Commercio: sono gli USA i veri protezionisti

Herve Gaymard è il più giovane dei ministri francesi.
Ministro dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a 42 anni, come lo fu, negli anni ’70, il presidente Jacques Chirac, del quale è uno dei piu ascoltati consiglieri e amici.


Neogollista purosangue, intellettuale arrivato dalla campagna, ‘enarca’, come si definisce il management uscito dall’Ena, la scuola d’ amministrazione, convinto europeista.
Forse soltanto con questa biografia si poteva riuscire a spazzare via qualche pregiudizio sulla ‘Francia dei vini e dei formaggi’ e costruire l”impossibile’ compromesso sulla politica agricola dell’Unione. Un accordo che, al di là di poco affascinanti dati tecnici sul prezzo del latte, mette
in gioco la politica europea in rapporto a questioni più complesse, che toccano la nostra vita di consumatori: commercio mondiale, cibi transgenici, concorrenza con gli Usa, aiuti al Terzo Mondo. Dietro la scrivania di
Gaymard, sposato, otto figli, fervente cattolico, ci sono i ritratti dei suoi riferimenti politici: de Gaulle, Bernanos, Malraux e del nonno, agricoltore della Savoia, dove è nato, ‘a cinque chilometri dal confine con l’Italia’.

‘Un Paese che amo. Un Paese davvero europeista che potrà dare un forte contributo nel semestre.
Con il ministro dell’Agricoltura, Gianni Alemanno, ci siamo intesi benissimo durante la lunga discussione a Bruxelles, l’Italia chiedeva qualche ritocco sul prezzo del riso. Mi sono ricordato di Silvana Mangano e del suo film, ‘Riso amaro’, un capolavoro che valeva un accordo con gli italiani’.

Rivoluzione verde?

‘Non mi piacciono le definizioni a effetto. E’ però una tappa importante nell’evoluzione del mercato, con un forte impegno verso qualità ed ecologia. La politica agricola mantiene la sua specificità , non sarà mai ultraliberista. Altrimenti nessuno sarebbe in grado di affrontare crisi come quelle della mucca pazza o frenare l’abbandono delle campagne’.

Svolta storica per la Francia, che ha spesso rischiato l’isolamento per difendere i ‘paysan’?

‘La Francia e il primo Paese agricolo d’Europa. E’ una specificità , non una pretesa. Per questo riceve maggiori contributi. Si dimentica che la Francia contribuisce al bilancio europeo più di quanto riceve. Ogni Paese ha fatto
un passo verso l’intesa. Per noi non è stato semplice, e lo si capisce dalle proteste dei nostri agricoltori. L’accordo va valutato anche in una prospettiva internazionale’.

Gli Usa accusano l’Europa di protezionismo. Bush ha detto che gli europei sono i veri affamatori del Terzo mondo, a causa di sussidi alla produzione e moratoria sui cibi transgenici.

‘Gli Usa, non soltanto in agricoltura, sono ultraliberisti quando parlano degli altri e protezionisti in casa loro. Bush ha detto che l’agricoltura fa parte della sicurezza nazionale. Noi diciamo che il nostro accordo fa parte della sicurezza europea. In media, il livello degli aiuti ai produttori
americani è di un terzo superiore a quello degli europei. Sugli Ogm c’è un equivoco ideologico: gli europei vogliono proteggere la salute dei cittadini e non cedere a gruppi di pressione finanziaria molto agguerriti. Noi vogliamo alcune garanzie. E diciamo che gli accordi internazionali
dovrebbero servire ad aiutare il Mali o l’Etiopia, non l’Australia o la Nuova Zelanda’.

Come giudica le regole adottate dal Parlamento europeo?

‘E’ un passo significativo nell’interesse dei consumatori, che sono sempre piu preoccupati delle questioni sanitarie e ambientali e vo gliono essere pienamente informati sull’utilizzo degli Ogm negli alimenti e nella
produzione agricola. L’etichettatura ei dati tecnici sui prodotti consentono una vera libertà di scelta’.

Su questi argomenti si batte un signore chiamato José Bové che la Francia ha messo in prigione.

‘Bovè non ha l’esclusiva sulle idee. La sua è una vicenda giudiziaria che non riguarda il ministro dell’Agricoltura’.

Agricoltura, ecologia, aiuti allo sviluppo: questi argomenti sono diventati una bandiera di Chirac e un altro motivo, dopo la guerra in Iraq, di tensione con gli Usa. Che cosa possiamo attenderci?

‘L’attenzione a questi problemi e nei cromosomi della Francia e direi del gollismo. Il ministero dell’ Ambiente venne creato da Pompidou. Ma questa sensibilità appartiene anche ai Paesi europei e in particolare a quelli del Mediterraneo, come l’Italia. E’ la sfida dei prossimi anni, anche per
ritrovare senso e valore della politica rispetto a mondializzazione e governabilità del pianeta. Ci sono dati che non possono più essere elusi: negli ultimi 20 anni, la parte di mercato agricolo dell’Europa si è ridotta, quella di Usa, Australia, Canada e Brasile è esplosa, quella del Terzo Mondo
è passata dal 3,6 all’1,2%. E’ terribile. La coesione dell’Europa e l’impegno della presidenza italiana saranno importanti nei negoziati internazionali, a cominciare dal vertice di settembre, a Cancun’.

Circola un po’ di scetticismo, in Europa, sulla presidenza italiana.

‘L’agricoltura è l’Europa in miniatura. L’identità storica e gli interessi diversi non sono sempre accordabili. I fatti ci dicono che oggi l’intesa è più forte e che l’Italia ha fatto in pieno la sua parte. E’ vero che il nostro precedente governo ha avuto un dialogo difficile. Ma la Francia intende sostenere la presidenza italiana, senza riserve’.

Massimo Nava
Corriere della Sera
04/07/2003
p.25

Be the first to comment on "Commercio: sono gli USA i veri protezionisti"

Leave a comment