


1) Quali sono le fonti? Fate attenzione alla prospettiva politica delle fonti usate per narrare la storia. I media si basano per lo piu' sulle fonti cosiddette “ufficiali” (governo, “pensatoi” delle corporazioni economiche e dei centri di potere). Tutte le altre possibili risorse da cui ottenere informazioni vengono sottostimate, non rappresentate e/o minimizzate, anche se si tratta di risorse inerenti persone portatrici di interesse primario rispetto all'istanza. Ovvero, piu' lo spettro delle fonti e' ristretto, piu' quello che udite e leggete non e' una notizia, ma la sua versione passata attraverso il megafono del dominio. Provate a contare il numero di voci presenti: quante sono governative, quante provengono da potentati economici, quante sono quelle dell'opposizione parlamentare, dei gruppi per il cambiamento sociale, quante quelle maschili e quante quelle femminili, quante quelle delle minoranze, ecc. * 2) C'e' carenza di differenze? Questa e' ovviamente la domanda successiva alla vostra disamina ed e' molto facile che la risposta sia affermativa. Cio' significa che la o le comunita' coinvolte nella notizia, o a cui ci si rivolge, non sono adeguatamente rappresentate, e che uno “schieramento” di esperti maschi, bianchi ed europei discutera' ad esempio le istanze relative alle donne o ai migranti. * 3) Da che punto di vista la notizia viene riportata? I reportage politici si concentrano su come le istanze investano questo o quel politico, anziche' su come esse tocchino le persone direttamente interessate (voi sentirete il Ministro Tizio e il Sottosegretario Caio parlarvi dei problemi dell'agricoltura, e non sentirete gli agricoltori). Allo stesso modo, verrete a sapere dai reportage economici tutto sullo stato delle borse mondiali e nulla su come i problemi trattati investano i lavoratori/consumatori. * 4) Ci sono due pesi e due misure? Sovente i crimini vengono riportati in modo diverso a seconda dell'etnia, del genere, della classe sociale, dell'orientamento sessuale di chi li commette o li subisce. Ad esempio, vi sono i “drammi della gelosia”, i “raptus”, ecc. quando l'omicida e' un uomo che uccide una donna con cui aveva un legame affettivo (moglie, fidanzata, amante); lo scopo del trattare l'omicidio in tali cornici e' di fornire una giustificazione all'offensore e di biasimare la vittima: in genere quest'ultima lo aveva lasciato o intendeva farlo, e quindi si e' pienamente meritata il dramma della di lui gelosia, o il di lui improvviso raptus… * 5) Gli stereotipi infestano la notizia? Se si parla di droghe, l'immagine che scorre sullo schermo e' quella di uomini, preferibilmente di colore, immigrati in una citta' europea? Oppure di giovani vestiti in modo inusuale? Se si parla di omosessualita', essa viene immediatamente associata all'aggressione sessuale nei confronti dei bambini (nonostante un bimbo o una bimba abbiano cento possibilita' contro una di essere molestati da membri della propria famiglia, anziche' da un adulto sconosciuto)? * 6) Il linguaggio e' “caricato”? Quando i media adottano una terminologia specifica, essa contribuisce a formare l'opinione sulla notizia. Fate attenzione a che aggettivi vengono usati, a che definizioni si danno di gruppi e istanze: “terroristi” o “combattenti per l'indipendenza”?, “azioni positive per l'integrazione o la giustizia sociale” o “sussidi a pioggia agli immigrati, ai poveri, ecc.”? Le definizioni non sono neutre, e vi danno insieme con la notizia l'idea precisa di che giudizio dovete darne. * 7) I titoli degli articoli e gli articoli stessi combaciano? Usualmente i titoli non sono scelti dal/dalla giornalista che ha scritto l'articolo e spesso dicono tutt'altro rispetto alle righe sottostanti. Fate la prova con gli innumerevoli titoli che hanno in se' il neologismo “no global”: la maggioranza degli articoli sottostanti trattera' di scontri con la polizia, sgomberi di luoghi occupati, combattimenti di strada, e cosi' via. Di economia globale, e delle istanze ad essa relative, poco e niente. Oppure confrontate i titoli dati alla medesima notizia da quotidiani o telegiornali orientati diversamente e scoprirete, per esempio, che il tal politico ha ricevuto un “bagno di folla plaudente” nella stessa citta', e nelle stesse ore, in cui e' stato “contestato in modo durissimo”… * Cosa potete fare: dite ai media che ne avete abbastanza. Scrivete, telefonate, mandate e-mail o fax ogniqualvolta rilevate una qualsiasi delle contraddizioni sopra indicate, soprattutto se la mistificazione vi riguarda direttamente come attivisti/e o come appartenenti ad una delle categorie “criminalizzate”. Protestate per le menzogne, fornite informazioni alternative e, se ve la sentite, offritevi di andare voi stessi a parlare in tv, o di essere intervistati dal giornale.

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