La sera di San Silvestro, mentre eravamo tutti a tavola per gustarci il cenone, la tv di stato ci ha informato che uno squilibrato aveva vilmente attentato alla celeste figura di Silvio Berlusconi. Appariva subito chiara a chi fosse un minimo schermato contro la retorica dei tg di governo, che l'episodio aveva un che di farsesco, di comico, quasi di costruito. Berlusconi che è sempre circondato da stuoli di gorilla ed è inavvicinabile nel raggio di chilometri, viene aggredito in piazza, e per di più con un treppiede! Ma chi è quello sciocco che se vuole attentare all'incolumità di un politico usa un treppiede? [Lizard – www.wema.com].
Al di là dell'episodio in sé, che lascia il tempo che trova (quasi inutile anche condannarlo, è implicito che la politica non si fa con la violenza), e sugli strascichi da soap-opera (l'attentatore pentito che chiede scusa e il buon padre comprensivo che lo perdona e lo invita a prendere un caffè per fare pace), quello che fa riflettere e preoccupare sono le reazioni dei colonnelli, dei pretoriani, dei mastini che stanno a guardia della celeste figura.
Tutti in coro (Bondi, Cicchitto, Schifani, Calderoli, Castelli e marmaglia varia) si sono lanciati in accuse tanto iperboliche, se proporzionate al fatto, da sfiorare la paranoia pura. Si è detto che i titoli dell'Unità incitano alla violenza, che la violenza è la figlia naturale del clima di odio che la sinistra genera intorno a Berlusconi, che la cultura comunista è la naturale ispiratrice ti tali atti, che c'è un filo diretto tra la frustrazione politica della sinistra e il terrorismo (il terrorismo c'entra sempre, anche coi treppiedi). Insomma, lo stesso copione di sempre, come quando Cofferati e la Cgil vennero accusati di essere i mandanti morali degli omicidi delle brigate rosse. Tutto fa brodo per attaccare la sinistra e farla apparire come la cellula dell'odio che genera solo violenza.
A questo assalto ringhiante, la sinistra risponde con la sua solita pacatezza, quasi imberbe, per cercare di dare l'immagine delle persone civili che non si lasciano coinvolgere nel gioco di strilli e urla della destra. Se, dal punto di vista teorico, questo atteggiamento è condivisibile, da quello pratico risulta del tutto inutile, perchè schiacciato dalla mole di dichiarazioni e comunicati che, una volta gridati dai falchi della destra, viene subito rilanciato e amplificato da tutto il sistema radio-televisivo. Risulta quindi inutile dissociarsi civilmente dal treppiedista se poi si viene sommersi dalla lava bollente di insulti e follie sparate dai pretoriani berlusconiani.
Nell'asetticità delle dichiarazioni del centro-sinistra diventa così un urlo l'intervista del poeta Mario Luzi che si limita a fare considerazioni schiette ma per niente fuori luogo (per approfondimenti vai QUI). Dice quello che una persona di buon senso e che non ha paura di ferire troppo l'avversario dovrebbe dire. Ma la destra non è abituata a sentirsi criticare, perchè è abituata ad un'opposizione che più di un buffetto sulla guancia non è capace di dare. Ne consegue che se appare un personaggio che gli sbatte in faccia la cruda realtà , si infuria. La nevrotica reazione anti-luziana della destra (che sbraita per toglierli la carica di senatore a vita e si vanta di non aver mai letto le sue poesie, l'orgogliosa ignoranza…) è del tutto simile a quella arrogante di un qualsiasi bullo da scuola che si sente libero di fare il prepotente con chiunque, ma appena qualcuno reagisce lo pesta di botte perchè solo lui può fare la voce grossa, solo a lui è permesso fare il gradasso. Così nessuno muove un dito, la tv non monta un caso e fra le fila dei pretoriani nessuno fiata se i magistrati vengono dichiarati malati di mente, se si va in giro per l'Europa a dare del kapò ai parlamentari, se si attacca il presidente della repubblica perchè ha fatto senatore un vecchio poeta rimbambito. No, nessuno si muove perchè questo è normale, perchè il bullo può fare tutto ciò che vuole ma nessuno deve osare mettersi di mezzo e dire “guarda amico che stai sbagliando”.
La democrazia italiana è ostaggio di una banda di bulli che, spalleggiata dal 95% di tv e giornali, si permette di dire e fare ciò che vuole (menzogne, insulti, calunnie, leggi incostituzionali), sicura di poter contare su un'opposizione innocua che non fa paura e che è facile intimorire. Un treppiede diventa allora un'arma atomica con cui si è tentato di fare un colpo di stato; uno spirito libero che dice cose che a qualsiasi liberale dovrebbero sembrare banali e scontate, diventa un pericoloso avversario politico da abbattere a cannonate.
In tutto questo su Repubblica (da molti considerato un giornale di sinistra) Francesco Merlo, invece di rilevare l'anomalia del bullismo, accusa proprio Luzi e alcuni politici un po' meno remissivi (Bindi, Diliberto, Cento, Pecoraro Scanio) di fare il gioco di Berlusconi. Secondo lui è sbagliato ribellarsi, fare j'accuse, denunciare perchè si rischia di passare per quelli cattivi che dicono sempre di no. Meglio continuare supinamente a sperare che la destra si redima da sola e capisca di essere nel torto.
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