A questo proposito, l’Aupi, Associazione Unitaria Psicologi Italiani, ritiene indispensabile individuare, definire e combattere quelli che vengono definiti “Rischi Trasversali”, attribuibili all’ organizzazione del lavoro, a fattori psicologici ed ergonomici, alle difficili condizioni di lavoro, oltre che a lavori usuranti.
In particolare, le modalità più flessibili di organizzazione dell’orario di lavoro ed una gestione delle risorse umane più individuale e maggiormente orientata al risultato, hanno un’incidenza profonda sui problemi legati alla salute o più in generale al benessere sui luoghi di lavoro. Si osserva così che le malattie considerate emergenti, quali lo stress, la depressione o l’ansia, nonché la violenza sul posto di lavoro, le molestie e l’intimidazione, rappresentano ben il 18% dei problemi di salute legati al lavoro, un quarto dei quali comporta un’assenza dal lavoro pari o superiore alle due settimane.
“Se si vogliono ridurre drasticamente i rischi collegati al fattore umano, è necessario – propone Mario Sellini, Segretario Generale dell’Aupi – che il Governo, il Ministro del Lavoro ed il Ministro della Salute istituiscano la figura dello psicologo del lavoro: una prevenzione degli infortuni basata solo su aspetti fisici, biologici e strutturali e non su aspetti psicologici, è una prevenzione destinata a fallire”.
(Adnkronos Comunicazione)
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