In un lungo articolo dal titolo “Senz'ombra di pietà per l'Occidente” apparso su “Tempi duri” allegato al quotidiano “Il Giornale”, Anna Bono accusa gli organi di stampa missionaria di mostrare “una completa identificazione con il pensiero no global”. Secondo l'articolista “gli organi di stampa e d'informazione missionari affiancano i no global nel sostenere che il mondo non deve scegliere l'Occidente, il suo modello e il suo stile di vita”. “Più che all'amore per i poveri sembrano dediti all'odio per i ricchi” – ribadisce il sottotitolo dell'articolo.
All'articolo della Bono risponde padre Ottavio Raimondo, direttore dell'Editrice Missionaria Italiana (EMI) con un editoriale nel quale chiarisce i motivi che portano il mondo missionario vicino alle istanze del movimento new-global. “L'EMI, la FESMI, la MISNA non puntano il dito contro nessuno ma dicono a tutti: questo sistema in cui viviamo non ha futuro, non è il sogno di Dio, semplicemente perché non è per tutti, è escludente, emarginante”. E sottolinea che “il dito puntato sull'altro sparge ancora il seme dell'odio. Puntare il dito contro le persone non è lecito e, per lo meno, è pericoloso. Quando punti il dito contro una persona ne punti contemporaneamente tre contro te stesso e uno verso l'alto!”
Nella seconda parte dell'editoriale il direttore dell'EMI richiama il significato dell'impegno missionario: “Il nostro è un invito a cambiare rotta per avere futuro. Proprio perché amiamo anche l'Occidente di cui siamo figli gli diciamo: amici pensiamoci su, facciamo una pausa per vedere verso dove stiamo camminando. Noi possiamo anche tacere ma parlerebbero le pietre. Ciò che sta accadendo nel mondo di oggi non è degno dell'uomo e, tanto meno, del cristiano”. E prosegue domandando: “Perché in questo mondo tutto è permesso meno mettere in discussione il Cesare con il suo potere e con i suoi miti della pace basata sulle legioni?… Ma quale diritto? Il diritto di fare schiavi e di annientare? Ieri con la croce oggi con le bombe?”. L'editoriale si conclude con un invito alla “sorella Anna Bono” a “lasciare la sponda della competitività che esclude” per passare a quella “della convivialità , del dono e della sobrietà felice perché leggeri è bello e sostenibile!”.
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