Nucleare, perche’ Il cambiamento e’ informazione


Sebbene in Giappone la situazione sia drammatica, il disastro nucleare di Fukushima e’ gia’ scomparso dalle prime pagine dei grandi quotidiani nazionali. Il Cambiamento vuole contribuire a cambiare questo modo di fare informazione.
radiazioni nucleari giappone
La situazione in Giappone e’ ancora piu’ pericolosa adesso dei primi giorni di crisi

26/3/2011, giornale La Repubblica, uno dei due maggiori quotidiani del paese: le solite notizie incontrollate e incontrollabili sull’ennesima guerra per il controllo delle fonti energetiche, le solite informazioni sul cattivo di turno che oggi si bombarda e ieri gli si baciavano le mani, a seguire i conflitti fra Berlusconi e i giudici, una fondamentale intervista alla Buongiorno, poi le fisime di Marchionne, le dimissioni di Masi, poi i conti pubblici europei e dopo averci ragguagliato anche sulla sfilata di hostess a favore di Gheddafi, ecco materializzarsi a pagina 25 (pagina 25 !!!!) la situazione nucleare che si sta avvicinando paurosamente alla tragedia di Chernobyl.

Ovviamente nessun richiamo in prima pagina alla situazione nucleare in Giappone, non e’ certo piu’ importante della vittoria degli azzurri sulla temibilissima Slovenia.

Stessa solfa per il Corriere della Sera che addirittura a Fukushima dedica un solo scarno articolo a pagina 21. Un evento che interessa drammaticamente tutto il mondo, che ha conseguenze inimmaginabili e non si sa come gestire, che vede gli esperti, i politici, i tecnici nel piu’ totale marasma a cercare di dominare il malefico vaso di Pandora da loro stessi scoperchiato, viene relegato alle pagine oltre la ventesima.

Il Premier Giapponese dichiara che la situazione e’ altamente imprevedibile e siamo gia’ prossimi al livello 6 di disastro con un massimo di 7 cioe’ quello di Chernobyl. Livello 7 che per i molti piu’ attendibili dati di Greenpeace, e’ stato gia’ raggiunto.

Peccato che pochi ricordino che da Chernobyl le persone sono state evacuate e avevano a disposizione tanto territorio. In Giappone che e’ uno dei paesi piu’ densamente popolati del pianeta dove faranno scappare la gente? Dove faranno evacuare la popolazione di Tokyo che come area urbana conta ‘solo’ 36,7 milioni di abitanti? Paradossalmente la situazione, se possibile, e’ ancora piu’ pericolosa adesso dei primi giorni di crisi e siamo gia’ quasi al dimenticatoio.

E questa dei nostri maggiori quotidiani e’ informazione?

Chissa’ forse quando la radioattivita’ iniziera’ a spargersi ovunque incontrollata (non che adesso non stia gia’ succedendo) con evacuazioni bibliche non piu’ tanto volontarie di milioni di persone, potremmo vedere riconquistare delle posizioni di visibilita’ nei media e chissa’, magari scalzare anche i fondamentali e interessantissimi temi legati al burattinaio e le sue decine di Ruby.

Forse in quel malauguratissimo caso, la Francia attacchera’ militarmente qualche altro paese da qualche altra parte del mondo per sviare ancora una volta l’attenzione. Una attenzione che in questo periodo stava diventando davvero troppo insistente per un paese pieno zeppo di centrali e ostaggio della piu’ funesta e pericolosa fonte energetica mai apparsa. E Sarkozy ha fatto di necessita’ virtu’ cercando di prendere due piccioni con una fava: distogliere l’attenzione dal suo paese a forma di tomba nucleare e andarsi a prendere altre fonti energetiche per quando i francesi saranno veramente costretti dagli eventi a mettere in discussione la loro scellerata scelta nucleare.

Il Cambiamento vuole contribuire a cambiare questo modo di fare informazione. La nostra scommessa e’ rischiosa, non e’ un caso che ci rivolgiamo anche a chi ci legge per mantenere in vita il giornale economicamente e non potete immaginare quanto il vostro contributo sia per noi fondamentale. Ma finche’ avremo la possibilita’ e finche’ avremo il vostro supporto e la vostra attenzione, continueremo a fare quello che riteniamo innanzitutto un dovere morale per noi stessi, per i nostri simili e per la natura che ci circonda.

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(Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it)

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