In un messaggio il segretario generale dell’Onu sottolinea che «Le cause dalle penurie alimentari sono numerose e non possono essere descritte solo come un equilibrio tra i biocarburanti e l’agricoltura, anche se si tratta effettivamente di uno dei fattori. I prezzi elevati del petrolio hanno accresciuto i costi di produzione e trasporto. La produzione mondiale quest’anno è stata colpita da siccità e da altre catastrofi naturali. La crescita economica ha aumentato il consumo, soprattutto in Asia. Le prime misure da prendere consistono nel rispondere ai bisogni umanitari». Ed ha aggiunto che «A lungo termine occorre aumentare la produzione». Intanto a New York è iniziata la riunione di primavera del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale che ha sullo sfondo le preoccupazioni legate alla crisi del credito a livello planetario e i progressi ineguali realizzati per raggiungere gli obiettivi di sviluppo umano, come l’eradicazione della fame e la malnutrizione.
Le grandi agenzie finanziarie globali si trovano davanti ad un fenomeno forse inaspettato, almeno con questa virulenza: le rivolte del pane e del riso in Paesi che si ritenevano in crescita, pacificati politicamente e socialmente da regimi autoritari ma amici dell’Occidente, a partire dall’Egitto dell’eterno Mubarak. La riunione informale prepara quella ufficiale del 12 e 13 aprile, dove Banca mondiale e Fmi faranno il punto sulle loro attività contro la povertà nei Paesi più poveri del mondo, in particulare in Africa, ma anche sullo stato di avanzamento dei Obiettivi di svillupo per il millennio, selle strategie di crescita, sulle situazioni sensibili e sugli Stati che sono interessati da conflitti. Le riunioni saranno anche l’occasione per fare il punto sulla impennata dei prezzi alimentari e sulle sue conseguenze sui Paesi a basso e medio tasso di sviluppo. Temi che figurano nel “World Bank’s 2008 Global Monitoring Report” pubblicato alla vigilia della riunione di New York.
I ministri delle finanze e le delegazioni di 185 Paesi discuteranno anche dello sviluppo in Africa, del commercio, dell’adattamento al cambiamento climatico e della stabilità finanziaria mondiale. «Uno degli impegni che richiederà probabilmente più attenzione – si legge in una nota della Banca mondiale – è l’impatto dei prezzi elevati dell’energia e dei prodotti alimentari sui più poveri». Il presidente della Banca mondiale, Robert B. Zoellick, spera di ottenere il sostegno ad un nuovo piano di lotta alla fame fatto di una combinazione di aiuti di urgenza e di sforzi a lungo termine per aumentare lka produzione agricola neri Paesi in via di sviluppo.
Il “New Deal for a Global Food Policy” fa parte di una serie di iniziative presentate da Zoellick che puntano a «far progredire lo sviluppo in un contesto di fiammata dei prezzi del petrolio e dei oprodotti alimentari». Zoellick ha anche presentato un Piano per incoraggiare i sovereign wealth funds a investire l’1% dei loro 3 miliardi di dollari di attivo nello sviluppo dell’Africa, così come «un nuovo approccio per fare in modo che i prezzi elevati delle materie prime si traducano in un miglioramento delle condizioni di vita dei poveri».
«Diversi rapporti saranno pubblicati prima e durante il week-end nel quale si terrà la riunione dei 24 membri del Development Committee, l’unità che consiglia la Banca e il Fmi riguardo agli impegni di sviluppo più critici e le risorse finanziarie per promuovere lo sviluppo economico nei Paesi in via di sviluppo – spiega una nota della World bank – Questi includono il World Bank’s Global Monitoring Report e i World Development Indicators. I due rapporti trattano dei progressi realizzati in vista di raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio, soprattutto la riduzione della povertà, l’éducazione universale, l’uguaglianza dei sessi e la riduzione dei decessi attribuibili alla fame, alla malnutrizione ed all’Aids. I ministri delle finanze partecipanti saranno invitati ad un “déjeuner Bali”, che sarà l’occasione per discutere misure che permettano ai Paesi di adattarsi al cambiamento climatico». Chissà se gli echi dell’esclusivo “déjeuner” newyorkese arriveranno fino alle strade incendiate di Port au Prince o del Cairo, dove i poveri prendono d’assalto i forni del pane?
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