“I limiti dello sviluppo” aveva ragione: sempre più vicini al crollo

Dopo quattro decenni dalla sua pubblicazione, le predizioni di “Limits to Growth” (ed. it. “I limiti dello sviluppo”, Mondadori, 1972) son state confermate da una nuova ricerca australiana. Possiamo attenderci i primi segnali del collasso planetario molto presto!

 

Il libro uscito nel 1972, che prediva che la nostra civiltà sarebbe crollata entro questo presente secolo, è stato criticato come una fantasia da profeti di sciagure fin dal giorno della sua pubblicazione. Nel 2002 l’auto-proclamato “esperto di ambiente” Bjorn Lomborg l’aveva consegnato al “bidone rifiuti della Storia”.

 

Nella foto: Pile su pile di rottami di auto a Belfast, Irlanda del Nord

 

E invece no. Studi recenti dell’Università di Melbourne riportano che le previsioni del libro a 40 anni di distanza erano e sono accurate. Se si continua a seguire il modello proposto dal libro, potremmo aspettarci la comparsa dei primi segni del collasso planetario assai presto.

 

Il libro era stato ordinato da un serbatoio di cervelloni chiamato Club di Roma. Dei ricercatori del Massachusetts Institute of Technology avevano fabbricato sotto la guida dei coniugi Donella e Dennis Meadows un modello computerizzato che rapportasse economia ed ambiente planetari, programma detto World3, avanzatissimo e rivoluzionario.

 

Fu un compito ambizioso. Quella squadra oveva seguire l’industrializzazione, la crescita di popolazione, l’alimentazione, l’uso e consumo di risorse e infine l’inquinamento di ogni tipo.

 

Essi raccolsero dati fino al 1970, per poi elaborare una serie di scenari possibili databili fino al 2100, variegati a seconda di come e quanto l’umanità avesse preso provvedimenti seri nei confronti del consumo di risorse e dell’inquinamento. Se questi provvedimenti non fossero avvenuti, il modello prediceva “superamento dei limiti e crollo” in termini di economia, ambiente e sovrappopolazione entro il 2070. Tale scenario fu chiamato “business-as-usual” in pratica, se tutto procede come al solito. Il nocciolo centrale del libro, criticatissimo sin dall’inizio, era che la Terra è un sistema finito, limitato, e che quindi una crescita all’infinito di popolazione, beni di consumo eccetera, avrebbe per forza portato ad un crollo generalizzato.

 

Avevano ragione? Fu così che decidemmo, 40 anni dopo, di esaminare ancora quello scenario. Il dr. Graham Turner raccolse dati dall’ONU (nei suoi dipartimenti di affari economici e sociali, all’Unesco, all’organizzazione per cibo ed agricoltura ed all’annuario ONU di statistica). Inoltre s’informò presso l’amministrazione USA sui dati oceanici ed atmosferici, la BP statistical review, ed anche altrove. Questi dati furono appaiati in parallelo a quelli di Limiti della Crescita.

 

Ciò che ne è venuto fuori è che il mondo reale attuale sta percorrendo un binario assai simile a quello detto”business-as-usual” del libro, e non con altre proiezioni.

 

I grafici che seguono mostrano i dati del mondo reale (prima dal lavoro del MIT, seguiti da quelli delle nostre ricerche) segnati in linea intera. La linea tratteggiata mostra lo scenario “business-as-usual” del libro fino al 2100. Seguendoli fino al 2010, i dati risultano incredibilmente simili a quelli predetti dal libro.

 

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http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=50508

 

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