L’energia Solare fotovoltaica è una risorsa realistica?


L’Africa – tutta – ha a disposizione una fonte energetica democratica, solidale ed ecologica: il sole.
Democratica perché ogni giorno il sole può essere potenzialmente utilizzato in qualsiasi villaggio o singola abitazione. Solidale perché privilegia prevalentemente le zone più povere del pianeta. Ecologica perché rinnovabile ogni giorno e non inquinante.
Queste considerazioni possono sembrare scontate e semplicistiche [e in parte lo sono]. Se però contestualizziamo l’utilizzo dell’energia solare nel quadro più ampio delle fonti energetiche disponibili e del loro controllo, scopriamo elementi interessanti.
Quante guerre e situazioni di degrado sociale non traggono origine dal controllo strategico dell’energia? Quanto non “pesaâ€� la presenza di multinazionali dell’energia in molti paesi africani? La vera potenzialità dell’energia solare dunque non è tecnica ma sociale e politica: l’energia può essere captata ovunque e soprattutto utilizzata sul posto, a pochi centimetri dai pannelli. Si spezza così il legame di assoluta dipendenza dalla filiera centrale elettrica/distribuzione/utente.
Secondo un recente rapporto di Greenpeace e di Epia [l’Associazione delle industrie fotovoltaiche europee] il 30% del fabbisogno energetico stimato in Africa per i prossimi 20 anni può essere realisticamente coperto dall’utilizzo solare fotovoltaico. Questo dato testimonia l’enorme potenzialità di questa fonte e contemporaneamente il forte interesse delle industrie europee del settore. Oggi sono più di 30mila le installazioni fotovoltaiche in Africa per il pompaggio di acqua dai pozzi.
Non esistono dati attendibili per le applicazioni nel settore dell’elettrificazione fotovoltaica rurale. Daniela Morandin, responsabile commerciale di una qualificata ditta italiana di apparecchiature, segnala una crescita di richieste di piccoli impianti per l’illuminazione e per pompe di piccola potenza: ciò significa che la soluzione solare diventa sempre più diffusa e sempre più “gestita in proprioâ€�, a livello familiare.
Un impulso determinante per lo sviluppo delle installazioni è dovuto principalmente alla presenza di ong di cooperazione e missioni. Bernard Verspieren, dei Padri Bianchi d’Africa, è entrato addirittura nella “storia del fotovoltaicoâ€� raccontata da John Perling nel libro Dal Sole [Edizioni Ambiente]. Il suo merito? Aver diffuso il “vangelo del solareâ€� promuovendo concretamente le prime realizzazioni a livello mondiale di pompaggio dell’acqua con sistema fotovoltaico. Egli ha iniziato a lavorare a Nabasso [Mali] negli anni settanta, periodo della grande siccità .
I pochi pozzi disponibili avevano spesso la pompa manuale guasta e quelli efficienti necessitavano comunque di un lavoro manuale faticoso di ore per pompare poche decine di litri.
Verspieren coinvolse i primi esperti europei e avviò un programma di installazioni consolidando nel tempo la più importante organizzazione africana di pompaggio denominata “Mali acqua vivaâ€�. Egli dimostrò che il successo delle pompe fotovoltaiche non dipendeva solo da affidabilità e buona formazione di tecnici locali, ma soprattutto dalla partecipazione attiva della gente alla gestione quotidiana ed economica dei pozzi. Nel primo impianto gli abitanti di Nabasso assistettero al miracolo dell’acqua che sgorga da sola grazie al sole.
Sono passati quasi 30 anni e oggi la tecnologia è molto più affidabile: le pompe di qualità non necessitano di manutenzioni frequenti e i moduli fotovoltaici sono garantiti dai costruttori per funzionare almeno 25 anni con buona resa.
L’aspetto più limitante per lo sviluppo del fotovoltaico è l’alto costo di produzione dei moduli, dovuto sia alla sofisticata tecnologia di produzione sia alla relativa scarsità di richiesta. Alcune multinazionali europee, statunitensi e giapponesi, da alcuni anni decentralizzano la produzione in Africa; in particolare in Sudafrica. àˆ evidente che l’Africa rappresenta un mercato potenziale enorme; inoltre la possibilità di utilizzare mano d’opera a basso costo rende le produzioni sudafricane competitive in Europa.
L’interesse europeo è anche legato alla necessità di utilizzare energie rinnovabili per mantenere gli impegni sottoscritti con il Protocollo di Kyoto riguardante l’effetto serra.
L’Ue sta chiedendo “aiutoâ€� all’Africa mediterranea, che abbonda di sole e grandi spazi, ad esempio per la produzione di biodiesel dal girasole. Non a caso nel marzo 2001 a Casablanca è stato stilato un accordo di cooperazione tra la Confindustria marocchina e la Confindustria italiana per la produzione di energia. Nel 1999 l’Ue ha finanziato uno studio per l’introduzione e l’applicazione di tecnologie per sfruttare le energie rinnovabili appropriate: lo studio è stato affidato all’Associazione Ises [International Solar Energy Society] e alla Banca di Sviluppo Sudafricana [Dbsa]. Lo studio coinvolge: Angola, Botswana, Congo, Lesotho, Malawi, Maurizio, Mozambico, Namibia, Seicelle, Sudafrica, Swaziland, Tanzania, Zambia, Zimbabwe.
…O buon affare per l’Europa?
Le applicazioni fotovoltaiche più richieste in Africa riguardano l’elettrificazione rurale per abitazioni, scuole, dispensari; pompe per pozzi di acqua potabile; telecomunicazioni.
Ma dove sono prodotti i moduli fotovoltaici? Quanta potenza viene prodotta ogni anno? Dai dati dell’anno 2000 si ricava che a livello mondiale c’è stato un incremento di produzione del 42% rispetto al 1999. Questo è dovuto alle forti campagne di incentivi per il solare in Giappone, Germania, Usa.
La produzione mondiale del 2000 è stata di 287,6 mw [megawatt]. Di questi, 74,97 sono stati prodotti in Usa, 128,6 in Giappone, 60,66 in Europa e 23,42 nel resto del mondo.
Il mercato è dominato dalle giapponesi Sharp e Kyocera, multinazionali dell’elettronica di consumo, seguite a breve distanza dall’anglostatunitense Bp Amoco, multinazionale petrolifera. Seguono Siemens [Germania], Astropower [Usa], Sanyo [Giappone], Photowatt [Francia], Ase [Usa], Mitsubishi[Giappone], Isofoton [Spagna].
Tra i produttori minori compaiono anche due ditte italiane: la Eurosolare [controllata dell’Eni Agip] di Roma e la privata Helios Technology di Carmignano di Brenta [Padova]. La tedesca Solar-Fabrik ha attivato recentemente delle linee di produzione in Sudafrica e Kenya. [Qui la ditta sta aprendo uno stabilimento a Mombasa attraverso la partecipazione di una società locale. Il governo per favorire la diffusione del fotovoltaico nell’elettrificazione rurale ha aboliti i dazi di importazione per il settore].
Da notare la presenza delle ditte petrolifere: la scelta di stare sul mercato fotovoltaico risponde al criterio di essere comunque presenti con prodotti differenziati nel settore energia e anche al motivo di mantenere un’immagine “verdeâ€Â�. [Storicamente inoltre le aziende petrolifere hanno dovuto utilizzare l’energia fotovoltaica per alimentare sistemi di sicurezza e segnalazione sulle proprie piattaforme petrolifere in mare].
Il prezzo dei moduli, malgrado il grande incremento di produzione non tende a diminuire; anzi, paradossalmente è salito un poco. Il prezzo del silicio puro è strettamente legato al valore corrente del dollaro.

Testo di: Sandro Campagnola

Tratto da: www.nigrizia.it

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