Beati franchisti: Ratzinger concede gli onori dell’altare a 500 "martiri" della guerra civile spagnola

Sempre più sul piede di guerra la Chiesa spagnola, alla vigilia della beatificazione di ben 498 nuovi martiri della guerra civile. La cerimonia si terrà il prossimo 28 ottobre a Roma, in piazza San Pietro, dove, per l’occasione, stando a quanto annunciato dai vescovi spagnoli, confluirà oltre un milione di pellegrini: una prova di forza che dovrebbe lanciare un forte segnale al governo socialista di José Luis Rodriguez Zapatero (Adista). 

La maggioranza di centro-sinistra che sostiene il primo ministro spagnolo sta infatti per approvare la legge della memoria storica, che riconosce le vittime del regime franchista e dichiara “illegittime” le sentenze pronunciate durante la dittatura. La proposta, fieramente avversata dall’opposizione del Partito Popolare, che teme possa riaprire “vecchie ferite”, costringerà, tra le altre disposizioni, tutte le istituzioni pubbliche e private a rimuovere i simboli e le decorazioni risalenti al periodo della dittatura, sotto la pena di vedersi sospese sovvenzioni e aiuti pubblici.

Il portavoce della Conferenza episcopale spagnola, mons. Juan Antonio Martinez Camino, ha negato recisamente che la coincidenza della beatificazione di massa con il dibattito sulla legge della memoria storica sia stata voluta: “La Chiesa – ha dichiarato – lavora secondo il suo proprio calendario, che non è dettato da nessuno, tanto meno dal calendario politico”. La beatificazione, ha aggiunto, “non è un gesto contro nessuno, non si cercano colpevoli, né si vogliono discutere questioni storiche o politiche”. Tuttavia, malgrado le sue rassicurazioni, non è passato inosservato che il 28 ottobre cadrà il 25.esimo anniversario della storica vittoria che consegnò nel 1982 ai socialisti di Felipe González il governo della Spagna.

La Conferenza episcopale spagnola ha precettato la quasi totalità dei vescovi per la kermesse di piazza San Pietro – per il momento, già in 72 hanno annunciato la loro presenza, e ciascuno di loro è stato incaricato di assicurare una significativa partecipazione da parte della propria diocesi. La cerimonia sarà presieduta dal prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il card. José Saraiva Martins e si svolgerà alla presenza di Benedetto XVI, che ha promesso un messaggio di ringraziamento e sostegno per i presenti. Presentando l’evento, i vescovi spagnoli hanno voluto sottolineare che si tratta della proclamazione del numero più alto di beati della storia: un “avvenimento straordinario”, spiega ancora mons. Camino, dal punto di vista “quantitativo” e “organizzativo”, oltre che “pastorale”, ma, ha aggiunto, in nessun modo pensato “per coltivare alcuna megalomania”.

Con la cerimonia del 28 ottobre, saranno quasi mille i martiri della guerra civile spagnola riconosciuti dalla Chiesa (977, per la precisione, di cui 11 santi), ma la Conferenza episcopale spagnola non si vuole fermare qui: sarebbero circa 10.000 le richieste di beatificazione arrivate dalla Spagna, praticamente i quattro quinti di tutte le circa 12.700 cause di beatificazione attualmente pendenti in Vaticano.

La particolare interpretazione della storia spagnola è ben spiegata dalla scelta dell’espressione “martiri del XX secolo” per identificare i 498 nuovi beati, “vittime dei totalitarismi” che dominarono l’Europa nel ‘900: “La persecuzione religiosa che la Spagna soffrì nel ventesimo secolo”, spiegano i vescovi, si riflette ancora oggi nel “fondamentalismo laicista” del governo socialista. La preghiera che verrà recitata durante la cerimonia invocherà la liberazione “dai nuovi totalitarismi, come quelli che, sotto diversi segni ideologici, trascinarono nella tragedia interi popoli nel secolo passato”. D’altra parte, la Chiesa spagnola era già stata accusata di memoria selettiva lo scorso agosto, quando l’arcivescovo di Valencia, mons. Agustin Garcia Gasco, aveva annunciato piani per costruire un “megasantuario” dedicato – ancora una volta – ai “martiri del ’36”. Le organizzazioni per la memoria storica, naturalmente, hanno sottolineato come la Chiesa non abbia mai pensato di rendere onore alle vittime di quel regime franchista che aveva apertamente sostenuto. (a. s.)

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