Ma quale guerra al terrorismo..?


David Ross: Nel libro ‘The Real Terror Network’ [1982], hai documentato come il governo statunitense non abbia appoggiato la democrazia nel mondo, com’è stato detto a tutti noi, ma piuttosto, ha appoggiato gli stati totalitari che hanno assicurano un clima favorevole agli investimenti…
Ed Herman: Noi appoggiamo la democrazia quando è utile ai nostri interessi ma, com’è specificato in ‘The Real Terror Network’, non quando non si rivela utile.

Intervista a Edward Herman.

Gli interessi di cui stiamo parlando non sono interessi generici, pubblici, ma sono gli interessi delle forze che dominano la politica estera statunitense. ‘The Real Terror Network’ parla di una rete terroristica che gli Stati Uniti hanno sponsorizzato, soprattutto in America Latina durante gli anni 60 e 70, che ha portato alla creazione di un sistema di stati basati sulla sicurezza nazionale, decisamente non democratici e dediti alla tortura. Questi sono stati i nostri figli. Noi li abbiamo appoggiati. Li abbiamo sponsorizzati, e un certo numero di questi stati sorti in quegli anni erano in precedenza delle democrazie, come il Brasile nel 1964, il Cile nel 1973, il Guatemala nel 1954. Quindi è chiaro che non siamo stati a favore della democrazia quando c’erano in gioco altri interessi, e questi altri interessi sono fondamentalmente gli interessi delle grandi aziende. Le nostre grandi aziende vogliono ciò che è chiamato ‘clima favorevole agli investimenti’, e molto spesso, i governi democratici non possono permettersi un clima favorevole agli investimenti, specialmente in questi paesi poveri, del terzo mondo. Ad esempio, perché potrebbero provare ad aiutare i poveri. Potrebbero tassare le nostre grandi aziende e potrebbero non volergli dare privilegi estremamente vantaggiosi. Potrebbero anche voler permettere l’esistenza di sindacati. Ad esempio, nel 1954 abbiamo contribuito al rovesciamento del governo esistente in Guatemala, che non era affatto un governo comunista. Era un governo debolmente social democratico, ma stava provando a fare qualcosa per i comuni cittadini. Una delle cose che voleva fare era riprendersi la terra della United Fruit Company, gran parte della quale non era neppure utilizzata dall’azienda. Il nuovo governo aveva intenzione di indennizzare la United Fruit al prezzo al quale l’azienda aveva valutato la terra a fini fiscali, e quindi voleva consegnare la terra ai contadini. Bhè, questo non è piaciuto alla United Fruit, e quindi non è piaciuto neppure al governo statunitense. Secondo uno dei migliori testi sull’argomento, il governo statunitense si è messo contro il Guatemala nel 1947, quando il governo ha consentito che i sindacati sopravvivessero, fornendogli delle protezioni. Se si esaminano uno ad uno i sistemi politici latino americani, quando le democrazie sono state rovesciate in favore di stati basati sulla sicurezza nazionale, non si trattava affatto di governi comunisti. Non c’erano praticamente comunisti in nessuno di questi paesi, ma avevano delle tendenze social democratiche, e dunque, costituivano una minaccia per le multinazionali, a cui non piacciono i sindacati. Infatti, quasi tutti questi stati basati sulla sicurezza nazionale hanno smantellato i sindacati. Gli stati basati sulla sicurezza nazionale hanno fatto cose molto buone per le multinazionali che entravano nel loro paese. Il più bel caso di sostegno ad uno stato terroristico per gli interessi di grandi aziende è dato dall’Indonesia. Abbiamo appoggiato la rivoluzione di Suharto nel 1965, che ha creato uno degli stati più brutali e totalitari della storia moderna. Ma noi l’adoravamo perché era molto ‘amichevole’ nei confronti delle grandi aziende, e perché per un certo prezzo di favore Suharto avrebbe permesso alle nostre aziende di entrare nel paese e di intraprendere il taglio del legname e l’estrazione mineraria e petrolifera. Gli Stati Uniti appoggiarono questo governo mostruoso per 33 anni, anche se aveva violato tutti i principi democratici. Gli apologeti della politica statunitense se la passano male quando affrontano questo argomento.
DR: La lotta contro il comunismo è stata usata come cortina fumogena per assicurare un buon clima per gli investimenti in tutto il mondo. Oggi abbiamo la cosiddetta ‘guerra al terrorismo’. E’ un’altra cortina fumogena?

Ed Herman: Penso proprio di si. L’attacco terroristico dell’11 Settembre è stato molto grave, e direi che era legittimo cercare di catturare le persone che avevano perpetrato l’attacco. Ma l’amministrazione Bush immediatamente ha dichiarato una guerra globale, prendendo di mira dichiaratamente Al Qaeda e i talebani, anche se li aveva appoggiati o gli aveva comunque permesso di esistere, almeno in Afghanistan. Era chiaro che l’amministrazione Bush sarebbe andata molto oltre la semplice ricerca delle persone responsabili dell’11 Settembre. Questo ha fornito una scusa perché potessero fare quello che volevano comunque fare – dispiegare il potere americano oltreoceano. Dopo che l’amministrazione Bush ha superato lo shock ed il panico dell’11 Settembre, che è stato forse uno dei più grandi fallimenti della storia dei sistemi di sicurezza, con l’aiuto dei media che gli hanno permesso di farla franca, ha visto che gli attacchi dell’11 Settembre erano un’opportunità meravigliosa. Eravamo in quel momento l’unica superpotenza. Potevamo usare la guerra al terrorismo per fare quello che volevamo ovunque. Potevamo anche usare la guerra al terrorismo per continuare a fomentare la popolazione americana, distogliendola dai veri problemi. Potevamo usarla per portare avanti la strategia delle elite sul fronte interno. Ci sono stati allarmi terroristici una volta alla settimana dall’11 Settembre in poi, dagli stessi funzionari che prima non avevano neppure seguito alcune evidenti piste – come il fatto che c’erano terroristi che stavano seguendo addestramenti di volo dappertutto – né gli avvertimenti da parte di una mezza dozzina di governi riguardo al fatto che qualcosa stava bollendo in pentola. Gli stessi tizi che non hanno fatto attenzione a queste cose, adesso scoprono un allarme terroristico tutti i giorni. Stanno scoprendo che la guerra al terrorismo è un bello stratagemma per dare loro carta bianca, libertà di manovra, per fare insomma quello che vogliono. Quindi è molto meglio della minaccia sovietica.

DR: Quali sono le vere strutture di potere politico ed economico negli Stati Uniti?

Ed Herman: Questo è fin troppo facile. Negli Stati Uniti abbiamo un sistema imprenditoriale molto concentrato. Abbiamo un sistema di aziende di comunicazione concentrato. Abbiamo un enorme apparato affaristico che domina il mondo. Abbiamo le multinazionali più potenti. Abbiamo uno smisurato schieramento di aziende automobilistiche e petrolifere. Siamo un importante sistema di imprese, il più potente sistema di imprese del mondo. Abbiamo un enorme complesso militare-industriale che cerca di produrre armi.

Questi ragazzi hanno tutti interessi economici molto forti, e quindi, interessi politici. Vogliono avere un clima favorevole agli investimenti all’estero, e anche internamente lo vogliono. Quindi vogliono un governo che si prospetti ‘amichevole’ verso di loro, che non sia troppo favorevole ai sindacati, e che non faccia pressioni su di loro perché rispettino le norme ambientali. E’ questa base costituita da una rete di organizzazioni economiche che governa l’intero sistema dei mezzi di comunicazione, che domina realmente gli Stati Uniti, e che quindi, domina il sistema politico. Si ha un sistema bipartitico che è fondamentalmente dipendete dai contributi delle imprese. E si hanno mezzi di comunicazione che sono essi stessi delle imprese private, dipendenti dalla pubblicità che sostiene la comunità delle aziende. Che quindi normalizzeranno l’esistenza di un sistema politico in cui si hanno due partiti, sovvenzionati dalle imprese, che dominano tutto.

DR: Gli inglesi hanno dominato con l’imperialismo diretto, amministrando direttamente i paesi poveri del ‘terzo’ mondo. Il governo statunitense ha usato una politica di neo imperialismo nei paesi in cui ha installato dittature fantoccio. Ma adesso, non ci stiamo evolvendo verso una forma di imperialismo finanziario per cui gli Stati Uniti dominano il Fondo Monetario Internazionale [FMI], la Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio [WTO], e attraverso queste istituzioni controllano gli altri governi?

Ed Herman: Bhè, non direi che le cose stanno proprio così, ma è vero che ci siamo evoluti. Abbiamo una forma di imperialismo molto complessa in cui noi siamo dominanti, da una parte, per mezzo del potere economico e della penetrazione in tutto il globo. Gli Stati Uniti sono un governo con un grande servizio prestiti, che distribuisce una grande quantità di prestiti. E’ un tremendo potere economico in tutto il globo, e che in se, dà molto potere agli Stati Uniti oltreoceano. Abbiamo un sistema di mezzi di comunicazione oltreoceano. Le nostre agenzie pubblicitarie sono dappertutto. In ogni paese abbiamo strutture statunitensi e ausiliari statunitensi connessi con gente e con governi legati al mondo imprenditoriale, e quindi abbiamo molto potere che deriva semplicemente da queste relazioni economiche interconnesse. Abbiamo anche un enorme apparato militare che tutti temono. Abbiamo usato questa potenza militare con sempre maggiore brutalità e libertà d’azione. E’ un elemento del nostro imperialismo. Abbiamo basi militari in più di 100 paesi, il che ci dà un certo ascendente su quei paesi. Abbiamo anche instaurato, come lei ha detto, dei governi fantoccio. Avevamo alcune colonie, ma le colonie sono obsolete; è meglio esercitare il controllo tramite il dominio indiretto. E gli Stati Uniti hanno sempre preferito avere relazioni con governi sui cui esercitano influenza o dominio per il fatto che, in primo luogo, sono stati i responsabili di averli portati al potere, e secondariamente, perché hanno un deciso ascendente economico su di loro, a causa di tutte queste relazioni economiche. Possiamo anche manipolare i prezzi e le politiche di prestito in questi paesi facendo in modo che si adeguino. Ma è importante il fatto che, come lei dice, sia nata un’intera struttura di organizzazioni internazionali: la Banca Mondiale, Il Fondo Monetario Internazionale, e l’Organizzazione Mondiale per il Commercio. Queste istituzioni sono tutte influenti. Ma credo che si debba riconoscere che non si tratta realmente di controllo finanziario. Queste stesse istituzioni sono controllate dai grandi poteri e principalmente dagli Stati Uniti. Quindi, chiunque stia controllando gli Stati Uniti – la sua organizzazione e le sue linee politiche – sta in realtà controllando anche queste altre istituzioni. Non direi che si tratta di controllo finanziario, anche se è vero che la finanza internazionale è diventata estremamente importante nel mondo. In questo modo il denaro circola tra i paesi a seconda di ciò che il settore privato decide sia bene per se. Ad esempio, se un governo comincia a tassare troppo pesantemente le imprese e diventa populista, il denaro tenderà ad uscire dal paese, e questa è un’importante limitazione. Alcune persone sostengono che la Finanza detti le regole, a causa di questa capacità delle istituzioni finanziarie e degli scambi finanziari, di questa enorme quantità di denaro che circola in tutto il mondo, e del fatto che tutto questo dipende non solo dai tassi di interesse, ma dalle minacce politiche, che si tramutano in tassi di interesse. Ma questo fa parte in realtà dell’intera struttura economica e finanziaria globale, in senso generale. Quindi abbiamo una forma di imperialismo complessa, in cui si hanno grandi poteri, di cui il principale sono gli Stati Uniti, che esercitano il loro potere attraverso relazioni globali naturali, attraverso il loro esercito, e attraverso il loro dominio delle istituzioni finanziarie internazionali. Esiste anche un sistema finanziario di base costituito dalle multinazionali, che ha il ruolo di forza disciplinare, e integra il lavoro dei poteri imperiali. E’ un quadro complesso, devo dire.

DR: Margaret Thatcher ha detto che non c’è alternativa. Siamo giunti alla ‘fine della storia’? Il Marxismo è finito? C’è un’alternativa a questo tipo di sistema politico-economico imperiale?

Ed Herman: Se c’è un’alternativa? Al momento, non c’è alternativa al capitalismo, ed è molto difficile per ciascun paese sfuggire a questo sistema imperiale nel suo insieme, a causa del potere degli Stati Uniti, del suo esercito, e di queste strutture economiche che costringono la gente e i paesi a adeguarsi. Queste strutture sono molto potenti ora, e il capitalismo ha veramente trionfato. Quindi la Thatcher aveva ragione, nel breve periodo, non c’è alternativa. Ma non sono sicuro che continuerà ad essere vero nel lungo periodo. Marx è finito? Io direi che Marx mostra in questo momento le sue vere qualità , perché Marx ha analizzato come funziona il capitalismo, e potrei presentare delle ragioni per mostrare che il capitalismo non è stato davvero ‘capitalismo puro’ fino al 1989. Perché dal 1880 al 1989 c’è sempre stata la minaccia del socialismo. E’ stata più di una minaccia quando l’Unione Sovietica ha fornito un modello alternativo. Ci sono stati anche altri modelli minori, come il Vietnam, Cuba e, per un breve periodo, il Nicaragua. Il Socialismo era un’alternativa; molte persone hanno pensato che era reale, e anche il mondo capitalistico ha pensato che fosse reale. Quindi, per tutta la storia del capitalismo, sono stati edificati degli stati sociali, in parte per precludere la creazione di un qualunque sistema economico alternativo. Si possono fornire argomenti a sostegno del fatto che lo stato sociale è stata una creazione artificiale, che è nata a causa della minaccia del socialismo. Quando quella minaccia si è estinta – almeno nel breve periodo – il capitalismo è diventato di nuovo se stesso, così come l’aveva descritto Marx. Questo è rafforzato dal fatto che, visto che abbiamo un mondo globalizzato, l’esercito industriale di riserva [*], che è importante nella teoria marxiana, diventa ora un esercito industriale globale di riserva. In questo momento il capitale può sfruttare lavoro a basso costo in Indonesia, in Messico e in Cina. Così, si può dire che siamo tornati ad un vero mondo marxiano di ‘puro capitalismo’, dove lo sfruttamento può diventare più duro. Dal crollo dell’Unione Sovietica e dal collasso del Socialismo, il capitalismo è diventato più aggressivo. Sta attaccando i lavoratori ovunque, e con il suo controllo politico, si sta sbarazzando in tutto il mondo dello stato sociale. Si sta tornando ad uno sporco capitalismo, e sotto queste condizioni, possiamo aspettarci di vedere qualche tipo di resistenza – movimenti di base e nuovi movimenti sindacali – perché stiamo parlando di un sistema che sta dando benefici, quando va bene, al 10% della popolazione mondiale, e in prevalenza al 2%. Ma sta rendendo discretamente più povero l’80%, ed enormemente più povero il 50%. Se le cose continuano così, io credo che stiamo per vedere la rinascita dell’organizzazione, della resistenza, e dei movimenti sindacali. Ma dovranno essere dei movimenti globali. L’idea che si prospetti la fine della storia mi fa fare delle grosse risate. Dal momento in cui Francis Fukuyama, l’autore di ‘La fine della storia’, aveva appena dato il suo libro alle stampe, è stato chiaro che il nuovo ordine mondiale sarebbe stato più instabile del vecchio ordine mondiale, e l’instabilità sarebbe diventata più grave in tutto il mondo. La storia sta cambiando, ha un aspetto più minaccioso. Ma da questi orrori che si stanno verificando, auspicabilmente, si svilupperà la resistenza.

DR: Cosa possono fare i cittadini per costruire una società più giusta ed ugualitaria?

Ed Herman: E’ veramente dura in questo momento. Tutti quelli che conosco che sono delle oneste persone di sinistra, sono piuttosto dannatamente depresse – le cose non ci stanno andando per il verso giusto. Dobbiamo continuare a provare, e ciò che dobbiamo dire alla gente ovunque è che siamo la stragrande maggioranza, e che verrà il nostro momento. Quindi dobbiamo educare noi stessi; dobbiamo riunirci con altri che hanno convinzioni simili alle nostre; dobbiamo formare una rete tramite sistemi di email e di organizzazioni; e dobbiamo costruire movimenti di base. Non possiamo farlo da soli, ma non possiamo neppure abbandonare la battaglia. La battaglia andrà avanti. E quindi, la nostra scelta in questo momento deve essere informazione, organizzazione e educazione.

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[*] NDT: Secondo la teoria di Marx dell’esercito industriale di riserva, ‘L’accumulazione capitalistica produce in continuazione ed esattamente in rapporto alla propria energia e alla propria entità una popolazione operaia relativa, cioè eccedente le esigenze medie di valorizzazione del capitale, cioè superflua ossia supplementare.’ [Il Capitale]

David Ross conduce un talk show su KMUD radio a Redway, CA. Si è occupato della campagna di Nader, delle responsabilità delle multinazionali, di politica estera statunitense, e di temi ambientali. Può essere contattato a daveross27@hotmail.com.

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