Medicina, che follia ‘anticipare’ le malattie

Com’e’ noto l’attrice Angelina Jolie si e’ fatta asportare entrambi i seni perche’ facendo certi test genetici ha scoperto di avere un gene, il Brca-1, con una variante che, secondo i medici, le da’ l’87% di probabilita’ di sviluppare in futuro (l’attrice ha ora 37 anni) un cancro alla mammella. Con l’operazione le probabilita’ si sarebbero ridotte al 5%. Ma per essere completamente al sicuro Angelina dovrebbe farsi togliere anche le ovaie. Piu’ in la’ e’ andato un manager londinese di 53 anni che si e’ fatto asportare la prostata, sanissima (e tutti sanno quale importanza abbia questo organo per l’erezione maschile e una normale funzione sessuale) perche’, avendo anch’egli il Brca-1 modificato avrebbe qualche possibilita’ di andare incontro a un cancro.

Siamo alla follia della medicina preventiva, al trionfo del terrorismo diagnostico. Non esiste piu’ l’uomo sano, sostituito da quello ‘a rischio’. Siamo tutti ‘a rischio’. Del resto e’ ovvio: e’ vivere che ci fa morire. Qualsiasi eta’ si abbia bisogna palpeggiarsi, auscultarsi, fare una mezza dozzina di controlli clinici all’anno. Non si puo’ piu’ fumare, non si puo’ piu’ bere, non si puo’ piu’ ingrassare. Dobbiamo vivere ibernati, vecchi fin da giovani. Per prevenire la morte, comunque inevitabile, ci impediamo di vivere. E adesso, con l’ultimo grido della medicina preventiva, i test genetici, dobbiamo anche mutilarci in nome di un pericolo puramente ipotetico. Se andiamo avanti di questo passo dovremmo castrarci per evitare un eventuale tumore ai testicoli.

Questi test genetici, la cui attendibilita’ oltretutto e’ assai dubbia come ammette il professor Bonanni, oncologo, dovrebbero essere vietati. Per legge. Perche’ se uno scopre di avere il gene Brca-1 o Brca-2 modificati, le alternative sono due: o ignora il test ma vivra’ per decenni col terrore di una malattia che magari non si presentera’ mai (i modi del morire sono infiniti) oppure accettera’ amputazioni invalidanti e degradanti.

Alle spalle di tutto cio’ sta il demone moderno del controllo. Abbiamo dimenticato nella nostra ubris demenziale, che esiste il Caso (che i Greci chiamavano Fato) che e’, per definizione imprevedibile. Valga, per tutti, la storia raccontata dal medico francese Norbert Bensaïd nel bel libro ‘Le illusioni della medicina’. Dunque M.L era un quarantenne, grassottello, a suo agio nel proprio corpo, contento di vivere e ghiottone. I medici gli avevano riscontrato un modesto ma tenace, tasso di colesterolo. Ma M.L non se ne preoccupava. Poi un bel giorno aveva letto su Le Monde (siano stramaledetti i giornali) una tabella in base alla quale poteva e doveva calcolare i rischi di infarto cui era esposto. Allora corse, preoccupatissimo, da Bensaïd il quale cerco di rassicurarlo e di convincerlo che i ‘fattori di rischio’ che gli erano stati segnalati non erano altro che ‘i fattori di rischio’ e che non era predestinato ad essere vittima di una patologia vascolare. Ma non ci fu niente da fare, M.L voleva essere curato come si deve. Bensaïd gli prescrisse quindi i farmaci e le precauzioni del caso, dieta, niente fumo, eccettera che M.L segui’ scrupolosamente. Dopo un po’ di tempo Bensaïd noto’ che l’uomo non era piu’ lo stesso: era diventato triste, amaro, aggressivo. Per farvela breve M.L mori’ tre anni dopo per un melanoma fulminante. Nota Bensaïd: “Io non potevo saperlo, ma gli avevo avvelenato, inutilmente, gli ultimi anni della sua vita. Lo avevo reso infelice per impedirgli di essere malato. Anzi per prevenire, nella migliore delle ipotesi, patologie del tutto ipotetiche”.

(Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it)

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