LA STRAGE IMPUNITA


di Giorgio Bocca – da ‘La Repubblica’ del 3 Novembre 2001

TUTTI assolti quelli del Petrolchimico di Marghera. Un tempo si diceva:
‘per vedere condannato in Italia un re di denari, bisogna che lo trovino con il coltello in mano mentre infierisce sulla vittima. E forse non basta.’
Tutti assolti i vent’otto dirigenti, in testa Eugenio Cefis e Lorenzo Necci, che alla guida della macroazienda Montedison e poi Enimont e per finire Enichem non hanno impedito [o non hanno fatto abbastanza per impedire] che ci crepassero centocinquantasette operai, e se ne ammalassero centotre, per i tumori e le leucemie causate dai veleni usati per la produzione della plastica. Il procuratore Casson aveva chiesto 185 anni di carcere. Davanti al Palazzo di giustizia e’ rimasto in lacrime il prosindaco di Venezia Bettin, sono rimasti i parenti e gli amici dei morti.
Il caso ha voluto che un’indagine iniziata nel 1994 e un processo apertosi nel ’98 si siano conclusi nella festivita’ dei santi e dei morti.
La prima vittima Enrico Simonetti mori’ di cancro al fegato nel 1972, seguirono gli altri centocinquantasei mentre si allargava l’inquinamento del suolo e della laguna per cui l’avvocatura dello Stato ha chiesto un risarcimento di ottantamila miliardi. Una cifra astronomica che dimostra da sola l’impunita’ di cui godono i responsabili di buona parte del nostro sviluppo industriale: nessuna azienda e’ in grado di pagarla, dunque tanto vale assolverla nei suoi dirigenti.
Un ragionamento che in pratica uccide la giustizia, una conferma che l’industria, l’economia sono piu’ forti della morale, della politica, del codice. Questo sviluppo che passava come un carro armato sul territorio e sugli uomini non ha avuto il consenso anzi il plauso degli elettori e dei governi, non lo abbiamo chiamato ‘il miracolo italiano’? C’e’ stato un duro prezzo da pagare e lo hanno pagato coloro che lavoravano a contatto con i veleni. La motivazione della sentenza non e’ stata ancora resa pubblica, ma il presidente della prima sezione del Tribunale di Venezia ne ha anticipato la sostanza: non c’e’ stato dolo dei dirigenti, perche’ all’epoca dei fatti non si sapeva che quelle sostanze fossero cosi’ nocive.
E probabilmente si chiamera’ in causa anche l’irresponsabilita’ della scienza che consentiva di produrre quelle sostanze senza preoccuparsi della loro nocivita’.
Può una grande azienda, uno dei pilastri dell’economia nazionale, perdere anni o decenni di produzione in attesa di verificare la pericolosita’ di una sostanza? No, non può. Il mercato alimentare mondiale e’ pieno di alimenti transgenici, corretti con l’ausilio della chimica, di cui si ignorano i rischi. Non c’e’ mai dolo nell’industria e nella scienza che uccidono. Ha ucciso la mucca pazza ingrassata con farine di animali morti. Qualcuno e’ andato in galera per questo? Non c’era dolo nella produzione e vendita di farine delle grandi multinazionali?
E di fronte a questa irresponsabilita’ dell’economia e della scienza tocca alla giustizia trovare la quadratura del cerchio, per consentire al sistema di continuare: le assoluzioni generali per mancanza di dolo.
Il prosindaco di Venezia Bettin e gli operai di Marghera che hanno cercato per anni di opporsi ai veleni piangono o imprecano davanti al Tribunale ma sono impotenti di fronte al muro dei grandi poteri che automaticamente si congiungono nell’assicurare l’impunita’ di chi sta al piano alto. Cosi’ e’ scritto. Ma e’ questo il migliore dei mondi possibile?

Be the first to comment on "LA STRAGE IMPUNITA"

Leave a comment