Sistema islamico: una soluzione possibile alla crisi finanziaria?

Crisi di fiducia, panico nella borsa a livello internazionale’il mondo sta vivendo i limiti e i danni del capitalismo ad oltranza dopo aver visto capitolare il sistema comunista. Dunque quale reale alternativa potremmo adottare oltre a questi due modelli? Non sara’ forse il tempo di ritornare sui fondamenti delle leggi economiche? Porre l’uomo al centro degli interessi, piuttosto che denaro e profitto senza sforzi? Oggi l’artificiosita’ del sistema capitalista ci mette di fronte ad una realta’ che gia’ da tempo e’ stata denunciata e vietata dal modello economico islamico.

Quali sono i criteri piu’ importanti del sistema islamico? Una serie di divieti e imposizioni: no a ‘riba’ (interesse, usura), no a ‘gharar’ e a ‘maysir’ ( incertezza e speculazione), e ancora no a ‘haram’ (settore illecito come il gioco, l’alcool, la pornografia e il tabacco), l’obbligo di condividere profitti e perdite, e infine l’etica, ovvero stanziare i fondi per settori socialmente utili.

Questi principi semplici e naturali sono garanzie che impediscono crisi di tipo subprime ( prestiti concessi a soggetti che non possono accedere alle leggi di mercato, che si rivelano rischiosi tanto per i creditori quanto per i debitori)’l’interesse con usura, vietato ufficialmente dall’Islam, infatti, potrebbe incrementare la crisi andando a destabilizzare un sistema che rifiuta di lavorare con e per il denaro.

Alcuni pensano che adottare come modello economico quello suggerito dal mondo islamico, non sia possibile, visto che i progressi e la follia materialistica in cui viviamo non possono ammettere principi datati a 14 secoli fa. Allah ci impone tassi di interesse a zero in tutti gli scambi finanziari al fine di incitare il partnetariato e la condivisione di rischi e benefici. Basta guardare i riflessi immediati che la banca centrale europea e americana stanno adottando in campo gestionario durante la corrente crisi e in quelle del passato: diminuire i tassi d’interesse. Diminuire, tendere sempre piu’ vicino allo zero per rilanciare l’economia, dare piu’ fiducia al risparmiatore e al mercato finanziario cosi da favorire i crediti presso le banche.

I musulmani, convinti e rispettosi dei principi islamici, non hanno nessun dubbio circa i benefici del divieto dell’usura, perche’ se Allah ne ha vietato l’uso e’ proprio in virtu’ delle sue supreme conoscenze, superiori a chiunque altro in merito alle sue creature. Quante altre crisi di questo genere dovremmo subire prima che ci si renda conto dell’evidenza delle parole di Allah nel Corano? A cos’altro ci invita il modello islamico se non a mettere al servizio dell’uomo il denaro, e non viceversa? Il quadro normativo e operativo del modello islamico permette a tutti di lavorare in uno spirito di imprenditorialita’, condividendo i rischi e i benefici. Questa disposizione consente una prudenza misurata e intelligente che evita la reazione a catena in caso di crisi e slittamento economico.

Incredibile, ma vero, quanta cupidigia tirano fuori i big della finanza, quelli che decidono le sorti della borsa senza subirne le conseguenze. Le loro scelte e azioni sbagliate sono corrette dai risparmi dei contribuenti attraverso gli Stati che rilanciano miliardi d’euro e di dollari sul mercato per evitare il crollo delle azioni. I liberali chiedono il salvataggio degli Stati che nazionalizzano le banche in fallimento, a prescindere dalla tendenza politica di dominio. Chissa’ se Karl Marx si stara’ ribaltando nella sua tomba?

Abbiamo smarrito il senso del lavoro, della fatica, e della ricompensa a tanto sudore. Oggi il marketing si presenta talmente aggressivo che spinge sempre di piu’ a chiedere e concedere crediti al consumo. La corruzione del super-capitalismo e del neoliberalismo dovrebbe interpellarci e permetterci di rimettere in discussione le nostre scelte riguardo la societa’ e il modello economico. I fondamenti del modello economico suggerito dall’Islam si basano prima di tutto sulla responsabilita’ delle azioni e degli impegni dell’uomo davanti ad Allah. Ogni musulmano deve tenere a mente che anche il minimo centesimo guadagnato, investito o risparmiato, comporta delle conseguenze di cui si e’ obbligati a render conto. L’Islam incoraggia lo sviluppo economico e l’arricchimento personale a condizione che l’individuo rispetti una certa etica morale, ovvero quella di non ledere il prossimo nella propria ascesa sociale e materiale. Il fine del modello economico islamico permette di mantenere e salvaguardare il mezzo della gestione dei flussi finanziari come un semplice mezzo, permettendo il trasferimento dei beni e delle ricchezze al servizio della condizione umana.

La perversione di questo capitalismo, nella quale ci troviamo, e’ la prova che l’occidente o piuttosto il modello occidentale ha perso la sua credibilita’ nel panorama internazionale. E’ giunto il momento in cui gli economisti di ogni tendenza, e soprattutto i musulmani, facciano conoscere la propria alternativa, basata su leggi e principi del sistema islamico. Il fine dell’uomo secondo la religione islamica e di ottenere la Grazia, la soddisfazione e la Misericordia di Allah in questa vita. L’economia non deve essere altro che un mezzo per raggiungere questo scopo, vista la connaturata predisposizione alla ricerca del benessere e dello sviluppo

Oggi si crea il vuoto tra la gente per provocare una dipendenza al consumo. Questa economia meccanica basata sullo studio comportamentale e societario incita e spinge gli individui al super-consumo. Guardate la follia dei grandi supermercati per un determinato prodotto, l’incredibile diversita’ che ci propongono. Hanno pensato davvero a tutto per spingerci al consumo assurdo e idiota: il prodotto secondo il genere, la categoria sociale, la stagione, la moda’

Nell’Islam si gode del privilegio di essere coscienti di quanto pericoloso possa essere giocare con i limiti indicati da Allah nel Corano, e le conseguenze che questo comporta. L’Islam richiede dei valori morali ed etici nei meccanismi dell’economia e dello sviluppo sociale.

Un segno del cambiamento di mentalita’ e’ ravvisabile nelle parole del giornalista economista Beaufils Vincent, direttore redazionale di Challenges: ”in periodo di piena crisi finanziaria che arresta gli indici in crescita, bisogna rileggere ed interrogare il Corano, piuttosto che i libri pontifici. Perche’ se solo i nostri bancari, avidi di rendere redditizi i propri fondi, avessero rispettato anche solo minimamente la sharia, non ci troveremmo a questo punto. Non bisogna vedere la finanza islamica come un esercizio di baratto medievale. I Paesi del golfo ci hanno gia’ dimostrato quanto la loro mentalita’ puo’ facilmente adattarsi ai dettami del XXI secolo. I loro banchieri non transigono solamente su un fattore sacro: il denaro non deve produrre dell’altro denaro. La traduzione in fatti di questo impegno e’ semplice: i crediti devono essere concessi per attivita’ ben identificate. Vietati i prodotti tossici, dimenticati l’ ABS (Asset-backed security, strumento finanziario, obbligazione negoziabile o trasferibile emessa a fronte di operazioni di cartolarizzazione garantito dagli attivi sottostanti) e il CDO ( obbligazione che ha come garanzia un debito) . In altre parole, il denaro puo’ essere utilizzato solo per finanziare l’economia reale. Non ci sono, quindi, azzardi: se le banche del Golfo sono uscite indenni dalla crisi dei subprime, e’ perche’ di fatto non ci sono proprio mai entrate. Il rispetto di questo principio del Corano e’ ugualmente vantaggioso anche nella relazione che ciascuno intrattiene con il denaro, che sia di un’impresa o di un singolo: le persone morali non hanno cosi il diritto ad indebitarsi aldila’ della loro capitalizzazione di borsa, in pratica non soffriranno mai per il super-indebitamento. Ecco delle regole che non potranno mai nuocere, anche se si basano su un testo del VII secolo..’ Fonte Edito 11/09/08 Le pape ou le Coran http://www.challenges.fr/ .

Si tratta di un’importante testimonianza di un esperto che onora la giustizia e la verita’ del Corano in merito all’economia e alla dimensione sociale. Purtroppo tutti i paesi musulmani sono ben lontani dal rispetto della Sharia Islamica. Una parte di musulmani e soprattutto la classe media e borghese hanno ceduto al richiamo del capitalismo e dell’ultra-liberalismo, incrementando il prestito con l’usura. Non hanno saputo organizzarsi e svilupparsi, seguendo l’ esempio di compatrioti in Inghilterra che, in due generazioni, hanno fatto emergere banche islamiche, capaci di rispondere ai loro bisogni e nel frattempo rispettose della Sharia. In Francia e altrove si lasciano tentare dalla facilita’ senza misurarne realmente le conseguenze dirette. Bisogna conoscere una semplice regola, ogni credito usuraio concesso incoraggia il sistema esistente e ritarda in questo modo l’emergenza del sistema islamico in linea con la Sharia. Il coraggio, la determinazione e il successo degli imprenditori musulmani e’ tale che tutte le grandi banche, nazionali ed internazionali, e gli stati stessi chiedono ai musulmani dei loro Paesi di impegnarsi in studi volti allo sviluppo e alla produzione di un’alternativa conforme all’etica islamica. Si parla di un mercato potenziale, valutato per 700 miliardi di euro. La sicurezza offerta dal modello islamico e’ cosi evidente che persino le societa’ non-islamiche preferiscono e gia’ lavorano con le banche musulmane d’Inghilterra. Cio’ che sembrava utopistico e medievale, da qualche tempo sta diventando per alcuni una realta’ inevitabile, confermata e sostenuta dai migliori conoscitori del mondo finanziario da sempre profani.

R.A. (http://laparoledujeunemusulman.blogspot.com/)
Fonte: www.alterinfo.net/
Link: http://www.alterinfo.net/Systeme-Islamique-Solution-a-la-Crise-Financiere-Internationale_a44520.html
7.04.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARTINA PALAZZO

(Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it)

Be the first to comment on "Sistema islamico: una soluzione possibile alla crisi finanziaria?"

Leave a comment