Dopo tanta teoria, analisi dello stato delle cose, studio, confronto, pubblicazione di commenti, ecc., e’ giunto il momento di mettere in pratica quanto acquisito. E non lo si fa scendendo in piazza, ne’ contestando, ne’ tantomeno spaccando vetrine o, peggio, facendosi strumentalizzare da chi vuole infiammare lo scontro. E magari andando in piazza dove risulta facile infiltrare qualche violento per dare la scusa alle cariche a agli arresti, per dare il fianco ai media di scrivere che siamo dei pazzi violenti e distruttori.
No. La rivoluzione si fa con intelligenza, preparazione, pianificazione, e usando gli strumenti attualmente messi a disposizione dalle leggi esistenti (si veda “Risveglia’ti” (1), scritto con l’amica Monia Benini). E, sulla scorta delle positive esperienze di sindaci coraggiosi e “fuori dal coro” (si veda qui e qui, (2) e (3)), propongo un breve piano operativo che qualunque sindaco puo’ mettere in campo.
Per punti.
- L’attuale crisi e’ una crisi finanziaria (4). Siamo nel periodo storico piu’ ricco della storia dell’umanita’: la tecnologia e l’abbondanza di risorse possono rendere la vita estremamente semplice e facile per tutti. Non c’e’ bisogno di lavorare come schiavi da mattina a sera: abbiamo abbondanza di mezzi e risorse che, se opportunamente distribuiti, ci permetterebbero di essere tutti lavoratori part-time, permettendoci di dedicarci alle piu’ svariate attivita’ creative e ricreative. Il vero problema e’ il debito, che pesa come un macigno sulle spalle di tutti, individui, aziende, pubbliche amministrazioni locali e sullo stato, che a sua volta e’ costretto a caricare di tasse sempre piu’ opprimenti tutta la popolazione. Ma soprattutto, quando politiche economiche dissennate impongono la sua riduzione (del debito), questo fa ritirare la liquidita’ dal mercato causando crisi generalizzate. Questo meccanismo sembra essere stato studiato apposta per impedire una vita piena, libera, soddisfacente come ognuno avrebbe diritto di chiedere (5).
- Se appare scontato che la soluzione ottimale sara’ la ridefinizione del meccanismo di creazione del denaro, attualmente a debito (6), e questo implichera’ una ridefinizione degli accordi internazionali, una uscita dall’Euro, e via dicendo, ci si pone la domanda: in attesa che questo avvenga, si possono mettere in atto anche proposte operative, locali, sul territorio, a livello comunale? La nostra risposta e’ si, e non soltanto come “pezza” o come ripiego, ma proprio perche’ siamo convinti che il cambiamento cambiera’ grazie ad una azione dal basso, come sempre avvenuto per le grandi rivoluzioni della storia.
- Cosa si osserva nell’attuale crisi economica? Apparentemente la situazione e’ disperata. Imprenditori affogati dai debiti e impossibilitati a pagare le sempre maggiori tasse cui sono sottoposti, per non parlare degli stipendi ai dipendenti, che nei casi peggiori arrivano al gesto estremo del suicidio; dipendenti che perdono il posto di lavoro e non riescono a rientrare nel mondo del lavoro, sempre piu’ asfittico e chiuso ad ogni sviluppo. Famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, oberate da spese sempre maggiori ed entrate che non bastano a coprire a volte neanche i bisogni essenziali; Giovani che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro, sempre piu’ chiuso; amministrazioni comunali con le mani legate, vincolate da una legge che si autodefinisce, con estremo umorismo e ironia, “patto di stabilita’” (mentre sappiamo che un patto e’ un accordo fa piu’ parti: qui di condiviso da parte dei comuni non c’e’ proprio niente). Contemporaneamente un bisogno di servizi che non vengono erogati: manutenzioni, assistenza agli anziani, ai bambini. Da una parte manodopera e beni che non trovano un mercato di sbocco, dall’altro un mercato che di quei beni e servizi avrebbe bisogno ma questi due fronti non si incontrano per mancanza di liquidita’.
- In tutto questo apparentemente l’autorita’ comunale ha le mani legate. Non puo’ spendere soldi che non ha, ma il piu’ delle volte, proprio per quel scellerato patto di stabilita’, non puo’ spendere neanche i soldi che ha. Ma l’amministrazione ha un enorme potere, una volta che si sia compresa la vera natura del denaro. E questa e’ semplicemente la accettazione di una convenzione. Tutto qui. Non c’e’ niente piu’ di questo. A questo punto, parafrasando Grillo (7), “Se i soldi sono nostri, perche’ li chiediamo in prestito?” che si puo’ tradurre piu’ semplicemente in “Se abbiamo la possibilita’ di attribuire il valore di denaro a cio’ che vogliamo noi, perche’ dobbiamo pagare qualcuno il servizio, quando possiamo farcelo da soli?“. Tutte le iniziative di questo tipo hanno un limite nella disponibilita’ della gente ad accettare una convenzione diversa dalla moneta ufficiale stabilita a livello governativo (e imposta grazie al meccanismo delle tasse che, come si sa, possono essere pagate solo in Euro – per questo si parla di valuta imposta o di “fiat money“. Ma l’autorita’ pubblica, un sindaco eletto, coraggioso e con l’appoggio della sua cittadinanza, ha un potere inestimabile: come il famoso re Mida puo’ trasformare in oro quello che tocca.
- Concretamente, il Comune puo’ emettere dei PdP o Promesse di Pagamento, scambiabili 1 a 1 con l’Euro garantite con cassa comunale secondo le disponibilita’ del patto di stabilita’. In particolare, per l’anno in corso, fino al concorrere della disponibilita’ concesse, il comune, anziche’ pagare e promuovere attivita’ sociali in euro, lo puo’ fare in tale “valuta comunale” o PdP, cooperta dal sottostante rappresentato dalla disponibilita’ concessa dalla disponibilita’ di cassa corrente. Il vantaggio sembra inesistente, se ci si limita a questo, ma i vantaggi appaiono evidenti considerando che:
- il comune puo’ emettere PdP anche per gli anni successivi: basta indicare la decorrenza di “esigibilita’” con decorrenza a partire dal 2014, 2015, ecc.;
- proprio l’accettazione diffusa di tali titoli puo’ contribuire all’emissione non strettamente legata alla reale disponibilita’ corrente adottando meccanismi di leva finanziaria analoghi a quelli attualmente in uso presso le banche (si veda piu’ sotto).
- A cosa puo’ servire tale emissione di “denaro equivalente” a livello comunale? L’insieme degli utilizzi disponibili puo’ racchiudere tutta una serie di attivita’ locali, finalizzate a reimpiegare manodopera locale inutilizzata (es. disoccupati, cooperative locali, imprese non impiegate al 100% delle loro potenzialita’, come avviene attualmente in Sadregna per il Sardex) per soddisfare bisogni ed esigenze locali, sia sul lato della domanda che dell’offerta. In particolare si potrebbero usare come acceleratore per una serie di attivita’ alternative, attualmente non sponsorizzate o supportate, volte a promuovere stili di vita e soluzioni alternative per quanto riguarda:
- alimentazione: riappropriarsi di una alimentazione piu’ sana e genuina, libera da OGM e pesticidi, additivi chimici, ecc., a km zero, che migliori la salute e di conseguenza diminuisca la spesa per medicinali della popolazione locale;
- medicina alternativa: propmozione di conoscenze e pratiche attualmente ancora di nicchia, proprio perche’ non sponsorizzate da Big Pharma, che tornando finanziabili possano essere spinte, non soltanto grazie all’azione di pochi volonterosi volontari che lo farebbero, stavolta, finanziati e non gratis, sulla loro pelle;
- attivita’ di riqualificazione energetica e promozione di riduzione dei consumi; promozione di stili di vita a minor impatto ambientale e minor consumo di energie (car-pooling; biciclette elettriche; biciclette in sharing; ecc.)
- attivita’ per la terza eta’, per il tempo libero, per la promozione di corsi, arte, musica, cultura, ginnastica;attivita’ per il supporto alle famiglie, per le attivita’ dei bambini, per sostenere chi necessita di una mano perche’ lavora, ha impegni, ecc.;
- Attivita’ di promozione dei produttori locali, a km 0: alimentari ma non solo (manutenzione, artigianale, muratura, ecc.)
- Tutte le attivita’ che una tale emissione comunale puo’ incentivare avranno, per la stessa natura dell’intervento economico, due caratteristiche in comune:
- Incentiveranno le attivita’ e le economie locali (difficilmente si comprera’ un iPhone o un prodotto di una multinazionale con tali PdP), quindi manodopera, riparazioni, lezioni private, prodotti di artigianato, della terra, ecc. locali, oltre che attivita’ del territorio come bar, ristoranti, pizzerie, ecc., contrastando una globalizzazione che non ha portato alcun reale beneficio ai lavoratori (8);
- Incentiveranno attivita’ che, per la loro stessa natura, non sono incentivate dalla grande finanza, dalle grande industria, dalla grande distribuzione e dall’industria farmaceutica. Soluzioni naturali, soluzioni a basso mercato, soluzioni di buon senso, che non fanno guadagnare le grandi corporations, troveranno finalmente uno spazio per diffondersi e prendere piede anche in assenza dei massicci investimentii pubblicitari richiesti per accedere ai canali tradizionali di comunicazione (TV, radio e giornali nazionali);
- A seguito di un periodo iniziale di osservazione per verificare l’accettazione e l’utilizzo di questi PdP, il comune potra’, in maniera trasparente e pubblica, emettere tali buoni in quantita’ confacenti alle esigenze di rilancio dell’economia locale diminuendo il rapporto di cambio con la valuta nazionale. Questo non deve stupire: chi conosce l’attuale meccanismo di creazione del denaro, messo in atto soprattutto dalle banche, sa bene che la concessione di prestiti e mutui non e’ controbilanciata che da una minima parte di attivi reali. In tal modo pero’ il comune non diventa una seconda banca per i motivi sopra descritti: non si tratta di immettere denaro a debito in circolazione ma di spesa produttiva per il rilancio dell’economia locale, in alternativa ad una economia globale che impoverisce sempre di piu’ i propri membri a favore di pochi. Questa operazione riporta l’attivita’ politica a quella che era la sua vera missione iniziale: una attivita’ al servizio della collettivita’ e non, come e’ diventata oggi, una attivita’ di esattoria in ottemperanza ai diktat di un governo centrale sempre piu’ avido e miope nelle proprie secelte di politica economica.
Note:
- (1) [www.ingannati.it]
- (2) [www.ingannati.it]
- (3) [www.ingannati.it]
- (4)[www.ingannati.it]
- (5)[www.ingannati.it]
- (6)[www.ingannati.it]
- (7)[www.youtube.com]
- (8)[www.ingannati.it]
(Tratto da: http://www.stampalibera.com)
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