Dall’inferno si ritorna. Eccome. Ma a farlo sono in pochi e se ne stanno zitti. Non lo raccontano, hanno quasi paura a essere felici. A gridare al mondo e a se stessi “ce l ’ho fatta!”, “sono tornato”. Trovano conforto nel silenzio.

Questo è l’incipit con cui Christiana Ruggeri inizia a raccontare la terribile storia di Bibi, una bambina di 5 anni  miracolosamente sopravvissuta al massacro della propria famiglia durante il genocidio nel Ruanda.

Nell’aprile del 1994 in Ruanda ha inizio un genocidio che per troppo  tempo il mondo occidentale ha ignorato. 1 milione di persone massacrate nel volgere di 101 giorni di follia omicida che nemmeno la più fervida mente di un autore di storie horror avrebbe potuto partorire.

“Dall’Inferno si ritorna”, romanzo pubblicato nel marzo 2015,  ripercorre gli avvenimenti che hanno portato allo sterminio della famiglia di Bibi, la protagonista, fino al suo arrivo in Italia. Oggi Bibi è una giovane donna, studentessa di Medicina a Roma, e ha deciso di donare la metà dei proventi di questo libro al Progetto Rwanda Onlus, l’associazione attraverso la quale è stata sostenuta a distanza fino agli studi universitari.

“Dall’Inferno si ritorna” è un libro che va letto perchè nulla appare così chiaro e comprensibile come quanto viene narrato dalla viva voce di un bambino, come questa protagonista che racconta la propria  storia in prima persona.  Un vero e proprio inno alla vita, quanto di più puramente umano possa esprimere chi ha subito sofferenze lancinanti, riuscendo non solo a sopravvivere ma a trasformare la propria tragedia in un impeto che proietta in un futuro di speranza.

L’autrice del libro, edito da Giunti, è una reporter inviata soprattutto nei paesi africani e crede che il viaggio sia un passaggio fondamentale per la conoscenza. Oltre ad occuparsi della condizione minorile e di quella femminile si interessa di antropologia e di fotografia.