VI Conferenza Nazionale del Volontariato

«Anche se questa crisi sta colpendo duramente tutti, e soprattutto i più deboli, noi crediamo che sia un’occasione per ripensare a fondo la nostra società e il nostro modello di sviluppo e per delineare un futuro più sostenibile e giusto.

Occorre però affrontarla con un grande sforzo culturale, per individuare le strade del cambiamento, con disponibilità e capacità di innovazione, perché non è una crisi solo economica e finanziaria, ma anche sociale, politica, culturale e spirituale. In questo sforzo culturale vogliamo coinvolgere i cittadini, la politica, le Istituzioni.

Noi, che già siamo presenti in tutte le situazioni più difficili e ovunque ci sia da difendere il bene comune, ci impegniamo ad esserlo ancora di più, con la gratuità, la solidarietà e la responsabilità che ci contraddistinguono.

Ci impegniamo a difendere i diritti di ciascuno, soprattutto dei più deboli, e ad assumere con responsabilità il nostro ruolo di denuncia dei bisogni, delle ingiustizie, delle inefficienze.

Ci impegniamo ad attivare percorsi di coesione sociale, rigenerando i tessuti relazionali delle nostre comunità, nel rispetto delle specifiche identità.

Ci impegniamo a cercare e proporre nuovi stili di vita e modelli di sviluppo, che ci permettano di guardare con più fiducia al futuro.

Ci impegniamo a collaborare con gli altri soggetti del terzo settore e della società civile, dell’Amministrazione pubblica e del privato per costruire filiere di solidarietà e di inclusione.

Ci impegniamo a ricercare ad ogni livello – dal locale, al regionale, al nazionale – forme di rappresentanza per essere più incisivi, sia a livello sociale che a livello politico.

Ci impegniamo ad essere i primi testimoni di trasparenza nel corretto utilizzo delle risorse, sia umane che economiche.

Ci impegniamo a comunicare sempre meglio i temi di cui ci occupiamo, chi siamo e che cosa facciamo».

È l’inizio della “Lettera al Paese” che i volontari italiani, riuniti nella VI Conferenza Nazionale del Volontariato organizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, hanno redatto alla fine della loro tre giorni svoltasi volutamente e simbolicamente a L’Aquila dal 5 al 7 ottobre.

La Lettera è solo una sintesi del Documento Ufficiale, composto dopo un’intensa giornata di laboratori di gruppo su otto tematiche differenti; Lettera e Documento sono stati letti e consegnati alla Sottosegretario Maria Cecilia Guerra, perché se ne faccia tramite presso il proprio Ministero.

 

Agli impegni i volontari aggiungono delle richieste:

«Chiediamo di rimettere al centro delle scelte politiche, economiche, culturali ed amministrative la persona umana, criterio, cifra e misura di ogni politica.

Chiediamo che il volontariato sia riconosciuto come un moltiplicatore di risorse relazionali ed economiche, in grado di contribuire alla governance delle nostre comunità e dei nostri territori. Non possiamo accettare di essere chiamati solo ad attuare scelte fatte da altri o a coprire le carenze dei servizi pubblici, delle Amministrazioni e delle istituzioni.

Chiediamo di incidere sulla determinazione delle politiche locali, nazionali e globali, sui temi di cui ci occupiamo.

Chiediamo alla politica, alle amministrazioni, alle aziende che facciano della legalità, dell’etica del bene comune, della solidarietà e della sobrietà la base di qualsiasi comportamento personale e collettivo.

Chiediamo di conseguenza la trasparenza necessaria per costruire rapporti corretti. Il volontariato difende la propria autonomia e rifiuta logiche clientelari o di strumentalizzazione.

E’ all’interno di questa cornice che chiediamo:

– che il mondo del lavoro costruisca, promuova e agevoli il volontariato;

– che ne venga riconosciuto il valore educativo, anche inserendo sistematicamente programmi specifici nella scuola e nella formazione degli adulti;

– l’applicazione dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale;

– chiediamo l’approvazione di una legge efficace contro la corruzione e il riutilizzo nel sociale delle risorse liberate e dei beni confiscati ai corrotti;

– che il Governo aumenti e stabilizzi i finanziamenti per il servizio civile nazionale;

– che faccia diventare il 5 per mille legge dello Stato, conceda agevolazioni fiscali, abbatta l’Iva e preveda alcune esenzioni (Irap, tassa rifiuti, bollo auto…) anche alla luce delle indicazioni dell’Unione Europea;

– che Governo e forze politiche si facciano carico dell’urgenza di rivedere, diminuendole, le spese militari e di aumentare l’impegno di risorse per il welfare;

– che si semplifichino le pratiche burocratiche e amministrative che soffocano soprattutto le piccole organizzazioni;

– che si inserisca il parametro della reciprocità nelle relazioni con la Pubblica Amministrazione, per avere certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione;

– che si mettano a disposizione delle associazioni strutture, strumenti, spazi urbani, anche velocizzando e rendendo più trasparenti l’assegnazione dei beni confiscati;

– l’istituzione del Registro delle Reti nazionali di volontariato e la riforma dell’Osservatorio Nazionale.

– che le istituzioni comunitarie elaborino un programma chiaro di promozione e sviluppo della cittadinanza attiva europea, anche in funzione della promozione del volontariato;

– che le istituzioni nazionali ed europee riconoscano e valorizzino la realtà del volontariato internazionale, quale strumento di promozione della pace e di valorizzazione della cittadinanza globale;

– che il Governo si attivi affinché il servizio pubblico radiotelevisivo presti maggiore attenzione al volontariato e alla comunicazione sociale e che venga attivato un canale ad esso dedicato;

– chiediamo che i media offrano una rappresentazione del volontariato e del sociale più articolata e rispondente alla realtà».

Seicento sono stati i partecipanti, di ogni età, provenienti dall’intera Italia e da ogni ambito di servizio volontario: il “meglio del Paese”, si potrebbe definire l’assemblea senza rischiare di sconfinare nella retorica, ma in considerazione del valore etico, politico, sociale ed economico del suo apporto, sia esso quotidiano e continuativo o saltuario.

Un po’ delusi dopo l’intervento della ministra Elsa Fornero, che, in accordo con quanto affermato agli inizi di ottobre dal collega Riccardi al Forum della Cooperazione Internazionale di Milano, non ha aperto spiragli riguardo i finanziamenti alle associazioni; così nell’ultimo giorno, quando i volontari speravano in un’improvvisata del presidente Napolitano per un saluto, dal momento che si trovava a L’Aquila per l’inaugurazione del nuovo teatro cittadino. E ancora una volta rammaricati dal silenzio della stampa sull’evento: ma si sa, il volontariato (e il bene?) non fa notizia.

Concludono: «Ringraziamo quei cittadini che tante volte ci hanno dimostrato fiducia, e chiediamo loro un’alleanza più forte, per cambiare e ricostruire insieme il nostro Paese». Con la loro forza di buona volontà si può.

Cinzia Agostini

<–>

Be the first to comment on "VI Conferenza Nazionale del Volontariato"

Leave a comment