Il clamoroso conflitto d’interesse dei certificatori

Uno degli aspetti piu’ odiosi messi a suo tempo in luce dallo scandalo della Enron e da altri casi analoghi dei primi anni del nuovo millennio era stato il ruolo perverso svolto nelle vicende di allora dalle societa’ internazionali di certificazione dei bilanci. Si era cosi scoperto nel corso delle indagini che, tra l’altro, esse approvavano qualsiasi cosa che volessero le imprese, che in particolare la Arthur Andersen – una delle piu’ grandi del settore – era stata nel tempo complice attiva nei reati venuti fuori con il caso Enron (per tali fatti la societa’ di auditing fu alla fine giustamente costretta a chiudere i battenti) e che una delle vie attraverso le quali passavano normalmente le combine societa’ di auditing-imprese certificate era costituita dalla presenza di vaste attivita’ di consulenza che le stesse societa’ di revisione svolgevano per le imprese clienti.

Usciva cosi alla luce un grande e strutturale conflitto di interessi, che non ha mancato certo di dare poi con il tempo i suoi frutti perversi. Con la chiusura della Arthur Andersen e con il manifestarsi inoltre nel settore di importanti processi di fusione ed acquisizione interni, le grandi societa’ di certificazione internazionale sono rimaste alla fine soltanto in quattro e segnatamente la PricewaterhouseCoopers, la KPMG, la Ernst & Young e la Deloitte. Si e’ creata quindi una situazione di oligopolio ristretto, con la minaccia concreta inoltre che, in un prossimo futuro, il numero dei protagonisti si possa ridurre ulteriormente.

Lo scoppio della crisi economica e finanziaria in atto non aveva sino a questo momento portato a notizie particolari sul fronte delle societa’ del settore. Ma ora, un articolo apparso sul settimanale The Observer del 20 dicembre ci informa di nuovi sviluppi in proposito non proprio edificanti e forieri probabilmente di ulteriori problemi. Le informazioni riportate nell’articolo si riferiscono specificamente al caso britannico, ma esse hanno delle implicazioni piu’ vaste dal punto di vista geografico.

L’Office of Fair Trade del paese sta svolgendo indagini sul fatto che, almeno in Gran Bretagna, si ripropone oggi il problema che le societa’ di auditing svolgono anche attivita’ di consulenza per le aziende per le quali espletano le certificazioni di bilancio. In particolare, le cifre mostrano come tali societa’ abbiano svolto nel 2008 attivita’ di certificazione per quanto riguarda il perimetro delle 100 imprese britanniche piu’ importanti – incidentalmente, risulta che solo una di tali societa’ non e’ revisionata dalle quattro grandi – per un valore di circa 545 milioni di sterline e contemporaneamente come esse abbiano anche fatturato alle stesse societa’, sempre nel 2008, circa 264 milioni di sterline per attivita’ di consulenza. In ben 26 casi, poi, la stessa attivita’ di consulenza ha superato in termini quantitativi quella di revisione dei bilanci.

Naturalmente, le societa’ di certificazione si difendono, affermando che esse, tra l’altro, hanno eretto dei muri di separazione netta, dal punto di vista organizzativo, tra le due attivita’. Intanto, comunque, le indagini procedono. Nel frattempo le stesse societa’ di certificazione si stanno preparando, in Gran Bretagna come in altri paesi, compresi gli Stati Uniti, per le battaglie legali che certamente scoppieranno in un prossimo futuro in merito al loro eventuale ruolo nel fallimento e nelle difficolta’ finanziarie di molte banche, grandi e piccole. Non risulta che in alcun caso le imprese di revisione abbiano in qualche modo segnalato, negli scorsi anni, dei problemi e delle irregolarita’ contabili in tali istituzioni. Tra l’altro, viene sottolineato da qualche parte come ci sia un concreto pericolo che le dispute legali correlate a tale questione potrebbero condurre al fallimento di qualche altra societa’ del settore della revisione, cio’ che aumenterebbe il grado di controllo sul business da parte di un numero ristretto di societa’, con tutti i correlati pericoli di intese occulte tra le stesse a danno del mercato della certificazione.

(Tratto da: http://www.finansol.it)

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